15 milioni dallo Stato all’inceneritore
che doveva produrre energia bruciando i rifiuti, ma per la procura le
procedure non venivano rispettate
di Gabriele Dini – Il Tirreno
Ricevevano soldi dallo Stato per
produrre energia a Falascaia bruciando rifiuti nel
termovalorizzatore. Ma secondo la procura di Lucca - che su
segnalazione dei comitati dei cittadini ha aperto un’indagine con
l’ipotesi di truffa - le procedure non venivano rispettate e invece
dei rifiuti i bruciatori venivano alimentati a metano facendo
lievitare i conti per le amministrazioni comunali (e quindi per i
cittadini che dovevano pagare le tasse sui rifiuti).
Per ora il pm che si è occupato del
caso, il sostituto procuratore Lucia Rugani, ha mantenuto la
riservatezza sui nomi delle persone coinvolte.
Ma tra gli indagati ci sarebbero i
vertici egli amministratori di Tev-Veolia, la società che all’inizio
degli anni 2000 ha gestito il tanto contestato impianto del Pollino.
A segnalare il problema con i fondi del cosiddetto Cip 6 (dal 2004 al
2008 Tev-Veolia avrebbe ricevuto dall’autorità per l’energia una
cifra attorno ai 10 milioni di euro) erano stati gli stessi comitati
dei cittadini che da anni si battono per far emergere la verità
sulla controversa gestione dell’impianto.
«L’impianto doveva consumare 70mila
tonnellate di metano all’anno - scrissero i cittadini nella loro
denuncia - ma in realtà ne consumava 700mila». Per questo fu
inviato un dettagliato esposto alla procura che ha portato l’indagine
alla conclusione. La nuova inchiesta - come fanno notare alcuni
amministratori versiliesi - potrebbe avere ripercussioni anche nella
disputa economica tra i Comuni e Tev-Veolia, con quest’ultima
società che, di fronte al tribunale civile, esige un credito da 25
milioni di euro.
Le battaglie dei cittadini hanno già
portato a due processi per gli ex gestori dell’inceneritore. Il
primo, quello per il taroccamento dei dati sulle emissioni
nell’atmosfera, si è concluso con un patteggiamento da parte di
tutti gli imputati e multe da qualche migliaio di euro.
A inizio 2014 dovrebbe anche entrare
nel vivo il secondo processo per Falascaia, quello per gli
sversamenti di sostanze inquinanti, tra le quali diossina, nel
torrente Baccatoio.
Nell’elenco degli imputati per
quest’ultima vicenda sono finiti ex amministratori di Tev-Veolia:
Thierry Hubert, Francesco Sbrana, Enrico Friz, Stefano Ghetti, Marco
Albertosi e Stefano Danieli. Da anni i cittadini attribuiscono
all’inceneritore (ormai chiuso) responsabilità sull’alta
diffusione di tumori in zona.
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