L'inceneritore di Parma, davvero un affarone per i cittadini
Da quando era ancora in gestazione l'inceneritore di Parma era presentato come soluzione di tutti i problemi riguardanti i rifiuti e il loro trattamento.
Oggi scopriamo che l'inceneritore è un affarone solo per chi lo gestisce, mentre per i cittadini si intravedono solo aspetti negativi.
Si sosteneva che l'inceneritore avrebbe abbassato le tariffe.
Ecco cosa scriveva pochi mesi fa il presidente della Provincia di Parma Vincenzo Bernazzoli, prima di essere annichilito dal voto di maggio.
“Non dobbiamo infine dimenticare che Parma, oggi, non è autonoma nello smaltimento. Situazione che ci fa costare lo smaltimento di una tonnellata di rifiuti ben 162 euro, a fronte dei (circa) 117 euro di Piacenza, e dei 121 euro di Reggio Emilia. Grazie al termovalorizzatore, invece, i parmigiani pagheranno tariffe più basse, allineate a quelle delle città vicine”.
Bene, ora Bernazzoli ci farà un grande piacere se ci spiegherà, matematicamente parlando, quale sia la similitudine, l'allineamento tra 166 euro a tonnellata e 117 o 121.
Grazie presidente Bernazzoli per il servizio reso alla verità.
I cittadini ora si stanno chiedendo se tutto il battage promozionale sia stato in realtà una vera e propria presa per i fondelli, o forse meglio una presa per le tasche, dei contribuenti.
Poi vi è l'altro grande tema del teleriscaldamento, la soluzione per tutti i mali provocati dall'inquinamento. Spegneremo 20 mila caldaie, sradicheremo l'inquinamento da Parma.
Poi scopriamo che dati alla mano anche a fronte di tutti quegli spegnimenti il bilancio rimane a sfavore, con la produzione annua in sovrappiù di oltre 3 tonnellate di Pm10, proprio quel particolato che ci fa impazzire durante i lunghi mesi dell'inverno.
Non poteva mancare anche il dato negativo sulle tariffe del teleriscaldamento che, adeguate a rese di impianti di riscaldamento antidiluviano portano i costi per gli utenti a lievitare fino a livelli impossibili. Tanto che a Piacenza si sono rivolti all'Antitrust, a Reggio stanno pensando a tornare al vecchio sistema.
Ma quanto costerà a Parma l'inceneritore ancora non è dato sapersi.
Iren si trincera dietro al segreto di Borsa, quando l'autorizzazione prevedeva totale trasparenza sul progetto e assoluta disponibilità a fornire tutti i dati richiesti.
A quanto pare nel piano economico finanziario consegnato alla nuova amministrazione non si fa menzione dei costi di manutenzione e di revamping che questi impianti necessitano almeno ogni 5 anni, come è scritto anche nell'autorizzazione integrata ambientale, alla prescrizione numero 39.
Oggi l'affaire inceneritore assomiglia sempre di più ad una stangata.
E qualcuno ne dovrebbe rispondere.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 17 luglio 2012
Sono passati
778 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
72 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
57 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno
Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI
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