venerdì 8 marzo 2013

Giallo Parma


L'inceneritore nell'era 5 Stelle

Lo scorso anno Parma si è tinta di giallo, in una tornata elettorale che oggi possiamo legittimamente indicare come anticipatoria e foriera dello tsunami 2013.
Era il maggio del 2012 e Federico Pizzarotti e il Movimento 5 Stelle erano stati indicati dai cittadini nuovi amministratori della città, sconfiggendo al ballottaggio, e in larga misura, il centrosinistra.
Uno dei temi forti della campagna elettorale era stato il caso inceneritore, impianto oggi in fase di accensione per le prove tecniche e presto pienamente operativo.



La nostra associazione si era schierata a favore del candidato 5 Stelle, che aveva fatto suo un programma elettorale che escludeva il ricorso all'incenerimento dei rifiuti, indicando nella corretta raccolta differenziata la via maestra della gestione dei materiali post utilizzo.
Tra un partito che sosteneva (e sostiene ancora oggi) l'inceneritore (Pd) e un altro (M5S) che invece lo escludeva (e lo esclude ancora oggi), non ci potevano essere dubbi su chi preferire.
Oggi, dopo 10 mesi, siamo ancora più convinti di questa scelta.
Il lavoro della giunta, ed in particolare dell'assessore all'Ambiente Folli, ha infatti mantenuto fermo e chiaro il proposito di contrastare, in ogni modo, il progetto dell'inceneritore di Iren.
A cominciare dalla verifica di tutti i documenti in possesso dell'amministrazione.
I macigni però non spariscono con un colpo di bacchetta magica.
E il macigno principale che si sono ritrovati sulla strada è stato l'eredità della gestione commissariale del comune, avviata dalla Cancellieri, e poi, dopo l'ascesa del prefetto a ministro degli interni, portata a termine dal commissario Ciclosi.
Era il tempo dello scontro aperto tra Comune di Parma e Iren, tema il permesso a costruire del cantiere.
Il sindaco Vignali aveva bloccato i lavori nel 2011, ma il gestore era uscito vittorioso dal ricorso al Tar, minacciando anche una azione legale di risarcimento per danni allo stop dei lavori e il conseguente rallentamento al programma di realizzazione.
Avevamo incontrato il commissario Ciclosi non appena insediato in piazza Garibaldi, esprimendogli tutte le nostre perplessità riguardanti il cantiere di Ugozzolo e il sistema di teleriscaldamento, gestito quest'ultimo in regime di monopolio.
Ma Ciclosi aveva altre intenzioni.
Nonostante la minaccia di richiesta danni, il commissario decise di non opporre al Tar l'appello al Consiglio di Stato. Durante la sua permanenza sulla poltrona di sindaco pro tempore, i termini per il ricorso terminarono e la sentenza del Tar si trasformò in quel macigno incombente. Iren decise di portare il comune di tribunale chiedendo 28 milioni di euro di danni, avviando la pratica solo dopo la conquista dell'amministrazione da parte dei 5 Stelle (casualità?).
Il mancato appello al Consiglio di Stato ha condizionato tutta il seguito.
I giudici hanno sempre fatto riferimento a quel pronunciamento dei giudici del Tar in ogni analisi successiva, condizionando anche la richiesta di sequestro del cantiere da parte della Procura.
Ma l'azione del comune non si è comunque arenata su questo tema.
L'impegno sul forno non è mancato ed è stata una costante del lavoro della giunta, che ha fatto sì che il caso Parma diventasse un caso nazionale, tra l'altro contribuendo anche all'impulso delle politiche ambientali del Movimento 5 Stelle, favorendo la strabiliante vittoria in Valle d'Aosta del referendum contro il pirogassificatore, preparando il terreno ad una scelta netta a favore dell'ambiente, senza alcun tentennamento.
Oggi leggiamo spesso che l'accensione imminente dell'inceneritore sia una sconfitta e un tradimento delle promesse elettorali di Pizzarotti.
Noi siamo convinti che invece l'azione di governo abbia dato fin qui grandi frutti, anche se il traguardo finale per ora è mancato.
E' stato fatto emergere che la convenzione con Iren per la gestione dei rifiuti del territorio sia scaduta da anni, mentre tutti negavano.
E' emersa la posizione delle amministrazioni locali della Provincia che sono terrorizzate dal porsi criticamente nei confronti delle scelte della Provincia inceneritorista.
Sono stati portati alla Procura esposti e rilievi che hanno portato la stessa a chiedere il sequestro del cantiere ed a reiterarla prima al tribunale del riesame ed ora alla Cassazione.
L'azione investigativa ha fatto emergere tutta l'oscurità del progetto.
I giudici hanno scritto parole di fuoco, ipotizzando anche corruzione ed altri molteplici atti illeciti che hanno accompagnato l'iter del forno.
