I dati
clamorosi del rapporto rifiuti 2011. Parma pattumiera d'Italia?
E' il
regalo della Befana
Con un “solo” anno di
ritardo la Provincia ha presentato il rapporto rifiuti 2011, peraltro
non ancora fruibile sul sito dell'osservatorio provinciale rifiuti,
aggiornato solo al 2010.
Presentare nel 2013 un
rapporto del 2011, quando nel frattempo un altro anno è già
passato, è di per sé dare notizie vecchie e sorpassate dalla
realtà, con l'intento di spacciarle per nuove.
Ma comprendiamo il motivo.
La strada verso il porta a
porta è senza ritorno e i calcoli per determinare le necessità di
trattamento del residuo andavano fatti una volta applicata una
corretta gestione dei rifiuti e non prima.
Il risultato del rapporto è
clamoroso.
Abbiamo un impianto di
incenerimento sovra dimensionato già rispetto ai dati 2011, oltre
che sovra costoso, e il conto verrà presentato agli ignari
cittadini, sia in termini economici che in quelli di impatto
ambientale.
Nella regione, e a Parma, il
calo di produzione è del 3%, una dinamica che è frutto di due
componenti, la crisi economica e l'ampliamento del porta a porta che
ha sempre come effetto quello del calo pro capite. E questo calo è
confermato a Parma nonostante l'aumento della popolazione.
Nel territorio provinciale
sono 585 i kg prodotti da ogni cittadino in un anno.
A smaltimento vanno 108.700
tonnellate di rifiuti, a monte del preselettore, con un calo del 10%.
A raccolta differenziata
151.500 tonnellate, con una crescita netta del 3,4%.
Il dato che colpisce
riguarda la percentuale di comuni che superano il 70%.
In provincia di Parma sono
il 58%, una performance che straccia tutti gli altri territori fermi
sotto il 10%.
Così sempre a livello
regionale tra i primi 20 comuni con la più alta percentuale di Rd ce
ne sono 16 della nostra provincia, e parmensi sono tutte le prime 11
posizioni, dalla capofila Soragna (85,7%) al secondo classificato
Traversetolo (81,9), al bronzo di Felino (81,8), al legno di
Trecasali (81,4).
In tutto 10 comuni che
superano l'80% di differenziata.
Ma veniamo ora al dato che
supera tutti gli altri in termini di effetti concreti
sull'impiantistica.
Il rapporto della provincia
scrive parole funeree per il forno.
Già a fine 2011 la
necessità di trattamento per il residuo si attestava a 57.500
tonnellate!
Sono 12.500 tonnellate in
meno delle previste 70 mila tonnellate necessarie ad alimentare la
linea del forno destinata ai rifiuti urbani.
Quindi già 2 anni fa
mancava materia per alimentare il forno.
Questo dato, che sembra
essere sfuggito a tutti i commentatori (ovvio che la Provincia
glissi) è il dato che deve far riflettere più di tutti gli altri.
Ci troviamo infatti in una
situazione dove Parma, comune capoluogo che produce la metà dei
rifiuti del territorio era ancora fermo a percentuali ridicole di Rd
(sotto al 50%), visto che la raccolta porta a porta era a macchia di
leopardo e non copriva tutta la città.
Nel 2013 è previsto, dopo
l'avvio del centro storico, l'allargamento a tutti i cittadini del
nuovo sistema di raccolta differenziata spinta, più o meno lo stesso
sistema che ha condotto i comuni del territorio a superare di slancio
il 70% di Rd, arrivando in molti casi a superare l'80%.
La domanda sorge spontanea.
I fautori del forno hanno
sempre detto che rifiuti da fuori a Parma non ne arriveranno.
Ci spieghino come faranno a
colmare il divario che già nel 2011 emerge chiaramente.
Quali rifiuti bruceranno nel
forno di Ugozzolo?
Svelateci l'ennesima verità
nascosta: Parma sarà la nuova pattumiera d'Italia.
Firmato la Befana 2013,
sotto le mentite spoglie dalla Provincia.
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
Parma,
6 gennaio 2013
Nessun commento:
Posta un commento