La
giornata nazionale dedicata all'acqua pubblica
La giornata nazionale
dell’acqua pubblica si è svolta sabato a Reggio Emilia, con la
partecipazione degli amministratori locali reggiani. Nel pomeriggio
la manifestazione per ribadire il rispetto del voto referendario.
Lo stato dell’arte a
Reggio e provincia sulla gestione del servizio idrico.
Il contratto per la gestione
dell’acqua con Iren è scaduto nel 2011, in deroga però fino ad
oggi. Entro il 2012 Reggio e provincia devono decidere a chi
assegnare la gestione.
Le strade delineate sono la
concessioni a gara, quindi esternalizzazione del servizio, oppure la
gestione in-house, cioè “in casa” e affidamento diretto a
società 100% pubblica.
Per quale soluzione si sia
espresso il comitato è inutile dirlo e i giorni a venire saranno
cruciali in tal senso e il prossimo il consiglio comunale discuterà
una mozione popolare su questo argomento.
Dopo il voto si terrà la
conferenza dei sindaci per la decisione definitiva.
La Provincia non sta a
guardare.
In questa sede verrà
presentato un atto di indirizzo dell’ente per la decisione che
spetta ai sindaci. Con il pungolo del comitato, gli amministratori
avevano già colto la sfida: sentito il parere di Lucarelli, che ha
lavorato alla ripubblicizzazione dell’acqua a Napoli, hanno
studiato i percorsi nei comuni di Gorizia, Verona e Torino per
ripensare il modello e il concetto stesso di multiutility.
Molti i contributi giunti
dall’universo del movimento per l’acqua.
Dopo l’introduzione del
comitato di Reggio sono intervenuti sul palco don Emanuele con la
posizione della Chiesa, la responsabile dall’associazione
Consumatori di Reggio, l’ex direttore generale di AGAC, azienda
consortile pubblica che gestiva l’acqua prima dell’avvento di
IREN, il rappresentante confederale della Cgil reggiana, i Rurali
Reggiani e GCR di Parma.
Poi i percorsi di altre
realtà italiane: Roma, Napoli, Milano, e da ultimo uno sguardo
all’Europa con l’intervento della società pubblica che gestisce
l’acqua a Grenoble, che ha portato il sostegno nella lotta per la
ripubblicizzazione dell’acqua dalla società pubblica di gestione
dell’acqua di Parigi.
Dalle buone pratiche
italiane ed europee a confronto è scaturita una road map chiara su
come procedere: rispettare il voto espresso nel referendum e generare
utili.
Servono aziende pubbliche
fortemente radicate sul territorio disposte a reinvestire in esso,
per il mantenimento e efficientamento della rete idrica.
A Grenoble l’azienda
ripubblicizzata 10 anni fa genera utili.
I movimenti dell'acqua vanno
inclusi nell’elaborazione del progetto per la ripubblicizzazione,
inserendo anche movimentisti e cittadini, lavoratori delle stesse
aziende, nei processi decisionali e nei consigli di amministrazione.
Vanno aboliti i gettoni di
presenza nei consigli di amministrazione, in modo da disincentivare
chi è lì solo per incassare e invece fare posto a chi ha a cuore i
beni comuni
Sviluppare un azionariato
diffuso comuni in modo da coinvolgere direttamente i cittadini anche
dal punto di vista finanziario, evitare speculazioni, garantendo una
tariffazione sociale e sottraendo così il servizio idrico alle
logiche di mercato.
Per i cittadini di Parma e
del parmense notare che il comitato Acqua Pubblica di Roma, di
concerto con l’opposizione, ha fatto ricorso al Tar e ha impedito
che la giunta Alemanno vendesse il 21% delle quote di Acea (di cui
detiene il 51%) alienando il servizio idrico per fare cassa.
A gennaio il comitato Acqua
Pubblica di Roma presenterà alla cittadinanza il piano per una
gestione corretta dell’acqua pubblica.
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
Parma,
16 dicembre 2012
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