L'Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR - dal 2006 si è mossa per impedire la costruzione di un nuovo inceneritore a Parma, a 4 km da piazza Duomo, a fianco di Barilla e Chiesi, Ikea e ParmaRetail. Un mostro che brucerà 130 mila tonnellate di rifiuti all'anno e che inquinerà il nostro territorio per il futuro a venire.
martedì 19 giugno 2012
Rifiuti. il grave ritardo di Parma
ra i chiaroscuri della situazione rifiuti del nostro territorio, spicca da anni il dato negativo della città capoluogo, afflitta da una crescita scarsa della raccolta differenziata (Rd), un trend timido quanto imbarazzante e insensato.
Il nostro territorio spicca in regione per i record di riciclo, macinati dalle cittadine della cintura di Parma, che con media che superano l'80% hanno portato la Provincia in vetta alle media regionali.
Eppure, di fronte a questi indubbi successi, resta il dato disarmante e inspiegabile del capoluogo.
Inspiegabile per modo di dire.
Nei cassetti di piazza Garibaldi infatti giace il progetto della raccolta differenziata elaborato (non gratis) dal consorzio Priula a metà degli anni duemila, quando ancora il progetto dell'inceneritore era sulla carta.
Il Priula è uno dei migliori incubatori italiani di sviluppo delle tecniche della raccolta differenziata e ha sempre spiccato per sperimentazione e continui progressi sulla via del riciclo totale dei materiali di scarto.
Quel rifiuti zero che a Parma, purtroppo, è rimasto uno slogan stropicciato e dimenticato.
Non è casuale comunque che il capoluogo non riesca a superare di slancio l'asticella del 50% di Rd.
I motivi li conosciamo bene e sono tutti i giorni davanti agli occhi dei cittadini.
Il centro storico, anno 2012, è ancora scandalosamente scoperto per la raccolta della frazione umida. Così si perdono tutti i giorni tonnellate di scarti alimentari che non solo costituiscono un costo maggiore per le casse comunali, ma vanno a determinare gravi problemi alle discariche, essendo la frazione umida la responsabile di percolato e gas serra che vi si forma.
Conosciamo poi da vicino la situazione dei mercati rionali, dove ogni giorno si crea un caos di rifiuti infernale, che alla fine viene risolto ammucchiando insieme materiali che tra di loro non hanno affinità, se non quella di finire, per forza di cosa, visto il trattamento subito, nella bocca del forno, non prima di un sollecito conteggio da parte del gestore.
Abbiamo poi la presenza nelle strade della città di centinaia di cassonetti di rifiuto indifferenziato dove chiunque può conferire qualunque cosa in barba alle più semplici regole della corretta gestione dei rifiuti, che insegna come primo comandamento la separazione per tipologia degli oggetti scartati.
E' facile rendersi conto dello spreco in atto da anni: basta sollevare un coperchio ed osservare i materiali contenuti nel cassonetto. Senza addentrarci in facili scommesse è certo che vi troverete carta, cartone, cassette di plastica, organico, bottiglie di vetro. Sono tutti materiali che lì non dovrebbero esserci e che vengono messi, come dire, su un binario sbagliato, che segna per sempre il loro destino.
Infine entriamo in aspetti più specialistici. Il multimateriale, in cui si mischia la parte leggera (plastica e barattolame) con quella pesante, è una sperimentazione che non ha dato il risultato sperato. Il vetro, trattato nei compattatori, si spacca e peggiora la qualità del raccolto.
Il risultato è una pessima Rd di questi materiali e livelli di qualità che il Conai, il consorzio obbligatorio nato dal decreto Ronchi del 1997, sanziona con decrementi economici di grossa entità, dati che ovviamente vengono tenuti nascosti.
Per ultimo da notare come siano ancora insufficienti le frazioni riciclate. All'appello mancano ancora le stoffe, le calzature, i pannolini (e i pannoloni), i tessuti in genere, le plastiche eterogenee.
Il menù della differenziata targata Parma è davvero ancora insufficiente.
In modo ormai indifendibile.
E' urgente cambiare.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 19 giugno 2012
Sono passati
750 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
44 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
29 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno
Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI
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