martedì 8 gennaio 2013

Il terrore del forno


La minoranza e la psicosi del camino

La sindrome inceneritore colpisce ancora.
E sono gli stessi attori a recitare la stessa parte.
Avevamo già assistito a due clamorosi episodi di questo genere ma, si sa, dopo il due arriva il tre.
Il 23 marzo 2011 la commissione sanità-ambiente si era svolta quasi a porte chiuse (diretta televisiva negata, posti per il pubblico 20) con rischio annullamento perché Gcr, secondo l'allora consigliere Pantano, la voleva trasformare in una pubblica assemblea.



Nel settembre dello stesso anno i capigruppo avevano negato il referendum sull'inceneritore, motivando la grave decisione con un pilatesco “non abbiamo capito la domanda”.
La risposta dei cittadini non si era fatta attendere.
Nel maggio del 2012 la Caporetto del centrosinistra che, nonostante la vittoria in pugno, dopo tre legislature di centrodestra, la caduta di Vignali, il commissariamento del comune, si gioca la poltrona candidando l'uomo d'apparato Bernazzoli, ma soprattutto sottovalutando l'effetto forno, che aiutò non poco a spostare le lancette delle urne.
Una lezione memorabile, di cui però ci si continua a scordare.
Così ieri siamo alla terza messa in scena del delirio forno.
Dopo mesi di impasse finalmente si fissa la data del consiglio comunale dedicato al tema inceneritore, richiesto lo scorso settembre dal consigliere comunale di minoranza Roberto Ghiretti.
E' il 9 di gennaio, quando anche Iren ha dato la sua disponibilità dopo che fitte agende avevano procrastinato l'impegno.
La rosa degli interventi è ampia.
La maggioranza intende evidenziare i rischi cui si va incontro con il forno oltre che ascoltare chi il forno lo costruisce e chi lo sostiene. Insomma par condicio.
Tra l'altro in un consiglio che sul tema non prenderà decisione alcuna: un'occasione per ascoltare, approfondire, fare chiarezza.
Da una parte Iren, Provincia, Regione, Atersir, dall'altra Paolo Rabitti, consulente del comune sul tema, Patrizia Gentilini, oncologa, vicina a Forlì al sentire del sindaco del Pd, Enzo Favoino, luminare della raccolta differenziata che sta progettando con altri il nuovo corso dei rifiuti, anche a Reggio dove il Pd regna, Marco Caldiroli, chimico e stimto esperto di emissioni da combustione.
Inviti inoltrati dal presidente del consiglio comunale.
E' questa parterre, invitata dal presidente del consiglio comunale, che Gcr ha comunicato alla città, per recuperare l'interesse che a pochi mesi dall'avvio rischia di calare. Perché ovviamente è il nostro tema sul quale ci battiamo dal 2006, che novità.
Ma così il forno e il consiglio comunale dedicato sono tornati alla ribalta dell'attenzione dei cittadini.
Si sono di nuovo scaldati gli animi e sull'inceneritore di nuovo fari accesi che la minoranza respinge come il diavolo l'acqua santa.
Mai parlare di inceneritore, silenzio totale sul tema, disinformazione come arma totalitaria.
Così la palestra dell'arrampicata sugli specchi è tornata in voga.
Mille scuse per frenare, ridurre, contingentare il consiglio comunale che avrebbe messo sul piatto la verità su questo progetto, i mille dubbi, le tante gravi realtà sanitarie che accompagnano le stagioni dei forni.
Con il risultato di aver praticamente cancellato il consiglio, trasformato in una specie di sfilata di Iren & friends, senza contraddittorio.
Il terzo atto di questa tragicomica commedia è perfetto per la minoranza.
Ancora una volta vince la sordina da imporre sulla città, che non deve ascoltare, non deve sapere, non deve rendersi conto di che cosa stia per succedere a Parma con il convinto coinvolgimento di chi c'era e c'è ancora in consiglio. Il bavaglio.
Il forno ha padri e madri determinati.
Si chiamano Ubaldi, si chiamano Bernazzoli.
Hanno una corte di fanti pronti a imbracciare le armi e agire di fioretto.
Senza fare prigionieri.
Un'altra pagina nera, come se Parma non fosse proprio cambiata di un passo.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 8 gennaio 2013

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