martedì 24 luglio 2012

Un consorzio per difendere il futuro


Da un anno e mezzo Rete Ambiente Parma mette in relazione i comitati e le associazioni che operano sul nostro territorio a difesa di aria, acqua, suolo, futuro.
Oltre ad essere un elemento di elaborazione, la Rete ha assunto un ruolo di sostegno per le emergenze e per le iniziative dei singoli che venivano messe in campo sul territorio.
Un ruolo importante, ma sufficiente: bisogna osare di più.
Ci vuole un salto di qualità.



Un consorzio dei comitati potrebbe essere la strada da intraprendere.
Un legame, di reciproca assicurazione, con una veste legale in grado di supportare efficacemente i comitati stessi, acquisendo proposte e progetti inerenti il territorio e la sua difesa. Senza dimenticare la possibilità di promuovere class actions nei confronti di enti pubblici e privati per danni all'ambiente del territorio e alla salute dei cittadini. Mantenendo ognuno la propria indipendenza, originalità, autonomia.
Il consorzio dovrebbe avere una struttura rappresentativa agile, capace di fare da cassa di risonanza sui media e con una struttura in grado di affrontare le vertenze.

Nella nostra provincia ci sono ormai diversi comitati ambientali. Sono nati contro l'incenerimento dei rifiuti, contro le centrali a cippato di legna, contro la gassificazione delle biomasse, contro la combustione di oli esausti, contro le centrali a biogas da coltivazione dedicate, contro lo sfruttamento delle cave ofiolitiche e il pericolo dell'amianto.
Le normative nazionali e regionali favoriscono la speculazione della green economy, l'assalto alla diligenza degli incentivi pubblici, senza i quali tale produzione sarebbe antieconomica. Lo sviluppo delle energie rinnovabili è possibile solo a patto di non consumare le risorse naturali, il suolo, l'acqua, l'aria e i boschi.
E' una linea sottile. In ballo c'è la nostra salute, le produzioni di qualità dell'agro-alimentare, lo sviluppo stesso della nostra economia. Gli incentivi dovrebbero essere appannaggio delle amministrazioni locali per progetti mirati al bene comune, favorire l'autonomia energetica di allevatori e agricoltori con piccoli impianti volti a smaltire deiezioni animali e scarti agricoli.
Nel luglio del 2011 la Regione Emilia Romagna, sotto la spinta dei comitati, ha promulgato normative più restrittive in tal senso. Si parla di escludere impianti a biogas dai territori del parmigiano-reggiano, di limitare le coltivazioni energetiche e il loro uso per il biogas, di alimentare le centrali a biomassa solo con scarti forestali.
Non vediamo ancora applicazioni. Le ditte che propongono impianti arrivano addirittura a minacciare i comuni di rivalsa economica.
Le coltivazioni energetiche non andrebbero limitate ma vietate, perché, oltre a rendere infertili i suoli, oltre a sottrarre terra a coltivazioni di pregio, inquinano pesantemente il mercato dell'affittanza agricola.
Gli scarti forestali esistono solo se si fanno tagli. Nessun tagliaboschi o azienda di taglio recupera le ramaglie, le abbandona.
Se una cooperativa raccogliesse ramaglie, sarebbero solo quelle dei suoi tagli e solo col taglio meccanizzato, il diradamento.
Tali restrizioni ci paiono solo formali. Noi vediamo solo autorità locali e sindaci che, sposata l'ideologia della green economy, danno permessi con leggerezza, senza sentire i loro concittadini.
In alternativa, vediamo sindaci che temono di opporsi a direttive che vengono dall'alto.
Non ci sono allo stato attuale entità che prendano le difese dei cittadini da tutti questi progetti senza senso, e i comitati che sorgono spontanei si sentono deboli contro le lobbies che di volta in volta sostengono questi salti nel buio per promuovere la loro economia.
C'è bisogno di sostegno reciproco, di sentirsi forti e difesi, di avere dei riferimenti certi.
Se il territorio non fa sistema sono i cittadini oggi a dover indicare la strada.

Giuliano Serioli

Rete Ambiente Parma
24 luglio 2012

www.reteambienteparma.org  -  info@reteambienteparma.org
comitato pro valparma - circolo valbaganza - comitato ecologicamente - comitato rubbiano per la vita -
comitato cave all’amianto no grazie - associazione gestione corretta rifiuti e risorse – no cava le predelle –
associazione per l'informazione ambientale a san secondo parmense

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