mercoledì 28 marzo 2012

Quanti rifiuti produrrà l'inceneritore?

La chiusura del ciclo è pura invenzione Siamo ormai abituati a sentirci dire che l'inceneritore garantirà l'autosufficienza impiantistica della nostra Provincia, visto che “chiuderà il ciclo dei rifiuti”. Ovviamente questa affermazione fa pensare che l'impianto in costruzione ad Ugozzolo sia una specie di ultima stazione, oltre la quale non serve andare, visto che penserà a tutto il grande forno.



 Ci sentiamo anche spesso interrogare sulla nostra alternativa, e chi lo fa da per scontato che con l'inceneritore non ci sarà più bisogno di discariche, mentre senza, se non si brucia tutto, non si saprebbe dove mettere la montagna di scarti che ogni anno si produce. Insomma con il forno rifiuti zero, senza forno montagne maleodoranti di monnezza. Per smentire questa favola assurda utilizziamo oggi gli stessi dati di progetto desunti dalla relazione tecnico illustrativa del Pai, pagina 96, “caratteristiche dei rifiuti in uscita dal termovalorizzatore”. Già il titolo dovrebbe mettere in allarme, ma i sostenitori del forno hanno sempre sorvolato su questi inutili e noiosi dettagli. Ecco cosa scrive la stessa Iren. “La frazione organica putrescibile ammonta a 33.700 tonnellate all'anno, che verranno trattate fuori provincia”, quindi già questo è un primo viaggio della speranza di cui nessuno parla. “La frazione metallica ferrosa recuperata dalla prima selezione consta di 800 tonnellate all'anno, mentre quella non metallica 200 tonnellate, gli ingombranti e gli scarti da rifiuto urbano 700 tonnellate”. Eccoci ora alla parte più interessante, i “rifiuti residui dal trattamento termico”. Ma come, quella macchina meravigliosa non faceva sparire tutto? Le scorie e ceneri pesanti da incenerimento corrispondono a 30 mila tonnellate annue. Non viene precisato il loro destino se non un “recupero” presso cementifici etc., non si bene quali e dove. I materiali ferrosi e non ferrosi estratti da scorie e ceneri pesanti corrispondono a 2400 tonnellate, ceneri volanti, rifiuto pericoloso, 3.400 tonnellate all'anno ed anche in questo caso non è precisato il loro destino scrivendo un generico “discariche appropriate”. Poi ci sono altri rifiuti pericolosi che sono quelli sodici derivati sempre dal sistema di filtraggio: 3100 tonnellate da portare in rigenerazione con 20% di scarto da mandare in discarica. Ed eccoci ai rifiuti liquidi degli spurghi e gli scarichi dell'osmosi inversa per 13.000 tonnellate da trattare e poi mandare in fognatura. Ma la parte più ghiotta è la caratterizzazione chimica dei rifiuti dell'inceneritore. Arsenico, mercurio, bario, zinco, floruri, solfati, cianuri, piombo, cromo esavalente, nichel, rame, in proporzioni e quantità variabili, che rappresentano il crogiolo di veleni che questo impianto produce nel suo continuo incenerire materia della specie più varia. Parte di questi rifiuti se ne andranno per il camino ad irrorare le nostre terre. Oltre 200 sono le molecole conosciute che escono dai camini ma si calcola che questo numero rappresenti soltanto il 10-20% delle sostanza complessivamente emesse. Per ogni tonnellata di rifiuti bruciati l'inceneritore produce 3 tonnellate di CO2 e fumi, 300 kg di ceneri pesanti, 30 kg di ceneri tossiche. Non sembra proprio alla luce dei fatti che l'inceneritore faccia sparire alcunché. 1 euro speso per abbattere l'inquinamento corrisponde a 10 euro risparmiati, 6 in costi sanitari e 4 in previdenza, mentre si calcola che ogni tonnellata di rifiuti comporti per il contribuente dai 30 ai 180 euro in costi per l'ambiente e la salute. L'inceneritore, nonostante le favole, i rifiuti non li fa sparire, anzi. Li rende più problematici da trattare, difficili o quasi impossibili da intercettare, materiali da maneggiare con estrema cautela perché spesso sono colmi di inquinanti molto pericolosi. Allora, dov'è finito il ciclo chiuso? Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR Parma, 28 marzo 2012 Sono passati 667 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma Mancherebbero 39 giorni all'accensione del forno, se ancora lo si farà

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