mercoledì 6 luglio 2011

Fred Flinstone e gli antenati di Iren

I dipendenti Iren si lamentano dell'azienda. “Siamo alla preistoria” affermano.
Vero, anzi Viero, la multiutility ha bisogno di un lifting profondo, altrimenti rimane all'età delle clave.
Ma non è costruendo un inceneritore che Iren si avvierà verso il futuro.
Neanche sotto il profilo dell'occupazione le prospettive rispetto al sistema di gestione dei rifiuti con incenerimento sono positive.
Si sa che la raccolta differenziata spinta porta a porta e la gestione a freddo degli scarti porta 15 posti di lavoro contro 1 dell'inceneritore.


E' logico che sia così. Da una parte una gestione tecnologica ed affidata a delle macchine, dall'altra una gestione affidata alle persone.
Lo stesso discorso lo si evidenzia con i cassonetti stradali indifferenziati, che sono raccolti da un unico operatore su un mezzo molto grande, costoso come manutenzione.
La raccolta porta a porta invece è fatta di mezzi piccoli, minimamente tecnologici.
La tecnologia sta a monte, nelle case dei cittadini e nel loro impegno, e a valle, con dei sistemi di separazione delle diverse frazioni che consentono un efficace recupero dei materiali con vantaggi enormi per tutti.
Per il mondo del lavoro, e lo abbiamo spiegato.
Per il mondo in quanto ambiente, visto che l'incenerimento inquina, il riciclaggio no.
Per le tasche dei cittadini, la differenziata con tariffa puntuale premia la virtù abbassando le tariffe.
Per le tasche dei comuni, che recuperando materiali li rivende al Conai facendo anche calare di conseguenza i volumi di rifiuti da smaltire, che sono i veri costi del sistema.
Iren ha bisogno di un rinfrescata e di guardare avanti, di collaborare con i cittadini e con le aziende, tutti verso lo stesso obiettivo, risparmio e rispetto ambientale. Non deve fermarsi all'età dei Flinstone.
Gli esempi non mancano.
In Olanda è operativo van Gansewinkel, una multinazionale dei rifiuti che opera in diversi Paesi europei. Nel 2007 ha capito che il futuro dei rifiuti è il riciclaggio. Un anno dopo la Comunità europea ha aggiornato la normativa (98/2008) affermando che il continente deve diventare una società del riciclaggio. Dal 2007 VGW è fortemente impegnata nella prospettiva di modificare totalmente l'approccio con il mondo dei rifiuti. Ha intenzione di chiudere entro 10 anni tutti gli inceneritori che gestisce, lo scorso anno ha dismesso quello di Rotterdam. L'azienda ha un reparto sviluppo e ricerca con 60 persone che costantemente pensano a come arrivare al traguardo il prima possibile. Il rapporto costante con il mondo della produzione e della grande distribuzione è costante, si va direttamente nelle aziende per consigliare la migliore modalità per rendere recuperabile al 100% tutti i prodotti costruiti e messi in commercio.
Ecco la strada del futuro che è già operativa a un passo dall'Italia.
Non è un sogno, non è un miraggio, non è uno specchietto per le allodole.
E' uno fra i 5 players europei dei rifiuti, un “big” come direbbero gli americani.
Il direttore del settore ricerca e sviluppo è stato a Parma in aprile ed ha anche incontrato Iren.
Lo scambio ha permesso di capire come le due aziende affrontano in modo differente lo stesso tipo di lavoro.
L'azienda olandese si è resa disponibile a traghettare Parma verso Rifiuti Zero, facendo da consulente alle amministrazioni locali ed a Iren.
Una prospettiva di partnership che consentirebbe a Iren di fare il salto decisivo e mettersi avanti a tutte le altre multiutilities italiane, troppo concentrare solo sullo smaltimento.
Un'occasione anche per i dipendenti di vedere luce davanti a sé, perché il futuro è il riciclo della materia e il suo recupero totale.
L'incenerimento è roba da preistorici, Fred.
Yabadabadoooooooooo!

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 6 luglio 2011

+5 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma

+401 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Nessun commento:

Posta un commento