sabato 23 luglio 2011

Referendum contro l’inceneritore, non imbrogliamo i cittadini!

Andrea Marsiletti: “Il quesito è tra quelli ammissibili dallo Statuto del Comune. Spero che lunedì i capigruppo non si inventino delle furbate per impedire l'espressione della volontà popolare”.

http://www.parmadaily.it/Notizie/Dettaglio.aspx?pda=MAS&pdi=46406

Lunedì i capigruppo del Consiglio Comunale saranno chiamati a pronunciarsi sull’ammissibilità o meno della richiesta del Comitato “No Inceneritore” di referendum abrogativo delle delibere assunte dal Comune di Parma (nello specifico si tratta di variazioni urbanistiche) inerenti il progetto del termovalorizzatore di Ugozzolo.


Il "sigillo" all'inceneritore posto da GCR il 2 luglio scorso

E dovranno esprimere il loro parere non in modo discrezionale “a sentimento” o “per interesse” ma ai sensi degli articoli 54-57 dello Statuto del Comune.
Penso pertanto possa essere di qualche utilità per i lettori approfondire gli aspetti statutari perché ci sia consapevolezza della normativa di riferimento e quindi capacità di valutazione dell’operato dei nostri politici.
Credo che il tema vero sia quello dell’ammissibilità o meno del quesito. Gli altri, ovvero la raccolta di 5.000 firme entro tre mesi e il raggiungimento del quorum, sono al momento secondari.
Innanzitutto, quali quesiti referendari possono essere ammessi?
L’art. 54 dello Statuto del Comune di Parma è chiaro: “I referendum possono essere richiesti su tutte le materie sulle quali Consiglio comunale ha competenza deliberativa, fatta eccezione per: a) Bilanci, finanze, tributi e relative tariffe; b) Attività vincolata di esecuzione di norme statali, regionali, o statutarie; c) Atti di elezione, nomina, designazione, revoca; d) Disciplina del personale del Comune e delle sue Aziende ed Istituzioni; e) gli atti inerenti la tutela dei diritti delle minoranze”.
Il referendum abrogativo avente per oggetto una variazione urbanistica è quindi senza dubbio ammissibile.
Qualche furbetto potrebbe provarci a fregare tutti puntando sul comma a) relativo alle “tariffe” sostenendo che “la richiesta di referendum è da rigettare perché le varianti urbanistiche sono state fatte per l’inceneritore che incide sulla tariffa rifiuti”. Questa sarebbe una falsità dal momento che l’inceneritore in costruzione è di proprietà privata esclusiva di Iren che lo sta costruendo senza una gara d’appalto e senza un project financing. Iren è pertanto priva di alcuna concessione sul servizio di smaltimento dei rifiuti ulteriore a quella già scaduta il 31.12.2010 ai sensi che ex art. 23-bis del D.L. n. 112/2008, c. 8, lettera e).
E se viene indetto il referendum, raccolte 5.000 firme e raggiunto il quorum del 50% +1 degli aventi diretto cosa succede? L’art. 57 dello Statuto lascia pochi dubbi: “Nel caso di referendum abrogativo gli effetti dell’atto deliberativo si intendono cessati a partire dal giorno successivo alla proclamazione del risultato positivo. L’Organo che ha adottato il provvedimento abrogato provvede, entro quindici giorni, a disciplinare e sanare rapporti e situazioni giuridiche o di fatto, eventualmente sospesi, nel rispetto della volontà popolare espressa”. Sì, prevale la volontà popolare. Del resto non potrebbe essere diversamente.
Io credo che consentire ai cittadini di esprimersi sia un atto dovuto, il viceversa un atto di prepotenza, di dispotismo, in questo caso anche di malafede.
Passino i silenzi pur clamorosi, vergognosi e complici sulla mancata gara d’appalto per la l’inceneritore, sull’aumento spaventoso dei costi di costruzione, sulla negazione del Piano Economico e Finanziario, sulle menzogne sulle tariffe, sulla condanna al direttore generale di Iren Viero da parte della Corte dei Conti, sulla provenienza dei rifiuti, sull’abuso edilizio… (e mi fermo qui per non togliere il lavoro alla Procura), ma confido che i rappresentanti dei partiti che non più tardi di un mese fa esaltavano la democrazia diretta e lo strumento del referendum per l’acqua pubblica, il nucleare e il legittimo impedimento non si inventino degli imbrogli per impedire il voto dei cittadini.
Fino a quel livello di spudoratezza e di vergogna non voglio pensare che arrivino, perché a tutto c’è un limite, anche allo schifo.

Andrea Marsiletti

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