domenica 8 dicembre 2013

Api come sentinelle dell'inceneritore

Chi accetta la sfida di Koine Ambiente?

Ieri mattina Koine Ambiente e Nanodiagnostics hanno organizzato, nel silenzio ovattato dei media, tranne la presentazione su Parmaonline, un convegno in cui hanno presentato un metodo di valutazione delle polveri in uscita dall'inceneritore con l'utilizzo di api.
Il titolo era “PM10 e altre polveri sottili. Le api come bioindicatori dell’inquinamento ambientale”.
Abbiamo partecipato anche noi di Gcr, ritenendo che ogni nuovo studio sulle possibile conseguenze dell'impianto di Ugozzolo sia un ottimo segnale di attenzione.
Abbiamo anche posto alcuni quesiti ai relatori.


Quale metodo allora si potrebbe applicare, a suo giudizio, per avere un'evidenza certa dell'inquinamento dovuto alle emissioni degli inceneritori?
“Stiamo mettendo a punto una nuova metodologia di indagine sul sangue umano, nei suoi singoli componenti (plasma, globuli rossi e bianchi)”
Abbiamo anche posto domande a Marco Pellecchia, biologo di Koiné Ambiente, che ha illustrato l’impiego delle api come “sentinelle” dell’inquinamento ambientale.
Il loro utilizzo è duplice.
Come bioindicatori, cioè come monitoraggio per le variazioni della mortalità dell’insetto tout court come campionatore di polveri sottili e quindi utilizzato per valutare le modificazioni della qualità dell’ambiente.
Come bioaccumulatori di inquinanti:metalli pesanti nel miele, diossine e composti volatili nella cera
metalli pesanti, radionuclidi, insetticidi, acaricidi e particolato autodisperso nel corpo dell’ape.
La nostra domanda.
Come lei ritiene che la misurazione eseguita tramite l’impiego di arnie distribuite in una specifica area del territorio, dove si vuole appurare se è avvenuto un incremento delle nano polveri di metalli pesanti, possa portare all’ottenimento di una misurazione netta, cioè che non sia influenzata né dal luogo di provenienza dell’alveare né da altre sorgenti di inquinamento preesistenti (es.: autostrada)
“La vita dell’ape è spesa per i primi 21 giorni all’interno dell’arnia, svolgendo svariati servizi alla comunità e per i restanti 21 giorni come bottinatrice (raccoglitrice di polline ed acqua). Avendo una vita così breve, l’accumulo di nano polveri sul ed all’interno del corpo dell’ape (apparato digerente) è una misura univoca. Concentrando quindi la ricerca sulle nano particelle qualificanti la sorgente che ci interessa monitorare, basta una esposizione delle arnie di tre settimane, per ottenere la misura di quelle nano particelle presenti, in quella specifica area ed in quel momento”.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 8 dicembre 2013

L'inceneritore di Parma è stato acceso
102

giorni fa

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