giovedì 12 dicembre 2013

Parma, 14 giorni di camera a gas

Anche ieri sforamenti in tutta la regione, a Parma picco di 65 microgrammi

Sotto la cappa la gente muore.
Siamo sigillati in un contesto ambientale dei peggiori al mondo.
Le polveri sottili, cancerogeni certi da ottobre scorso, compongono la venefica miscela che respiriamo da due settimana.
Dal 4 dicembre la media regionale è sopra i limiti di legge, ieri media a 72 µg, lunedì 81, domenica 77, mentre il limite da non superare è 50.
E' una debacle di bacino, tutta l'Emilia Romagna boccheggia, tutta la pianura padana è un enorme calderone di inquinamento dove ci sentiamo come cavie a cui viene somministrato il veleno per studiarne le reazioni.

Ma il momento della cura non arriva mai.
Andrebbe fermata una intera macro regione, quella del Nord, con le sue autostrade, i suoi inceneritori, le sue fabbriche, le sue centrali, i suoi riscaldamenti, ed è evidente come sia irrealizzabile.
E' certo però che una azione efficace non si realizzi a livello locale.
Anche se Parma si spegnesse completamente, di certo l'aria pulita del nostro territorio verrebbe in un attimo “sporcata” dai miasmi dei comuni limitrofi, della aree poco distanzi, perché l'aria ovviamente non la si sceglie né la si limita.
E' emergenza, ma non leggiamo nulla al riguardo.
Sentiamo il levarsi di scudi dei commercianti del centro, che lamentano il favore che si fa ai centri commerciali della periferia, il cui traffico certo non inquina meno.
Ma la salute rimane in secondo piano.
L'ente ordinatore, la Regione Emilia Romagna, tace.
Anzi, esautora l'assessore regionale all'ambiente, quando alza la voce e indica timidamente la direzione da intraprendere per invertire la tendenza verso il disastro.
Anzi, si fa bella del sistema di inceneritori che presto garantirà rifiuti da tutta Italia sulle nostre teste e nei nostri polmoni.
Eppure non si può fingere all'infinito.
Abbiamo un sistema industriale energivoro e altamente inquinante, automobili vecchie e in numero eccessivo, riscaldamenti inefficienti, edifici colabrodo.
In attesa che il progresso, e le disponibilità economiche, abbiamo il sopravvento, è urgente che il tema salga al primo posto in agenda.
Serve che le regioni interessate, Lombardia, Emilia, Veneto, Piemonte, si incontrino e portino all'attenzione del governo l'emergenza ambientale e sanitarie dei loro territori.
Non possiamo ancora attendere, a meno non ci si accontenti di conteggiare i malati d'aria che stiamo coscientemente creando.


Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 12 dicembre 2013

L'inceneritore di Parma è stato acceso
106

giorni fa

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