giovedì 22 agosto 2013

Inceneritore di Modena, aperto ai rifiuti d'Italia

E' questo il destino di Ugozzolo?

di Davide Miserendino
Il Resto del Carlino
http://goo.gl/PH0yEu

Un salto di qualità per l’inceneritore che, però, potrebbe tradursi in uno «svantaggio per i modenesi».
E’ la denuncia di Vittorio Ballestrazzi, di Modena salute e ambiente.


L’ex consigliere comunale ieri ha diffuso una determina provinciale del 14 agosto scorso, in cui si parla di una ‘modifica non sostanziale all’autorizzazione integrata ambientale’. Quello che il documento certifica, di fatto, è il passaggio di categoria dell’impianto di via Cavazza. Prima, visto che la sua efficienza energetica era inferiore a un determinato valore (0,6), era considerato un impianto di smaltimento. Ora, superata quella soglia, il ‘camino’ diventa di recupero. In parole povere, è considerato più sostenibile. Il balzo apre nuove porte a Hera e al suo termovalorizzatore. Un impianto di questo tipo, infatti, può bruciare anche i rifiuti urbani che arrivano da fuori (anni fa aveva fatto rumore il caso di Napoli), a patto che non oltrepassi il tetto massimo fissato dalla Provincia, nel nostro caso 240mila tonnellate all’anno. Fino a poche settimane fa, quando l’inceneritore ‘militava’ ancora nella categoria inferiore, gli unici rifiuti ‘extra territoriali’ che potevano entrare nel forno erano quelli speciali.
Questi i passaggi fondamentali della determina. Si legge: ‘Gli attuali quantitativi di rifiuti urbani provenienti dal bacino provinciale (127mila tonnellate circa all’anno) corrispondono al 53% del quantitativo massimo autorizzato». Quindi il posto c’è. Secondo punto: ‘La classificazione di recupero energetico R1 vede di fatto il decadere del vincolo autorizzativo che obbliga l’ingressamento all’impianto dei soli rifiuti solidi urbani prodotti nell’ambito territoriale ottimale (...) Si esprime parere favorevole al cambio di classificazione, con indicazione all’Autorità competente che nella modifica dell’atto autorizzativo sia inserita la raccomandazione al gestore in merito alla necessità che il termovalorizzatore di via Cavazza continui a garantire in modo permenente e assolutamente prioritario il trattamento dei rifiuti urbani prodotti nell’ambito provinciale modenese, ovvero il trattamento di questi fino al soddisfacimento completo del fabbisogno provinciale». I rifiuti da fuori, insomma, non rubino il posto ai nostri.
Dice Ballestrazzi: «L’inceneritore dal 14 agosto 2013 è un impianto di recupero R1. La modifica permette di incenerire i rifiuti urbani provenienti da altre province e da altre regioni e di fare andare a pieno regime un impianto che era chiaramente sovradimensionato per la provincia di Modena. Visto che Hera paga al Comune di Modena, ogni anno, più di un milione di euro per il ‘disagio ambientale’, cioè il fatto di ospitare sul suo suolo un inceneritore, vorrei sapere — chiede provocatoriamente — se questa ‘indennità’ è destinata ad aumentare oppure no».

*
Sappiamo che anche l'inceneritore di Parma ha una capacità di incenerimento eccessiva rispetto ai quantitativi raccolti in provincia. Ne deduciamo che la strada dei cugini di Modena sarà adottata a breve anche nella città ducale. Parma pattumiera d'Italia.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 22 agosto 2013

L'inceneritore di Parma avrebbe dovuto accendersi
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