di Roberto Balzani, sindaco
di Forlì
da
Il Fatto Quotidiano
La partita che si sta
giocando in Emilia-Romagna, in questi mesi, va osservata con
attenzione. Rispetto alle realtà del Paese ancora alle prese con
l’emergenza – discariche, termovalorizzatori ipotizzati o in
costruzione, esportazione di ecoballe -, qui siamo di sicuro un passo
avanti; ma proprio perché lo siamo, l’impostazione di un approccio
in linea con la politica europea diviene, a mio giudizio,
inevitabile.
I fatti.
L’Emilia-Romagna ha scelto
per tempo la via dell’incenerimento, quando essa appariva
un’opzione ambientalmente più accettabile dei pessimi sistemi di
smaltimento precedenti (il seppellimento dei rifiuti, tanto per esser
chiari). Le multiutility del territorio hanno investito in impianti
assai costosi e poi li hanno via via ammodernati nel corso degli
anni, inserendosi in uno dei business pubblici fra i più rilevanti e
redditizi.
I problemi sono sorti quando
la sensibilità dei cittadini nei confronti della questione
ambientale è progressivamente cresciuta, influenzando le politiche
dei partiti e delle amministrazioni. Da percezioni “di nicchia”
si è passati a orientamenti più vasti e diffusi: col risultato che
gli eletti incaricati di reggere le sorti dei comuni, per convinzione
o per convenienza, hanno cominciato ad inserire nei loro programmi di
mandato obiettivi più ambiziosi: il potenziamento della
differenziata fino alla domiciliare, il recupero di materia, la
riduzione della quota da incenerire, l’idea – in particolare –
che il rifiuto sia una risorsa e non una maledizione biblica. Questa
opinione, del resto, non è solo nostrana: in Europa, essa è già
largamente condivisa e ha dato origine a veri e propri distretti e a
filiere economicamente strutturate. Qual è il punto? Il punto è la
proprietà del rifiuto.
Se, come accade oggi in
molte regioni e largamente in Emilia-Romagna, le multiutility che si
occupano dello smaltimento hanno in mano pure la raccolta, il ciclo
successivo sarà definito dai piani industriali delle medesime
società, partecipate dal pubblico ma sovente quotate in borsa e
quindi di fatto (e giustamente, dal loro punto di vista) orientate al
soddisfacimento dei desiderata di azionisti e investitori. Se si
separa la raccolta dallo smaltimento, allora gli enti locali avranno
maggiore possibilità di decidere dell’uso di questa risorsa, senza
delegarlo in toto.
Ma tutto ciò, per non
essere il frutto casuale di singole volontà periferiche, ha senso
sia inserito in un quadro coerente. Per questo, insieme con il
sindaco Pizzarotti di Parma e con altri sindaci e amministratori
emiliano-romagnoli, ho pensato di proporre alcune modifiche al Piano
regione per la gestione dei rifiuti, attualmente all’esame della
Regione. Frutto delle ricerche di specialisti dell’Università di
Modena e Reggio, le nostre osservazioni vanno proprio nella direzione
di rafforzare la lettura previsionale indirizzata verso il riciclo e
il recupero, in primo luogo di materia. Sono riflessioni, crediamo,
non particolarmente rivoluzionarie e dotate di un buon livello di
attendibilità, anche in un’ottica comparata. Eppure, si sono già
levati scudi e scomuniche da parte di tutti gli attori – politici e
industriali – ostili, perché cointeressati al mantenimento dello
status quo. Reputo assai positivo questo dibattito: ognuno scopre le
sua carte, dice da che parte sta, si fa chiaramente riconoscere dagli
elettori. I quali, poi, decideranno.
*
Il commento di Gcr.
Balzani è sindaco del Pd ma
ha affrontato i temi amministrativi con franchezza.
Di conseguenza sui rifiuti
non ha che potuto trovarsi in perfetto accordo con il sindaco di
Parma Federico Pizzarotti, in un approccio che guarda prima di ogni
altra cosa, al vantaggio per i cittadini, a costo di trovarsi contro
le posizioni delle multiutility. Come poi il Pd preferisca il
vantaggio delle multiutility al vantaggio dei cittadini è un mistero
che a Parma ancora stiamo cercando di scandagliare, alla ricerca
affannosa di una spiegazione.
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
Parma,
19 agosto 2013
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