venerdì 16 settembre 2011

Inceneritore, fuori i secondi

Sul forno di Ugozzolo è guerra aperta tra gli enti locali

Gettate le ultime maschere ora gli schieramenti si sono posizionati in modo netto per la battaglia finale. Al centro l'inceneritore conteso, chi lo vuole demolire, chi lo vuole incensare, a suon di battaglie legali.
Ai due lati del campo di battaglia le orde dei due eserciti avversari, ormai le lance in resta, gli elmetti abbassati sul viso, l'urlo della battaglia che cresce e atterrisce.



Il Comune, dopo vari tentennamenti, ora corre da solo nella sua ultima battaglia contro tutti, in una strana difesa dell'ambiente che non compete, in genere, agli schieramenti di centrodestra.
La Provincia ha scelto proprio ieri il campo avverso, schierando apertamente le proprie truppe a fianco di Iren, per l'aria sporca. E meno male che Bernazzoli, con Castellani di rinforzo, ha speso fiumi di parole anche nel recente passato, per tirarsi fuori dalla vicenda e sostenere di avere esaurito il suo compito all'indomani dell'approvazione della Valutazione di Impatto Ambientale (novembre 2008).
Una guerra confusa e piena di colpi di scena dunque, che oggi arriva in vista dell'autunno all'ultimo grande scontro frontale, in palio la sopravvivenza.
Nel furioso concatenarsi degli eventi Parma ha vissuto capovolgimenti di fronte di indubbia spettacolarità e interesse, che giocano a favore di un imponente confronto sul destino dell'ambiente locale, che di certo ha giovato sulla consapevolezza dei cittadini e dell'opinione pubblica, fin qui ignara della posta in gioco.
Discese in campo.
Il futuro candidato alla poltrona di sindaco ha scelto: è la stessa poltrona che aveva partorito l'accordo con Enia nel 2006, brindando al nuovo impianto come scelta di modernità.
La stessa poltrona che nel corso di un lungo itinerario di confronto anche con il Gcr, ha alla fine posto il classico bastone fra le ruote al carro dei vincitori che, lo ricordiamo, il 4 di ottobre taglieranno il traguardo dei 95 giorni di stop al cantiere, un tempo infinito per un cantiere milionario, che ogni giorno che passa mostra le sue vistose rughe.
Ora la scelta netta della Provincia, che sceglie dove stare senza attendere il responso dei giudici, va nella direzione opposta dei programmi nazionali del partito di riferimento.
Il Pd nazionale afferma con decisione il superamento della fase ahimè disgraziata dell'incenerimento e guarda oltre, per recuperare il più possibile materie preziose ed utili.
Lo fa in tanti territori, come Lucca o il Veneto, ma lo applica anche in un territorio sensibile per la nostra città, quello dei cugini reggiani, che per bocca del sindaco Delrio hanno declinato il forno in un non senso economico.
Queste evidenti idiosincrasie fra territori limitrofi, che respirano la stessa aria, lasciano di stucco.
Specialmente la base del partito, quella delle persone dall'animo libero e lontano dagli scranni dell'apparato, gli iscritti che contano quando votano, ma poi non hanno più voce.
La critica aspra di Gcr nei confronti del centrosinistra, incapace di valorizzare il proprio Dna con parole come ambiente e salute, hanno suscitato rabbia e disappunto, specie per i contemporanei ammiccamenti a destra, ma alla fine hanno messo in evidenza una critica che colpisce le persone dei ranghi, ed alcune in particolare, senza intaccare il bagaglio di valore che il centrosinistra per la storia che porta, naturalmente ha in sé.
Non manca infatti la manifestazione di disponibilità verso un ripensamento, sempre negato, e mentre il cantiere è chiuso rimaniamo a disposizione, se la provincia lo volesse, sempre disponibili ad un confronto per costruire insieme uno scenario alternativo.
Invece questa scelta definitiva di Bernazzoli, che ricorre alle vie legali per ottenere al riapertura del cantiere, che deve ribadire l'origine nostrana dei rifiuti, mentre ben sappiamo che così non è se non scritto a chiare lettere su un testo impositivo, porta la distanza tra il pensiero e il cuore a misure difficile da quantificare.
C'è il rischio di movimenti tellurici che, sotto un certo punto di vista, potrebbero essere utili ai fini di un rigurgito di fierezza da parte della base dei votanti, sempre di più inascoltati e vilipesi.
Che potrebbero trovare varchi alternativi importanti, come quelli emersi in questi giorni.
La barra ferma al centro del Gcr porta frutto, comunque si osservi il dramma.
Il centro è la salute e il futuro, che dobbiamo pretendere migliori di come ce li vogliono imporre dall'alto.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 15 settembre 2011

+76 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+472 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

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