La Procura
ricorre in Cassazione, il Paip è nato fuorilegge
Il procuratore capo di Parma
Gerardo Laguardia rilancia ancora una volta la sua richiesta di
sequestro del cantiere del Paip, depositando il ricorso alla Corte di
Cassazione.
L'inceneritore di Parma,
dice, è frutto di una operazione corruttiva che ha caratterizzato il
progetto fin dal suo nascere, toccando proprio i funzionari che
dovevano prendere decisioni fondamentale per l'avvio del cantiere.
Il ragionamento della
procura è semplice: se i giudici hanno riconosciuto che la
corruzione è stata il leit motiv del processo autorizzativo,
addirittura affermando che Iren ha utilizzato cospicue somme di
denaro per raggiungere i suoi scopi (l'ok al forno), è tutto il
procedimento del polo ambientale di Ugozzolo ad uscirne azzoppato e
intriso di illeciti che ne mettono in dubbio la stessa liceità.
In altre parole, se ho
utilizzato un sistema illecito per ottenere una autorizzazione, come
posso dire che l'autorizzazione è valida a prescindere?
Ancora più semplicemente.
Se per ottenere la patente
corrompo il commissario d'esame, come si fa a sostenere che comunque
io so guidare? Non andrebbe rifatto l'esame? Non andrebbe bloccato il
mio accesso alla vettura fino a quando non posso dimostrare di essere
davvero capace di condurre un mezzo senza l'aiuto della bustarella?
Emuanuele Moruzzi è stato
il dominus che più di altri ha vissuto tutti gli anni del
procedimento in prima persona, fin dal primo approccio del 2006,
quando Iren (Enia) bussò alla porta del comune.
Solo grazie a quel primo ok
del consiglio comunale la procedura ha potuto prendere avvio e
spostarsi sulle altre fasi successive.
Solo grazie al sì del
consiglio comunale del marzo 2006 si è aperta la porta principale
che ha condotto Iren ad aggiudicarsi il pezzo di carta nel 2008, con
la procedura di Via.
Come è stata gestita quella
fase?
Hanno scritto il vero i
funzionari comunali che avevano redatto la delibera?
Come mai Iren è stata
descritta come pubblica in una pagina, per poi diventare privata in
quella successiva? Come è stato possibile affermare che Iren aveva
il nulla osta di Ato, quando l'agenzia non aveva alcuna competenza
autorizzativa per lo smaltimento?
Quali sonni profondi
dormivano i consiglieri stessi per dare il loro quasi unanime
assenso?
Il progetto di Iren è
arrivato alla conferenza dei servizi già cotto e condito.
Indicazione della dimensione
del forno, localizzazione della struttura.
A che cosa servirebbe allora
la conferenza dei servizi se tutto è stato deciso.
Come mai Iren era presente ad ogni seduta della conferenza dei servizi, perfino in quella che ha deliberato le prescrizioni?
Come mai Iren era presente ad ogni seduta della conferenza dei servizi, perfino in quella che ha deliberato le prescrizioni?
Com'è possibile che il
dimensionamento del forno (130 mila tonnellate) sia stato deciso dal
proponente (Iren) andando a cozzare contro lo strumento di
pianificazione del PPGR (che prevedeva 65 mila) e che nessuno in
conferenza abbia sollevato alcunchè?
Com'è possibile che la
scelta localizzativa sia stata affidata direttamente al proponente
senza che gli enti preposti abbiamo mosso alcune osservazione al
riguardo. Era tutto già deciso?
A che servono le conferenze
dei servizi se non a valutare e MODIFICARE i progetti dei proponenti?
Chissà che la Cassazione
non aiuti Parma a scoprire la verità.
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
Parma,
18 dicembre 2012
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