E' questo
il destino di Ugozzolo?
di Davide Miserendino
Il Resto del Carlino
http://goo.gl/PH0yEu
Un salto di qualità per
l’inceneritore che, però, potrebbe tradursi in uno «svantaggio
per i modenesi».
E’ la denuncia di Vittorio
Ballestrazzi, di Modena salute e ambiente.
L’ex consigliere comunale
ieri ha diffuso una determina provinciale del 14 agosto scorso, in
cui si parla di una ‘modifica non sostanziale all’autorizzazione
integrata ambientale’. Quello che il documento certifica, di fatto,
è il passaggio di categoria dell’impianto di via Cavazza. Prima,
visto che la sua efficienza energetica era inferiore a un determinato
valore (0,6), era considerato un impianto di smaltimento. Ora,
superata quella soglia, il ‘camino’ diventa di recupero. In
parole povere, è considerato più sostenibile. Il balzo apre nuove
porte a Hera e al suo termovalorizzatore. Un impianto di questo tipo,
infatti, può bruciare anche i rifiuti urbani che arrivano da fuori
(anni fa aveva fatto rumore il caso di Napoli), a patto che non
oltrepassi il tetto massimo fissato dalla Provincia, nel nostro caso
240mila tonnellate all’anno. Fino a poche settimane fa, quando
l’inceneritore ‘militava’ ancora nella categoria inferiore, gli
unici rifiuti ‘extra territoriali’ che potevano entrare nel forno
erano quelli speciali.
Questi i passaggi
fondamentali della determina. Si legge: ‘Gli attuali quantitativi
di rifiuti urbani provenienti dal bacino provinciale (127mila
tonnellate circa all’anno) corrispondono al 53% del quantitativo
massimo autorizzato». Quindi il posto c’è. Secondo punto: ‘La
classificazione di recupero energetico R1 vede di fatto il decadere
del vincolo autorizzativo che obbliga l’ingressamento all’impianto
dei soli rifiuti solidi urbani prodotti nell’ambito territoriale
ottimale (...) Si esprime parere favorevole al cambio di
classificazione, con indicazione all’Autorità competente che nella
modifica dell’atto autorizzativo sia inserita la raccomandazione al
gestore in merito alla necessità che il termovalorizzatore di via
Cavazza continui a garantire in modo permenente e assolutamente
prioritario il trattamento dei rifiuti urbani prodotti nell’ambito
provinciale modenese, ovvero il trattamento di questi fino al
soddisfacimento completo del fabbisogno provinciale». I rifiuti da
fuori, insomma, non rubino il posto ai nostri.
Dice Ballestrazzi:
«L’inceneritore dal 14 agosto 2013 è un impianto di recupero R1.
La modifica permette di incenerire i rifiuti urbani provenienti da
altre province e da altre regioni e di fare andare a pieno regime un
impianto che era chiaramente sovradimensionato per la provincia di
Modena. Visto che Hera paga al Comune di Modena, ogni anno, più di
un milione di euro per il ‘disagio ambientale’, cioè il fatto di
ospitare sul suo suolo un inceneritore, vorrei sapere — chiede
provocatoriamente — se questa ‘indennità’ è destinata ad
aumentare oppure no».
*
Sappiamo che anche
l'inceneritore di Parma ha una capacità di incenerimento eccessiva
rispetto ai quantitativi raccolti in provincia. Ne deduciamo che la
strada dei cugini di Modena sarà adottata a breve anche nella città
ducale. Parma pattumiera d'Italia.
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
Parma,
22 agosto 2013
L'inceneritore
di
Parma
avrebbe
dovuto
accendersi
473
giorni
fa
Nessun commento:
Posta un commento