domenica 16 dicembre 2012

Sorella acqua reggiana


La giornata nazionale dedicata all'acqua pubblica

La giornata nazionale dell’acqua pubblica si è svolta sabato a Reggio Emilia, con la partecipazione degli amministratori locali reggiani. Nel pomeriggio la manifestazione per ribadire il rispetto del voto referendario.
Lo stato dell’arte a Reggio e provincia sulla gestione del servizio idrico.
Il contratto per la gestione dell’acqua con Iren è scaduto nel 2011, in deroga però fino ad oggi. Entro il 2012 Reggio e provincia devono decidere a chi assegnare la gestione.

Le strade delineate sono la concessioni a gara, quindi esternalizzazione del servizio, oppure la gestione in-house, cioè “in casa” e affidamento diretto a società 100% pubblica.
Per quale soluzione si sia espresso il comitato è inutile dirlo e i giorni a venire saranno cruciali in tal senso e il prossimo il consiglio comunale discuterà una mozione popolare su questo argomento.
Dopo il voto si terrà la conferenza dei sindaci per la decisione definitiva.
La Provincia non sta a guardare.
In questa sede verrà presentato un atto di indirizzo dell’ente per la decisione che spetta ai sindaci. Con il pungolo del comitato, gli amministratori avevano già colto la sfida: sentito il parere di Lucarelli, che ha lavorato alla ripubblicizzazione dell’acqua a Napoli, hanno studiato i percorsi nei comuni di Gorizia, Verona e Torino per ripensare il modello e il concetto stesso di multiutility.
Molti i contributi giunti dall’universo del movimento per l’acqua.
Dopo l’introduzione del comitato di Reggio sono intervenuti sul palco don Emanuele con la posizione della Chiesa, la responsabile dall’associazione Consumatori di Reggio, l’ex direttore generale di AGAC, azienda consortile pubblica che gestiva l’acqua prima dell’avvento di IREN, il rappresentante confederale della Cgil reggiana, i Rurali Reggiani e GCR di Parma.
Poi i percorsi di altre realtà italiane: Roma, Napoli, Milano, e da ultimo uno sguardo all’Europa con l’intervento della società pubblica che gestisce l’acqua a Grenoble, che ha portato il sostegno nella lotta per la ripubblicizzazione dell’acqua dalla società pubblica di gestione dell’acqua di Parigi.
Dalle buone pratiche italiane ed europee a confronto è scaturita una road map chiara su come procedere: rispettare il voto espresso nel referendum e generare utili.
Servono aziende pubbliche fortemente radicate sul territorio disposte a reinvestire in esso, per il mantenimento e efficientamento della rete idrica.
A Grenoble l’azienda ripubblicizzata 10 anni fa genera utili.
I movimenti dell'acqua vanno inclusi nell’elaborazione del progetto per la ripubblicizzazione, inserendo anche movimentisti e cittadini, lavoratori delle stesse aziende, nei processi decisionali e nei consigli di amministrazione.
Vanno aboliti i gettoni di presenza nei consigli di amministrazione, in modo da disincentivare chi è lì solo per incassare e invece fare posto a chi ha a cuore i beni comuni
Sviluppare un azionariato diffuso comuni in modo da coinvolgere direttamente i cittadini anche dal punto di vista finanziario, evitare speculazioni, garantendo una tariffazione sociale e sottraendo così il servizio idrico alle logiche di mercato.
Per i cittadini di Parma e del parmense notare che il comitato Acqua Pubblica di Roma, di concerto con l’opposizione, ha fatto ricorso al Tar e ha impedito che la giunta Alemanno vendesse il 21% delle quote di Acea (di cui detiene il 51%) alienando il servizio idrico per fare cassa.
A gennaio il comitato Acqua Pubblica di Roma presenterà alla cittadinanza il piano per una gestione corretta dell’acqua pubblica.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 16 dicembre 2012

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