martedì 18 dicembre 2012

Inceneritore di Parma frutto della corruzione


La Procura ricorre in Cassazione, il Paip è nato fuorilegge

Il procuratore capo di Parma Gerardo Laguardia rilancia ancora una volta la sua richiesta di sequestro del cantiere del Paip, depositando il ricorso alla Corte di Cassazione.
L'inceneritore di Parma, dice, è frutto di una operazione corruttiva che ha caratterizzato il progetto fin dal suo nascere, toccando proprio i funzionari che dovevano prendere decisioni fondamentale per l'avvio del cantiere.
Il ragionamento della procura è semplice: se i giudici hanno riconosciuto che la corruzione è stata il leit motiv del processo autorizzativo, addirittura affermando che Iren ha utilizzato cospicue somme di denaro per raggiungere i suoi scopi (l'ok al forno), è tutto il procedimento del polo ambientale di Ugozzolo ad uscirne azzoppato e intriso di illeciti che ne mettono in dubbio la stessa liceità.

In altre parole, se ho utilizzato un sistema illecito per ottenere una autorizzazione, come posso dire che l'autorizzazione è valida a prescindere?
Ancora più semplicemente.
Se per ottenere la patente corrompo il commissario d'esame, come si fa a sostenere che comunque io so guidare? Non andrebbe rifatto l'esame? Non andrebbe bloccato il mio accesso alla vettura fino a quando non posso dimostrare di essere davvero capace di condurre un mezzo senza l'aiuto della bustarella?
Emuanuele Moruzzi è stato il dominus che più di altri ha vissuto tutti gli anni del procedimento in prima persona, fin dal primo approccio del 2006, quando Iren (Enia) bussò alla porta del comune.
Solo grazie a quel primo ok del consiglio comunale la procedura ha potuto prendere avvio e spostarsi sulle altre fasi successive.
Solo grazie al sì del consiglio comunale del marzo 2006 si è aperta la porta principale che ha condotto Iren ad aggiudicarsi il pezzo di carta nel 2008, con la procedura di Via.
Come è stata gestita quella fase?
Hanno scritto il vero i funzionari comunali che avevano redatto la delibera?
Come mai Iren è stata descritta come pubblica in una pagina, per poi diventare privata in quella successiva? Come è stato possibile affermare che Iren aveva il nulla osta di Ato, quando l'agenzia non aveva alcuna competenza autorizzativa per lo smaltimento?
Quali sonni profondi dormivano i consiglieri stessi per dare il loro quasi unanime assenso?
Il progetto di Iren è arrivato alla conferenza dei servizi già cotto e condito.
Indicazione della dimensione del forno, localizzazione della struttura.
A che cosa servirebbe allora la conferenza dei servizi se tutto è stato deciso.
Come mai Iren era presente ad ogni seduta della conferenza dei servizi, perfino in quella che ha deliberato le prescrizioni?
Com'è possibile che il dimensionamento del forno (130 mila tonnellate) sia stato deciso dal proponente (Iren) andando a cozzare contro lo strumento di pianificazione del PPGR (che prevedeva 65 mila) e che nessuno in conferenza abbia sollevato alcunchè?
Com'è possibile che la scelta localizzativa sia stata affidata direttamente al proponente senza che gli enti preposti abbiamo mosso alcune osservazione al riguardo. Era tutto già deciso?
A che servono le conferenze dei servizi se non a valutare e MODIFICARE i progetti dei proponenti?
Chissà che la Cassazione non aiuti Parma a scoprire la verità.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 18 dicembre 2012

Nessun commento:

Posta un commento