venerdì 30 marzo 2012

Falde acquifere e allevamenti intensivi


Un grave problema per la città ma anche per il territorio provinciale

La disinfezione rappresenta il trattamento più diffuso nella depurazione degli acquedotti e, nella maggior parte dei casi, è anche l’unico realizzato sull’acqua prima della sua distribuzione.



Lo scopo della disinfezione è quello di abbattere la carica batterica e virale,  mantenendo un minimo di agente disinfettante nell’acqua per impedire la formazione e lo sviluppo di microrganismi endogeni (es. ferrobatteri) o esogeni da liquami animali introdotti nella rete idrica.
Gli agenti disinfettanti utilizzati nella rete degli acquedotti sono l’ipoclorito di sodio (NaClO) ed il biossido di cloro (ClO2), quest'ultimo più largamente utilizzato.
L'acqua che viene pescata dall'acquedotto di Parma in falda è carica di nitrati.
Le maggiori fonti di nitrati per le acque sono rappresentate dall'inquinamento biologico degli agglomerati urbani e dai liquami provenienti dai suoi rifiuti, dai fertilizzanti in agricoltura, dagli scarichi delle automobili, dai processi di combustione, ma soprattutto dai liquami provenienti dalle  stalle.
Le procedure di smaltimento dei liquami sono regolate dalla legge, ma è molto difficile verificare il rispetto delle diverse capacità di assorbimento dei terreni, perché la superficie necessaria all'azienda può essere affittata o asservita.

E' questo il modo con cui le aziende che non dispongono del terreno necessario in rapporto agli animali allevati (caso frequente negli allevamenti industrializzati o intensivi, detti "senza terra"), possono stipulare dei contratti di affitto o asservimento con diversi proprietari di terreni.
Questo sistema si presta facilmente a frodi.
Lo stesso terreno potrebbe essere utilizzato per più allevamenti; le attività di controllo rispetto a questa eventualità sono oggi tanto scarse quanto difficili.
A tal proposito Marcello Mutti, titolare dell'omonima azienda agroalimentare, afferma categoricamente che le attività di controllo, sia sanitario che delle normative DOP, sono solo formali, mirate all'apparenza esteriore o alle risultanze meramente cartacee.
Tali difficoltà nei controlli rendono inoltre possibili svuotamenti irregolari, purtroppo frequenti, anche nei corsi d'acqua, in momenti in cui è improbabile subire un controllo, come nei giorni festivi o nelle ore notturne, oppure in occasione di piogge intense e durature.
Manovre che causano danni difficilmente quantificabili per l'ecosistema dei corsi d'acqua superficiali.
Un altro punto negativo è la pratica frequente di utilizzare per lo spandimento le coltivazioni arboree, come i pioppeti. Anche se l'eventuale eccesso di liquami non crea conseguenze negative per le piante, favorisce il ruscellamento e la confluenza dei liquami nei corsi d'acqua superficiali, proprio per l'impossibilità fisica del terreno di assorbirli.
In condizioni di concimazione normale, il materiale organico nei sistemi di lavorazione del terreno viene decomposto dai microrganismi presenti nel terreno e convertito in un complesso di composti organici.
In altre parole viene trasformato in humus.
Quest'ultimo è essenziale alla ritenzione ed al movimento dell'acqua nel terreno contenendo così le strutture stesse del suolo e le tracimazioni di fiumi e canali.
In condizioni di concimazione normale i microrganismi mineralizzano le sostanze organiche con produzione di nitrati, fosfati e sali di potassio. Per la complessità del meccanismo in essere, il complesso minerale nutritivo è rilasciato gradualmente, secondo le naturali richieste delle piante.
Quando invece il contenuto in sostanza organica è basso, come nel caso tipico del trattamento con liquami, la concimazione apporta facilmente minerali in eccesso (azoto, fosforo e potassio) rispetto alle richieste fisiologiche delle piante ed alle capacità di ritenzione del terreno.
Il conseguente inquinamento, una specie di soffocamento da eccesso, determina serie conseguenze per la qualità delle acque potabili, con rischi per la salute umana.
Elevati contenuti di azoto nel suolo possono tradursi in eccessive concentrazioni di nitrati nei vegetali, soprattutto ortaggi, con conseguenti rischi per i consumatori.
I nitrati si possono unire alle ammine a livello dello stomaco e formare nitrosammine, riconosciute come sostanze cancerogene.
Non si deve infine dimenticare come, attraverso i reflui, passino nell'ambiente anche i residui dei farmaci assunti dagli animali, che influiscono sulla vita dei vegetali, del suolo e dei consumatori stessi.
Al riguardo la normativa recita:
“La nostra Regione ha adottato con il regolamento regionale 6/95 una disciplina specifica per l’utilizzo dei reflui zootecnici. Viene ribadito il principio dell’utilizzazione agronomica, ossia l’e. z. deve essere usato su di una superficie potenzialmente suscettibile di coltivazione, e per scopi agricoli. La concimazione attraverso l’apporto di refluo zootecnico al terreno costituisce normale pratica agricola, tuttavia essa soggiace al limite del carico massimo di azoto, posto a protezione delle falde acquifere sotterranee, pari a 340 kg. per ettaro, calcolato come media annuale dell’azienda agricola. E’ data inoltre facoltà di sfruttare fondi non appartenenti all’azienda, dietro scambio di fieno per letame”.
E' significativa al riguardo l'ordinanza che prevede il dimezzamento del carico massimo di azoto, 174 kg invece dei 340 Kg della normativa, per una estesa area della nostra provincia: dalla linea collinare Pastorello-Neviano Arduini fino alla città.
Un provvedimento reso noto da Confagricoltura su un'intera pagina della Gazzetta di Parma circa 15 giorni orsono, a testimonianza di un aggravamento dello stato delle falde acquifere e del loro inquinamento.
Senza che l'istituzione accennasse minimamente a tali conseguenze.
Un silenzio che sommato ai numeri esposti riporta una situazione al limite della sostenibilità.
Un inquinamento peraltro comprovato dalle più recenti bollette Iren di città, in cui la spesa per la depurazione è ormai arrivata a circa la metà di quella per l'acqua medesima.

Giuliano Serioli

Rete Ambiente Parma
30 marzo 2012

www.reteambienteparma.org  -  info@reteambienteparma.org
comitato pro valparma - circolo valbaganza - comitato ecologicamente - comitato rubbiano per la vita -
comitato cave all’amianto no grazie - associazione gestione corretta rifiuti e risorse – no cava le predelle –
associazione per l'informazione ambientale a san secondo parmense

Nessun commento:

Posta un commento