E' l'Europa virtuosa di nonno Allodi
E' arrivato l'inceneritore, in contemporanea sembra che la voglia di differenziare e di gestire al meglio i rifiuti se ne sia andata via insieme alla sua inaugurazione.
Lo sostengono Marco Rudin, dell'associazione Okkio, e Greta Gysin dei Verdi a un anno di distanza dall'apertura dell'impianto di smaltimento.
Secca la reazione di Claudio Broggini, direttore dell'ACR e del ministro Marco Borradori.
Stiamo parlando dell'inceneritore di Giubiasco, che dopo un anno dal suo avvio sembra aver fatto calare nei ticinesi l'attenzione all'ecologia e al riciclaggio dei materiali.
L'impianto è ora accusato di essere troppo grande e per questo in diretto contrasto con la raccolta differenziata che, se ben organizzata, metterebbe in crisi il bilancio dei materiali in entrata all'impianto, mettendo a rischio il suo corretto funzionamento.
Nel comune di Sementina ad esempio sono stati rimossi i contenitori per la separazione della plastica, un chiaro segno di “fame” da parte dell'impianti di materia ad alto potere calorifico.
L'inceneritore di Giubiasco in Svizzera
Infatti i gestori dell'inceneritore lamentano la difficoltà del riciclo della plastica (ricordate il 17% di riciclo previsto da Enia contro le previsioni del piano provinciale?).
E la stessa gestione all'interno dell'inceneritore è messa in forte discussione. Le visite periodiche dei cittadini mettono in evidenza un approccio per lo meno grossolano: ruspe che raccolgono tutto insieme, organico incluso, per poi trasferire tutta la massa direttamente alla bocca del forno.
Un altro tema parmigiano che torna. L'impianto è sovra dimensionato del 50% rispetto alle esigenze di trattamento del Cantone
Doveva costare 200 milioni di euro, ne è costati 270 (il 40% in più), altro tema dibattuto dalle nostre parti. Ma veniamo alla ciliegina sulla torta: le discariche.
Dicevano che avrebbe risolto il problema eppure la discarica della valle della Motta è viva e vegeta, per accogliere le migliaia di tonnellate di scorie prodotte dall'inceneritore.
Ecco l'Europa modello a cui Allodi ci indicava di ispirarci, modello da copiare, da fotocopiare, da riprodurre qui da noi per diventare davvero virtuosi.
La ricetta della santità ecologica.
Naturalmente la grandezza dell'impianto ticinese porta con sé l'arrivo di rifiuti da fuori Cantone, Lugo, e naturalmente inutili sono le interrogazioni presentate perché non ricevono risposta da marzo scorso. Una storia già letta, ormai innumerevoli volte, lungo l'asse portante dei progetti degli inceneritori, luoghi di massificazione del profitto e di riduzione corrispettiva delle buone pratiche ambientali.
Una storia che presto registrerà una nuova puntata. Parmigiana.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 15 novembre 2010
-538 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+168 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
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