La
minoranza e la psicosi del camino
La sindrome inceneritore
colpisce ancora.
E sono gli stessi attori a
recitare la stessa parte.
Avevamo già assistito a due
clamorosi episodi di questo genere ma, si sa, dopo il due arriva il
tre.
Il 23 marzo 2011 la
commissione sanità-ambiente si era svolta quasi a porte chiuse
(diretta televisiva negata, posti per il pubblico 20) con rischio
annullamento perché Gcr, secondo l'allora consigliere Pantano, la
voleva trasformare in una pubblica assemblea.
Nel settembre dello stesso
anno i capigruppo avevano negato il referendum sull'inceneritore,
motivando la grave decisione con un pilatesco “non abbiamo capito
la domanda”.
La risposta dei cittadini
non si era fatta attendere.
Nel maggio del 2012 la
Caporetto del centrosinistra che, nonostante la vittoria in pugno,
dopo tre legislature di centrodestra, la caduta di Vignali, il
commissariamento del comune, si gioca la poltrona candidando l'uomo
d'apparato Bernazzoli, ma soprattutto sottovalutando l'effetto forno,
che aiutò non poco a spostare le lancette delle urne.
Una lezione memorabile, di
cui però ci si continua a scordare.
Così ieri siamo alla terza
messa in scena del delirio forno.
Dopo mesi di impasse
finalmente si fissa la data del consiglio comunale dedicato al tema
inceneritore, richiesto lo scorso settembre dal consigliere comunale
di minoranza Roberto Ghiretti.
E' il 9 di gennaio, quando
anche Iren ha dato la sua disponibilità dopo che fitte agende
avevano procrastinato l'impegno.
La rosa degli interventi è
ampia.
La maggioranza intende
evidenziare i rischi cui si va incontro con il forno oltre che
ascoltare chi il forno lo costruisce e chi lo sostiene. Insomma par
condicio.
Tra l'altro in un consiglio
che sul tema non prenderà decisione alcuna: un'occasione per
ascoltare, approfondire, fare chiarezza.
Da una parte Iren,
Provincia, Regione, Atersir, dall'altra Paolo Rabitti, consulente del
comune sul tema, Patrizia Gentilini, oncologa, vicina a Forlì al
sentire del sindaco del Pd, Enzo Favoino, luminare della raccolta
differenziata che sta progettando con altri il nuovo corso dei
rifiuti, anche a Reggio dove il Pd regna, Marco Caldiroli, chimico e
stimto esperto di emissioni da combustione.
Inviti inoltrati dal
presidente del consiglio comunale.
E' questa parterre, invitata
dal presidente del consiglio comunale, che Gcr ha comunicato alla
città, per recuperare l'interesse che a pochi mesi dall'avvio
rischia di calare. Perché ovviamente è il nostro tema sul quale ci
battiamo dal 2006, che novità.
Ma così il forno e il
consiglio comunale dedicato sono tornati alla ribalta dell'attenzione
dei cittadini.
Si sono di nuovo scaldati
gli animi e sull'inceneritore di nuovo fari accesi che la minoranza
respinge come il diavolo l'acqua santa.
Mai parlare di inceneritore,
silenzio totale sul tema, disinformazione come arma totalitaria.
Così la palestra
dell'arrampicata sugli specchi è tornata in voga.
Mille scuse per frenare,
ridurre, contingentare il consiglio comunale che avrebbe messo sul
piatto la verità su questo progetto, i mille dubbi, le tante gravi
realtà sanitarie che accompagnano le stagioni dei forni.
Con il risultato di aver
praticamente cancellato il consiglio, trasformato in una specie di
sfilata di Iren & friends, senza contraddittorio.
Il terzo atto di questa
tragicomica commedia è perfetto per la minoranza.
Ancora una volta vince la
sordina da imporre sulla città, che non deve ascoltare, non deve
sapere, non deve rendersi conto di che cosa stia per succedere a
Parma con il convinto coinvolgimento di chi c'era e c'è ancora in
consiglio. Il bavaglio.
Il forno ha padri e madri
determinati.
Si chiamano Ubaldi, si
chiamano Bernazzoli.
Hanno una corte di fanti
pronti a imbracciare le armi e agire di fioretto.
Senza fare prigionieri.
Un'altra pagina nera, come
se Parma non fosse proprio cambiata di un passo.
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
Parma,
8 gennaio 2013
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