Sono 13 gli indagati per il progetto del Paip di Parma: dirigenti comunali, dirigenti della Provincia, funzionari di Iren, amministratori locali, l'ex sindaco Elvio Ubaldi, il direttore generale di Iren Andrea Viero
Eppure il cantiere va avanti, nonostante queste zavorre.
Il Comune non si è poi fermato al semplice no, senza proporre alternative.
E' partita da subito la progettazione di un sistema di raccolta differenziata spinta porta a porta da estendere a tutta la città, con il contributo delle migliori capacità italiane del settore.
Un'opera che porterà Parma oltre il 70% di raccolta differenziata.
E' stato proposto un bando per la costruzione di un centro riciclo detto “fabbrica dei materiali”, che chiuda il ciclo del recupero all'interno del territorio, smettendo di esportare fuori provincia e fuori regione i nostri scarti.
E' stato avviato un progetto di stimolo della raccolta differenziata con le scuole di Parma, promosso dalla nostra associazione e in collaborazione con Iren (quando si opera bene non abbiamo difficoltà a condividere progetti), affinché i cittadini di domani siano formati per correggere gli errori del passato.
Sono state sostituite alcune figure chiave all'interno della multiutility Iren per rappresentare finalmente gli interessi di Parma in seno al gestore dei rifiuti e migliorare l'etica e la trasparenza della Spa.
E' stato richiesto di poter inserire nella commissione di collaudo un membro del Comune che ospita l'impianto, che incredibilmente non era stato considerato nel 2008, quando l'impianto era stato autorizzato dalla Provincia, vera e propria responsabile a tutti gli effetti del progetto.
E' stato richiesto a tutti i livelli trasparenza e chiarezza, senza ricevere collaborazione alcuna dagli enti territoriali e regionali.
E si capisce che cominciano a cadere i frutti maturi. In questi giorni un membro della Commissione Tecnica Amministrativa di controllo sul progetto ha dato clamorose dimissioni sostenendo che le prescrizioni autorizzative non sono state attuate. Un altro mattone infranto nella traballante costruzione del forno.
Si sono focalizzati i dettagli di tutte le commissioni ad hoc per valutare tutte le possibili azioni di contrasto e di messa in mora dei comportamenti ed atti scorretti.
Sono finalmente venute alla luce le assurde tariffe che l'avvio dell'inceneritore comporterà, smentendo totalmente le affermazioni di Provincia e Iren sul calo sensibile dei costi per i cittadini.
E' apparso lampante che Parma importerà rifiuti da tutta la regione, se non oltre i suoi confini, altro totem mostrato ai cittadini come autentico ed oggi evidentemente fasullo.
Tutte queste azioni non hanno determinato la chiusura dell'inceneritore.
Ci si è resi subito conto del ritardo nel prendere i comandi della cloche, peraltro non del veicolo principale ma solo di uno dei mezzi di appoggio.
Il forno era al 70%, le autorizzazione tutte ormai firmate e approvate, la strada spianata.
Tanti versanti sono comunque ancora apertissimi.
Il permesso a costruire mai emesso dal comune, l'incertezza sul carattere dell'opera (pubblica o privata?), la scadenza delle autorizzazioni, la scadenza del contratto di servizio, le indagini sulla corruzione e sugli abusi commessi, la decisione della Cassazione.
L'estrema complessità della vicenda è per gli addetti ai lavori evidente.
E ora che è alle porte l'avvio dell'inceneritore la nostra associazione certo non demorde.
L'azione di contrasto verrà intensificata con nuove iniziative, manifestazioni e proposte.
Dopo 7 anni noi siamo ancora qui, a dispetto di chi non credeva possibile tale resistenza.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

2 commenti:

  1. Due sono le opzioni:
    O quando si fanno le promesse e si lanciano parole di fuoco durante le campagne elettorali non si sa di cosa si parla e non si è informati sulla questione che si va promettendo,
    Oppure si mente sapendo di mentire, e come tutti i politici,presenti e passati, pur di raccattare qualche voto si dice di tutto e il contrario di tutto. Sopratutto si racconta quel che la gente vuol sentirsi dire.
    Resta una sola verità che sono state dette e fatte delle promesse che i politici, anche questi politici, non hanno saputo/voluto mantenere o per incapacità o per interessi.
    In queste condizioni, dei buoni elettori dovrebbero mandare a casa i politici che mentono!
    Questa è la vera rivoluzione che richiede il nostro paese. Il rispetto di quel che si dice in campagna elettorale!

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  2. Mi dispiace ma io, e la mia famiglia, non capiamo e non accettiamo questa versione dei fatti.Le parole hanno un peso specifico ed una eredità precisa.

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