domenica 17 giugno 2012

Vivere senza inceneritore


Dobbiamo modificare i nostri comportamenti quotidiani

Partiamo dall'umido

Decidere di fare a meno di discariche e inceneritori è una scelta civile che implica un diverso rapporto dei cittadini con i materiali post utilizzo, erroneamente conosciuti come rifiuti.
La rivoluzione la si fa soltanto se i cittadini ne costituiscono le truppe ordinate e convinte della opportunità di questa svolta, mettendoci ognuno il proprio fondamentale contributo.



E come in tutte le rivoluzioni gentili sono i piccoli gesti che determinano la vittoria finale.
Vanno quindi modificati il nostro approccio e i nostri comportamenti quotidiani, affinché questa buona idea diventi prassi consolidata e il territorio si trasformi in un laboratorio di eccellenza della corretta gestione dei materiali.
Tutti noi abbiamo ogni giorno a che fare con lo scarto di materia, con prodotti che hanno terminato la loro funzione e debbono essere collocati nel migliore dei modi per creare il minor danno possibile all'ambiente o, meglio, mantenere il loro valore intrinseco.
Spesso però il nostro approccio è casuale e improprio, delegando la loro gestione alla fase successiva e di fatto impedendo un loro corretto recupero.
Lo si capisce osservando le nostre strade, di città e della provincia, troppo spesso ingombre di cartacce, bottigliette ed ogni genere di rifiuto che viene gettato dai finestrini o abbandonato appositamente lungo argini e bordi strada.

Questo atteggiamento ci fa comprendere quali siano i margini di miglioramento e quanto lavoro sia necessario a livello formativo.
Molti, troppi cittadini ancora non comprendono che i loro gesti determinano in parte lo stato di salute dell'ambiente, con dirette conseguenza sulla salute individuale.
Noi dovremmo agire con i materiali post utilizzo come se la pattumiera dell'indifferenziato non esistesse, ed ogni singolo “rifiuto” andasse collocato nel suo contenitore giusto, come un puzzle che per ogni tessera ha la sua posizione corretta ed univoca, senza scarto alcuno.
Il mondo dei rifiuti lo possiamo suddividere in due grandi gruppi che racchiudono tutti i materiali.
Da una parte l'umido, dall'altra parte il secco.
La frazione organica rappresenta il 40% circa di tutti i nostri rifiuti ed è di fondamentale importanza tenerla separata dal resto, per evitare da un lato di “sporcare” la parte secca, ma dall'altro per preservare la grande ricchezza che racchiude.
Necessario quindi che a tutti i cittadini, ed a tutte le imprese, sia consegnato il contenitore per la raccolta dell'organico e le istruzioni corrette per una pratica senza errori.
Una prima indicazione fondamentale è proprio quella di mantenere separati i due flussi di secco e umido. Mai immettere nel secco una parte organica.
Con questo primo approccio otteniamo una parte secca leggera, senza odori, senza formazione di insetti e effluvi maleodoranti.
Il contenitore dell'organico invece si trasforma in un primo incubatore di compost, la ricca materia fertile che andrà a riportare alle nostre terre quella ricchezza di sostanze che si va via via disperdendo e che viene erroneamente sostituita da componenti chimiche.
Nel contenitore marrone vanno collocate tutte le componenti organiche di scarto come bucce, noccioli, frutta ammalorata, scarti di verdura, ma anche residui di cibo come pane,briciole, ossa, pesce. In questa frazione si possono collocare anche fazzoletti bianchi, non colorati, sporchi di grasso o unti, fondi di caffè e di thè, Il sacchetto in mater bi e il contenitore traforato permettono quella traspirazione che evita odori, muffe e liquidi. Il conferimento regolare al contenitore condominiale porta a livelli di qualità notevoli questa frazione.
Anche lo sfalcio di prati e gli scarti delle potature costituiscono utile materia prima per produrre compost di qualità. In questo settore sono molteplici i salti di qualità che si possono fare. I prati pubblici della nostra città potrebbero ospitare aree di compostaggio gestite a cui si potrebbe conferire il verde delle aree verdi private per arrivare a produrre concime da riversare negli stessi giardini, costituendo un circolo virtuoso che contribuirebbe anche ad un calo drastico dei costi di gestione di questa frazione, diminuendo i trasporti e gli smaltimenti.
La rivoluzione dei rifiuti parte dall'umido, che le aziende alimentari, i ristoranti e le mense sono chiamati a gestire in modo particolare perché produttrici in modo massivo di questa tipologia di scarti, così come i mercati rionali e le feste all'aperto o le mense aziendali e fieristiche.
Tutti i giorni si producono enormi quantità di scarti organici, che se ben gestiti diventano una importante ricchezza, e se invece mal trattati costituiscono un grosso problema, come abbiamo ben conosciuto nella storia tutta italiana di discariche che producono percolati e gas serra in quantità, proprio perché ricche di sostanza organica abbandonata nel secco senza differenziarla.
I rifiuti diventano un problema solo se mal gestiti. Gli scarti possono diventare ricchezza.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 17 giugno 2012

Sono passati
748 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Sono passati
42 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012

Sono passati
27 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI

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