Il 17 marzo a Monticelli Terme si è svolta un'assemblea pubblica in cui l'assessore all'ambiente del comune di Ponte nelle Alpi ha presentato l'iniziativa del G.A.S. Fotovoltaico 2012, che col metodo del gruppo d'acquisto solidale permette la realizzazione di impianti fotovoltaici sui tetti delle proprie case.
E' notizia di questi giorni che è sorto il primo gruppo di acquisto fotovoltaico intercomunale rivolto ai residenti nei comuni di Traversetolo, Montechiarugolo, Sorbolo, Mezzani, San Secondo e Colorno, volto a favorire l'impianto di pannelli fotovoltaici direttamente sui tetti delle case per l'autonomia energetica dei cittadini.
L'iniziativa si caratterizza come l'esatto opposto del “Fotovoltaico insieme” della Provincia. L'amministrazione provinciale si è vantata di aver attirato 120 milioni di euro di investimenti nel nostro territorio. In realtà ha impiantato più di 30 parchi fotovoltaici a terra, occupando svariati ettari di suolo agricolo, che non hanno fruttato alle amministrazioni locali che pochi spiccioli, in quanto la massa degli incentivi pubblici è stata girata agli investitori.
Una mera speculazione, ben ripagata.
L'iniziativa del gruppo di acquisto solidale è invece molto positiva ed anzi si deve sviluppare, costituendo ESCo comunali che promuovano e coordinino le iniziative, le gare d'acquisto e i finanziamenti dalle banche, per ottenere le condizioni migliori possibili.
“Se l'iniziativa dei GAS venisse adottata da un'amministrazione locale si potrebbe favorire una vera riconversione del territorio agricolo circostante. Trasferendo questo schema al settore energetico è ancora più necessario l'intervento dell'ente locale come intermediario verso il mercato dell'energia tramite una ESCo (società per la promozione dell'efficienza energetica ) che agisca per conto di tutti gli associati; e che, oltre a contrattare le forniture energetiche, intervenga nelle abitazioni e nelle imprese degli utenti associati per promuovere l'efficienza sfruttando gli incentivi, ma anche attivando i finanziamenti resi possibili dalla cessione degli incentivi del conto energia”.
(Guido Viale “La conversione ecologica”)
Per le amministrazioni locali oggi è sempre più impellente produrre risparmio energetico senza dover sostenere investimenti straordinari per ottenerlo.
Questo risparmio energetico sarebbe quindi un beneficio sia per l’ambiente che per le tasche dei cittadini, questo strumento si chiama ESCo.
ESCo sta per Energy Service Company.
Un esempio per capirne il funzionamento.
Il comune sceglie un partner privato (azienda fornitrice di servizi energetici e di risparmio energetico) e con esso viene formata una società, che effettua un censimento energetico degli edifici comunali e ne identifica alcuni dove ci sono margini importanti per migliorare l'efficienza energetica.
Vediamo lo sviluppo con un esempio.
Edificio comunale con bolletta riscaldamento ed elettricità di 60 mila euro/anno ante intervento.
Costo intervento ESCo (es. coibentazione, fotovoltaico o gestione automatica accensione e spegnimento luci e riscaldamento) 36 mila euro, finanziati dal fondo Kyoto al tasso del 0,50%, da restituire in 6 anni.
A seguito dell'intervento la bolletta per riscaldamento ed elettricità diventa di 54 mila euro/anno, con un risparmio annuo di 6 mila euro.
Il comune continua a pagare la bolletta da 60 mila euro per 6 anni, con la differenza (6 mila euro/anno) la ESCo ripaga l’investimento da 36 mila euro.
Dopo 6 anni il comune si troverà una bolletta energetica più bassa (54 invece che 60 mila euro), con in più l’edificio riqualificato, senza aver sostenuto spese straordinarie.
Questa opportunità è ancora più interessante in questi momenti di difficoltà nell’ottenere finanziamenti dalle banche, in quanto è finalmente diventato operativo il fondo Kyoto, che eroga un finanziamento molto agevolato ai soggetti, tra cui le ESCo, che investono in opere di riqualificazione o efficientamento energetico (Tasso agevolato 0,5% per 6 anni).
Nel caso la ESCo comunale impiantasse sui tetti di propri edifici e su quelli di privati a fianco pannelli fotovoltaici, incasserebbe anche gli incentivi pubblici.
Anche se le tariffe per gli incentivi fotovoltaico 2012 sono in calo, installare un impianto fotovoltaico rimane comunque un investimento sicuro e rinnovabile.
Gli incentivi, come in precedenza, hanno durata di 20 anni.
Se l'energia elettrica prodotta si decidesse di consumarla, non la si pagherebbe, diversamente se si decidesse di venderla ad Enel si ricaverebbe 0,08 euro per ogni Kw prodotto.
Se si impiantassero pannelli per 1 Mw si produrrebbero circa 1200 Mw all'anno di elettricità, equivalenti a 240 mila euro circa per 20 anni, più 80 euro per ogni Mw di elettricità venduta, cioè altri 100 mila euro circa, per un totale di 340 mila euro.
Un impianto fotovoltaico da 1,5 milioni di euro, si pagherebbe subito col finanziamento del fondo rotativo Kyoto allo 0,50% di interesse, ottenuto dalla Cassa Depositi e Prestiti dello Stato.
Lo si ripagherebbe in 6 anni stornando 250 mila euro dagli incentivi ottenuti.
Rimarrebbero comunque 90 mila euro da reinvestire.
Per i 14 anni rimanenti, il comune continuerebbe ad usufruire degli incentivi prima stornati, magari per allargare lo stesso impianto fotovoltaico e la sua produzione o per qualsiasi altra iniziativa di risparmio energetico.
L'unico comune dell'Emilia che finora abbia dato vita ad una ESCo è quello di Correggio, Reggio Emilia.
Giuliano Serioli
Rete Ambiente Parma
27 marzo 2011
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