Sono passate tre settimane dallo stop al cantiere dell'inceneritore di Parma.
A 22 giorni dal blocco dei lavori, oggi il Tar di Parma ha risposto “niet” alla richiesta di Iren di far ripartire la macchina e far rombare di nuovo le ruspe.
Se ne riparlerà il prossimo 14 settembre in tribunale, quando le parti potranno confrontarsi e sostenere le proprie ragioni, portando le loro memorie e opinioni in merito.
A sinistra Donatella Signifredi
Oggi festeggiamo quindi le 3 settimane di pace e tranquillità per i residenti di Ugozzolo, gli “scarsamente abitanti” che vivono nei pressi del cantiere, 3 settimane da un evento che non ci sognavamo nemmeno, tanto era lontano dai nostri pensieri più ambiti.
Il provvedimento del comune è stato un atto di coraggio che oggi viene riconosciuto anche dal tribunale amministrativo regionale, con una sorta di benestare al blocco in vista della valutazione complessiva della vicenda. Un abuso edilizio non è un divieto di sosta.
L'ordinanza di chiusura porta la firma di una dirigente del comune a cui va il nostro grazie più convinto. Si tratta della dirigente dell'ufficio abusi edilizi Donatella Signifredi. Possiamo immaginare che prendere una decisione di questa importanza e di tali conseguenze possa far tremare i polsi. Sappiamo dagli atti che ha prevalso il rispetto per le leggi ed il sostegno ottenuto dal segretario comunale Michele Pinzuti.
La storia dell'inceneritore di Parma, che in questo avvio d'estate ha raggiunto l'apice della sua parabola di successo mediatico, ha avuto un testimone costante nella nostra associazione. Gcr ha seguito passo passo, possiamo proprio dire minuto per minuto, tutto il percorso movimentato del progetto del Pai fin dai suoi primi vagiti.
Eravamo in aprile, anno 2006.
Tre settimane fa abbiamo ringraziato il sindaco Vignali. E' poi seguito anche il grazie di Arrigo Allegri, l'avvocato segugio che fa vedere i sorci verdi ad Iren insieme al collega Pietro De Angelis.
Con chiunque sia stato in ascolto abbiamo lasciato aperti spiragli e non è colpa del Gcr se la tessitura più proficua è infine giunta dal comune, con il quale abbiamo dialogato a lungo, convinti del fatto che la ragione era nostra, mentre il forno rappresentava una scelta errata in partenza.
Ma le date importanti incombono.
Lunedì prossimo la commissione affari istituzionali pronuncerà il verdetto sull'ammissibilità del referendum sull'inceneritore, proposto dal comitato No Inceneritore.
Chissà se il Pd sarà lo stesso partito che il mese scorso osannava lo strumento referendario come brillante esempio di democrazia dal basso, o se basti un quesito scomodo a soffocare improvvisamente il plauso.
Noi vorremmo poterci fidare della parole ascoltate, dei messaggi importanti lanciati in occasione del referendum sull'acqua, sul legittimo impedimento, sul nucleare.
Vorremmo credere al Pd che al Barilla Center si è presentato con una grande volontà di ascolto verso l'associazionismo.
Mercoledì invece arriverà a Parma Pierluigi Bersani, piacentino. Fu lui, da Ministro dell'Industria a sollecitare la mannaia del rimprovero sull'Ordine dei Medici dell'Emilia Romagna, che nel 2007 chiesero alla regione la moratoria sugli inceneritori.
L'inceneritore di Parma ha tante firme: di chi lo sostiene e di chi lo contrasta.
Ognuno ha lasciato la sua impronta sullo scheletro impolverato di Ugozzolo, ognuno ha deposto il suo voto simbolico, a volte cambiandolo nel tempo, sentendo dentro di sé la convinzione venire meno di fronte all'avanzare della scienza.
Abbiamo davanti a noi un mese e mezzo per riflettere, prima che il Tar entri nel merito della questione.
Sette settimane e mezzo per agguantare la città e farla innamorare dell'alternativa al forno.
Cinquantatré giorni di attesa, da non buttare via, da rendere preziosi e ricchi di azione, affinché il sabato del villaggio ci prepari ad una radiosa giornata di festa.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 23 luglio 2011
+22 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+418 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
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