Sabato 20 ottobre Laterlite ha illustrato sulla Gazzetta di Parma la propria attività, proponendosi come società sensibile ai temi ambientali e con un irrilevante impatto sul territorio.
Oggi sarebbe davvero difficile autorizzare un impianto privato di co-incenerimento di rifiuti pericolosi, tenendo conto del principio di precauzione, del buon senso e della legge, che impone una distanza minima di 500 metri dal primo centro abitato, regola che ci illumina sul potenziale impatto di impianti insalubri di prima classe come è quello di Laterlite.
Il comitato Rubbiano per la vita non ha mai negato la legittimità di un’attività privata, autorizzata al coincenerimento di 65000 tonnellate all'anno di rifiuti pericolosi nell’ambito della propria attività, ma desidera dare voce ai cittadini che pongono domande sul potenziale impatto ambientale e quindi sanitario, data la quantità delle emissioni inquinanti, ancorché normate dalla legge vigente. Purtroppo gli annunci dell’azienda non contribuiscono a rasserenare e tranquillizzare le persone che vivono nei pressi di tale realtà, un territorio, ricordiamolo, fortemente antropizzato, di grande pregio naturalistico, situato al centro della food valley.
Il comitato da sempre vuole essere attento alle criticità ambientali con particolare attenzione alle possibili conseguenze sulla salute umana e per questo si muove su tre obiettivi principali:
1) La riduzione degli inquinanti immessi in atmosfera, che come prescrive Aia (Autorizzazione Integrata Ambiente), devono diminuire; 2) L'integrazione, intensificazione e trasparenza dei controlli eseguiti da Arpa, organo preposto; 3) L'informazione puntuale sull’autorizzazione e sui dati forniti.
Ci pare doveroso entrare nel merito delle questioni, per dare il nostro contributo.
Ci poniamo alcune domande.
Laterlite è in grado di garantire che le sostanze inquinanti che immette in atmosfera, ancorché sotto la soglia di legge, non abbiano un impatto ambientale e quindi sanitario, così come l’estrema positività al test sulla mutagenesi di tutto ciò che esce dal camino?
Perché la diossina immessa in atmosfera negli ultimi 5 anni, si è moltiplicata 50 volte, attestandosi agli 0,5 grammi del 2011, travisando lo spirito dell’Aia?
Perché il valore degli ossidi di azoto Nox (pericoloso inquinante) è pubblicato ridotto di circa il 50% rispetto ai valori realmente emessi, in contrasto col principio di trasparenza?
Perché ai cittadini non è consentito partecipare alla conferenza dei servizi, momento decisionale molto importante in cui si possono modificare le caratteristiche di questi impianti?
In mancanza di risposte esaurienti e definitive, non ci pare che identificarsi, come fa Laterlite, come una azienda leader nel proprio settore ci metta al riparo dalle possibili conseguenze provocate sull'ambiente.
Il comitato si è fatto promotore di alcune analisi su matrici ambientali che, senza accusare nessuno, tanto meno Laterlite, hanno evidenziato uno stato di salute del territorio in cui viviamo perlomeno critico.
Per questo motivo i nostri sforzi si moltiplicheranno per raggiungere gli obiettivi individuati.
Una riflessione particolare crediamo vada fatta su come si liquida, forse in modo frettoloso, il potenziale impatto ambientale, insistendo sul fatto che le emissioni sono a norma di legge e certificate dai controlli dell’ente preposto.
Ricordiamo che nemmeno i camini dell’Ilva di Taranto presentano valori emissivi fuori legge, ma si ritiene ora che l’accumulo nel tempo abbia provocato le gravi conseguenze che sono agli onori della cronaca in questi giorni, considerazione che ci spinge a consigliare a tutti la massima prudenza.
Altra doverosa precisazione riguarda i rifiuti pericolosi trattati a Rubbiano, diversamente da quanto riportato dall’azienda, destano in noi preoccupazione. Nel 2010, sono state trattate, tra l’altro, emulsioni per circuiti idraulici, codice CER 130105, emulsioni oleose, codice CER 130507, emulsioni per macchinari, codice CER 120109, rifiuti pericolosi, che apparentemente non sembrano avere caratteristiche tali da poter sostituire il gas metano, in quanto a potere calorico come prescrive l’Aia vigente.
Dalle considerazioni espresse dall’amministratore delegato apprendiamo che il mercato ha subito una forte contrazione valutata in un calo del 50% dal 2007, cui però non ha corrisposto un dimezzamento dei rifiuti pericolosi trattati che sono utilizzati da allora in quantità invariata.
Se l’utilizzo dei rifiuti pericolosi è strettamente legato alla produzione, non si comprende come a un calo di produttività non sia seguito un corrispondente calo dei rifiuti utilizzati.
Il comitato intende proporre questi e altri argomenti di discussione che ritiene meritevoli di attenzione e approfondimento, nella sede legittima che è l’Osservatorio Ambientale, che il 4 luglio scorso vide con unanimità di consensi la sua rinascita.
Purtroppo ad oggi non è stato ancora convocato.
Non vi è alcuna intenzione persecutoria né diffamatoria da parte del Comitato Rubbiano per la Vita nei confronti di Laterlite.
Riteniamo invece che si stia aprendo solo ora un legittimo dibattito sulla gestione del territorio, che democraticamente riguarda tutte le sue componenti, ma soprattutto i cittadini che su quel territorio ci vivono con le proprie famiglie ed hanno il diritto di essere informati e di conoscere nella massima trasparenza, tutte le scelte strategiche che riguardano grandi impianti industriali come Laterlite.
Comitato Rubbiano per la Vita
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