“Come ci indica l'Europa, l'unica strada percorribile è quella della diminuzione della produzione dei rifiuti e il potenziamento del riuso e del riciclo; in questa ottica costruire nuovo inceneritori rischia di essere un errore, un investimento sbagliato”.
Il partito democratico eccelle nello svolgimento pratico del suo aggettivo: è talmente democratico che si può dire, senza timore di essere smentiti, tutto e il contrario di tutto.
Perché se le parole di Casadei ci lasciano stupiti per la loro sovrapposizione sui concetti che andiamo ripetendo ormai fino allo sfinimento, è difficile fare il paio con quanto la Provincia di Parma ha dichiarato con le parole del suo presidente democratico, Vincenzo Bernazzoli, poche settimane fa: l'inceneritore è necessario.

Ma non solo. Si ricorderanno in tanti il libretto che la provincia di Parma aveva allegato al quotidiano locale più seguito e il cui titolo non poteva lasciare dubbi: “Parma guarda all'Europa virtuosa”, presentando l'inceneritore sotto le mentite spoglie di “recupero energetico dei rifiuti” e facendolo passare come una macchina meravigliosa che ci regala energia da qualcosa di inutile e sporco come appunto i rifiuti.
Chissà chi fra i due democratici ha bisogno dell'oculista di fiducia, perché ovviamente se di Europa ce n'è una sola una delle due esternazioni è non solo sbagliata ma temiamo appositamente taroccata per far passare verità che tali non sono.
L'Europa infatti non può andare in due direzioni opposte contemporaneamente, non è così democratica come i nostri paladini locali.
Nel libercolo ad alta tiratura si sprecano pagine e pagine per sostenere che esistono solo due possibilità di gestire i rifiuti: porli in discarica o bruciarli, presentando la seconda soluzione come virtuosa e appartenente ai paesi evoluti e la prima come figlia dei paesi poveri e in via di sviluppo.
Della possibilità del terzo scenario, quello che invece l'Europa indica come vincente, una raccolta spinta che porti all'inutilità degli inceneritori, nemmeno l'ombra.
Ma è sulle tariffe che casca l'asino, e si fa molto male.
Perché qui si scrivono cifre nere su bianco e non potranno essere facilmente smentite. Si afferma infatti: “la tariffa di Parma è stata nel 2009 di 160 euro a tonnellata, mentre a Reggio e Piacenza rispettivamente 105 e 117”.
Ergo a Parma, se avessimo l'inceneritore, pagheremmo la stessa cifra di Reggio e Piacenza e non certo quella enormità di 160 euro a tonnellata.
Bene, dato che crediamo che il ragionamento non faccia una piega, chiediamo alla Provincia una semplice dichiarazione che possa dare sicurezza ai contribuenti e dimostrare che la strada prescelta vada nella direzione giusta anche dal punto di vista economico, come hanno scritto a tutto il territorio di Parma e Provincia.
Ci confermino, nero su bianco, che all'accensione del forno le tariffe scenderanno al livello di Reggio e Piacenza.
E noi, per una volta, daremo loro ragione.
Volete scommettere che non sarà così?
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 20 ottobre 2010
-564 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+142 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore ci costerà molto di più di 180 milioni di euro?
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