Scenario Napoli? Pregare in ginocchio le province limitrofe affinché accolgano i nostri rifiuti? Senza inceneritore rischio munnezza in strada?
Macchè, tutte frottole, FROTTOLE con le lettere maiuscole, perché quando ci vuole ci vuole.
Oggi scopriamo che non solo non c'è bisogno di un nuovo inceneritore ma quelli che già ci sono sono in crisi di astinenza e si stanno guardando in giro con affanno per trovare “un po' di rudo” da bruciare.
Le parole questa volta arrivano dall'assessore provinciale reggiano Mirko Tutino alle prese con un futuro che vede Reggio spegnere il vecchio impianto senza pensare di costruirne uno nuovo: “Antieconomico” aveva detto a Parma Graziano Delrio, in un confronto con il sindaco Vignali a cui avevamo partecipato.
Così il Pd reggiano si appresta a valutare le offerte dei vicini di casa, scoprendo che non solo c'è la prospettiva Parma, che a dispetto di quanto dichiarato un milione di volte, potrebbe benissimo accogliere i rifiuti dei cugini d'oltre Enza, ma anche Modena, che dichiara di scarseggiare di rifiuti e quindi a rischio di spegnimento per il loro impianto.
E noi a Parma ci apprestiamo a costruire un impianto che: costerà 250 milioni di euro che saranno addebitati sulle bollette dei parmigiani (voi avete firmato qualcosa?), avrà una capacità doppia rispetto alla produzione di rifiuti urbani indifferenziati (130 mila contro 65 mila), ogni ora per 330 giorni all'anno erutterà in atmosfera 144 mila metri cubi di aria sporca, produrrà ogni anno 38.900 tonnellate di ceneri pesanti ricche di diossine e metalli pesanti (ma dove le metteranno non si sa).
Questa icona della modernità sorgerà a fianco di Barilla, Greci, Chiesi, Ikea, farà l'aerosol a 10 mila lavoratori che ogni giorno passano 8 ore nel quartiere Spip e e dintorni, diventerà il simbolo della città, come per Reggio il ponte di Calatrava, visto che milioni di automobilisti ci passeranno accanto ogni anno.
Per fortuna che gli amici di Reggio hanno il pallino della matematica e il 26 ottobre prossimo si recheranno in buona compagnia in regione per far due conti. Quanti sono i rifiuti prodotti in regione? Quanti sono gli impianti già attivi? C'è bisogno di ulteriori ampliamenti della rete degli inceneritori?
O bastano e avanzano quelli ad oggi attivi?
Nel frattempo Iren cerca di far avanzare i lavori il più in fretta possibile. Tanto di rifiuti in giro per il mondo se ne trovano sempre e visto che gli inceneritori sono macchine da soldi, se fanno anche un po' male alla salute si può sempre dare la colpa all'autostrada, alle caldaie domestiche, ai barbecue, alla Befana o alla Fata Morgana.
Tanto ci credono tutti, come tutti credono ancora che i rifiuti bruciati a Ugozzolo saranno solo made in Parma.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 21 ottobre 2010
-563 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+143 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore ci costerà molto di più di 180 milioni di euro?
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