domenica 14 novembre 2010

Il Babau Vedelago

Si aggira uno spettro terribile e dal nome impronunciabile: lo chiamano Crv per non dire Centro Riciclo Vedelago, e non richiamare i peggiori strali dall'alto.
Il mostro immaginario, dalle caratteristiche non ben definite, che fa terribilmente scanto ai sostenitori dell'incenerimento. Fa paura al nostro Castellani, assessore all'ambiente della Provincia di Parma, che come tutti coloro che non ne vogliono nemmeno sentir parlare, lo cancellano dalla mente.
Vedelago spaventa, sapete perché?
Perché ruba la plastica agli inceneritori, e questo non si fa, non è giusto ne corretto.
Ci vuole fairplay.
Così per contrastare il Centro Riciclo di Vedelago si racconta che quel luogo è una discarica di plastica, un enorme ventre accogliente dove tutto puzza e le condizioni igieniche sono scarse.
Rivediamo ancora i volti sprezzanti dei tecnici provinciali che se la ridevano commentando sotto voce, “che rudo che c'è là”.



Noi ci siamo stati a Vedelago, questa primavera. Ci abbiamo passato una giornata e siamo rimasti a bocca aperta. Non per la puzza ma per lo stupore di vedere rifiuti che tornano materia e riprendono il loro posto, quello per cui erano stati prodotti.
Non c'erano odori a Vedelago, niente fumo ne acri camini eruttanti. Non ci sono filtri a Vedelago perché non c'è nulla da filtrare. Ma Vedelago non va bene anche se fa sommessamente il suo dovere, senza pretendere nulla da nessuno.
Lo sapevate che non ha mai ricevuto alcuna sovvenzione pubblica eppure ha un bilancio in attivo?
Vedelago ha portato avanti il lavoro dei riciclatori chiudendo l'ultimo anello.
Vedelago non tratta l'indifferenziato come noi lo conosciamo, sporco e ricco di frazione umida. Chi tratterebbe quella schifezza? Ma potrebbe trattare un indifferenziato del domani, se portassimo via la parte umida, l'organico e i pannolini, e allora sì, da ciò che resta si potrebbe ricavare la materia prima seconda chiamata, e certificata, granulato, da usare per nuove produzioni plastiche.
Vedelago fa paura perché di tutto ciò che entra lì non esce un grammo di rifiuto.
E non c'è trippa per l'inceneritore, moderna slot machine, buona solo per i gestori, malevola per gli sfortunati giocatori di passaggio.
Ricordate le previsioni di Enia al 2012?
Della plastica raccolta con la differenziata va al riciclo solo il 17%, il restante 83% ad incenerimento, poi dicono che la gente pensa male dicendo che buttano tutto insieme.
Sapete cosa prevedeva il Piano Provinciale Gestioni Rifiuti, che a quanto ne sappiamo è ancora valido? Il 59,7% di raccolta differenziata della plastica degli imballaggi.
Non vi sembra ci sia una leggera discrepanza?
Nessuno smentisce, tutti zitti e muti nelle loro torri d'avorio, in attesa dell'eruzione liberatoria del camino, dove lassù a 70 metri usciranno cose invisibili ma percepite, eccome, dai nostri corpi.
Loro preferiscono i loro puliti inceneritori, 39 mila tonnellate di ceneri infette, per concimare il loro mondo.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 14 novembre 2010
-539 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+167 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

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