giovedì 21 ottobre 2010

La democrazia dei democratici

Questa volta a parlare con gli slogan del GCR ci pensa il consigliere regionale del Pd Thomas Casadei, in una intervista al quotidiano on line Parmadaily firmata dal direttore Andrea Marsiletti.
“Come ci indica l'Europa, l'unica strada percorribile è quella della diminuzione della produzione dei rifiuti e il potenziamento del riuso e del riciclo; in questa ottica costruire nuovo inceneritori rischia di essere un errore, un investimento sbagliato”.
Il partito democratico eccelle nello svolgimento pratico del suo aggettivo: è talmente democratico che si può dire, senza timore di essere smentiti, tutto e il contrario di tutto.
Perché se le parole di Casadei ci lasciano stupiti per la loro sovrapposizione sui concetti che andiamo ripetendo ormai fino allo sfinimento, è difficile fare il paio con quanto la Provincia di Parma ha dichiarato con le parole del suo presidente democratico, Vincenzo Bernazzoli, poche settimane fa: l'inceneritore è necessario.

Ma non solo. Si ricorderanno in tanti il libretto che la provincia di Parma aveva allegato al quotidiano locale più seguito e il cui titolo non poteva lasciare dubbi: “Parma guarda all'Europa virtuosa”, presentando l'inceneritore sotto le mentite spoglie di “recupero energetico dei rifiuti” e facendolo passare come una macchina meravigliosa che ci regala energia da qualcosa di inutile e sporco come appunto i rifiuti.

Chissà chi fra i due democratici ha bisogno dell'oculista di fiducia, perché ovviamente se di Europa ce n'è una sola una delle due esternazioni è non solo sbagliata ma temiamo appositamente taroccata per far passare verità che tali non sono.
L'Europa infatti non può andare in due direzioni opposte contemporaneamente, non è così democratica come i nostri paladini locali.
Nel libercolo ad alta tiratura si sprecano pagine e pagine per sostenere che esistono solo due possibilità di gestire i rifiuti: porli in discarica o bruciarli, presentando la seconda soluzione come virtuosa e appartenente ai paesi evoluti e la prima come figlia dei paesi poveri e in via di sviluppo.
Della possibilità del terzo scenario, quello che invece l'Europa indica come vincente, una raccolta spinta che porti all'inutilità degli inceneritori, nemmeno l'ombra.
Ma è sulle tariffe che casca l'asino, e si fa molto male.
Perché qui si scrivono cifre nere su bianco e non potranno essere facilmente smentite. Si afferma infatti: “la tariffa di Parma è stata nel 2009 di 160 euro a tonnellata, mentre a Reggio e Piacenza rispettivamente 105 e 117”.
Ergo a Parma, se avessimo l'inceneritore, pagheremmo la stessa cifra di Reggio e Piacenza e non certo quella enormità di 160 euro a tonnellata.
Bene, dato che crediamo che il ragionamento non faccia una piega, chiediamo alla Provincia una semplice dichiarazione che possa dare sicurezza ai contribuenti e dimostrare che la strada prescelta vada nella direzione giusta anche dal punto di vista economico, come hanno scritto a tutto il territorio di Parma e Provincia.
Ci confermino, nero su bianco, che all'accensione del forno le tariffe scenderanno al livello di Reggio e Piacenza.
E noi, per una volta, daremo loro ragione.
Volete scommettere che non sarà così?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 20 ottobre 2010
-564 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+142 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore ci costerà molto di più di 180 milioni di euro?

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