domenica 3 luglio 2011

Il giorno dopo la festa

Alcune idee dopo il compleanno di Ugozzolo: per guardare subito avanti.

Il giorno dopo due immagini rimangono del presidio dei cittadini al cantiere del forno: un enorme impianto incombente, un piccolo ulivo, da curare e far crescere.
E' Davide contro Golia, e Davide ieri ha suggellato un risultato inatteso, seppur momentaneo.
La locomotiva inarrestabile è inciampata in un ciottolo e si è dovuta fermare.
Non è deragliata per sempre ma la sua corsa si è arrestata, il cronometro riparte al rovescio.


"Presidio" - Foto di Franco Saccò - Archimmagine

Vorremmo a freddo lasciare qualche riga di commento
Sul profilo politico
Che il Gcr non possa entrare nel merito della politica lo abbiamo chiarito e spiegato innumerevoli volte. Ieri ci è stato contestato il ringraziamento al sindaco per la chiusura dell'impianto. Vien da pensare “Dovevamo forse dirgli “cattivo, cosa hai fatto mai?”.
Noi abbiamo da tempo avviato un dialogo con il Comune per proporre una soluzione alternativa all'impianto. Il sindaco ci aveva promesso a parole che avrebbe approfittato di qualunque inciampo per mettersi di traverso al forno. Era come ammettere di aver cambiato idea, ma non potevamo verificarlo con i fatti. Ieri infine sono giunti. Gli abbiamo detto grazie come avremmo fatto con Bernazzoli, se avesse agito allo stesso modo. Parole che useremo identiche, quando arriveranno segnali di apertura da piazzale della Pace.
Il Gcr non appartiene a nessuno, spiace chi anche ieri abbia cercato di colorare la lotta di tinte che non ci sono, visto che la battaglia è stata condotta da persone che entrando nel gruppo hanno accettato di abbandonare in quei frangenti il loro sentire. Alcuni del Gcr erano sotto i portici del Grano. Ci mancherebbe che ognuno di noi non fosse libero dall'agire in prima persona sui temi in cui crede e sente di dover dare del suo. Ma lo ha fatto con la sua carta di identità, non con quella del Gcr. Non perché siamo contro o a favore di tali iniziative, ma solo perché non ci possiamo esprimere su quei temi.
Sul profilo politico 2
E' ormai evidente che il forno inceneritore appartiene al partito democratico. Non si spiegherebbe altrimenti la foga di difenderlo che i democratici rispolverano ad ogni attacco al loro caro. Non riusciamo a comprendere come il Pd possa rimanere insensibile al grido dei cittadini, alle parole dei medici, alla stessa forte dialettica interna, alla contrarietà di chi ha poi sbattuto la porta, a chi ha deciso di rimanere gridando il suo dissenso.
Ma il forno è anche degli industriali di questa città, che da sempre indicano le strade da percorrere e annichiliscono chiunque si metta di traverso. Anche qui non crediamo in percentuali bulgare. Ma rileviamo che un divieto assoluto al confronto celi comunque timore e preoccupazione aldilà della logica. Se si nega perfino un incontro una porta chiusa diventa l'esatto contrario del dialogo, della dialettica, della visione, del guardare avanti. E' chiusura aprioristica tipica di altri secoli bui.
Ci sono tante aziende che hanno manifestato il loro no ma non hanno saputo battersi nel merito all'interno delle loro categorie. Industriali che trarranno danno dall'impianto ma che hanno mostrato prima timide aperture, poi titubanza, poi silenzio, vergogna, pudore.

Sul profilo sanitario
E' ormai fuor di dubbio che l'inceneritore faccia male alle salute ed inquini fortemente i territori dove opera. Lo andiamo dicendo da anni, non con il conforto degli ingegneri, che sono in grado di far girare nel migliori dei modi gli ingranaggi ma sono incompetenti in termini di salute, ma ascoltando e meditando sulle parole degli oncologi. Il medico di Parma Manrico Guerra, dell'Associazione Medici per l'Ambiente, ce lo spiega in tutte le salse da ormai 5 anni. Ma non è bastato. Non pretendiamo a convincere, ma nemmeno a confrontarsi su questi dettagli per animare davvero un confronto ad armi pari. La seduta congiunta della commissione Ambiente e Salute avrebbe dovuto scuotere nel profondo. Otto esperti non di parte hanno concordato sul rischio che corriamo, ma nemmeno questa unanimità ha sconvolto i nostri consiglieri. Temiamo che lo sbadiglio, la stanchezza e sotto sotto la speranza di aver accontentato la protesta abbia prevalso.
Sul profilo sanitario 2
Il progetto Moniter che tiene sotto controllo le emissioni degli inceneritori dell'Emilia Romagna, nonostante una spesa di diversi milioni di euro, non ha mai effettuato un solo monitoraggio su matrici biologiche, per cercare le diossine dove ci sono. Si sono accontentati dell'aria, dove questi elementi non si fermano. Nonostante ciò sono emersi studi recenti dello stesso organo che certificano parti pre termine nella popolazione esposta alle emissioni. Un dato molto allarmante perché induce a pensare che ci siano sostanze che sregolano i meccanismi delicatissimi del nostro Dna.
Allora abbiamo effettuato noi un monitoraggio su latte materno, controllato dal laboratorio d'eccellenza in Italia per questo tipo di analisi. I picogrammi di diossina che sono risultati contenuti in questo latte lo rendono non commercializzabile. E' un dato che ci sconvolge, che non potremo nascondere, che dovrà emergere perché gravissimo. Già oggi la situazione ambientale di Parma è sull'orlo dell'abisso. Invece che mettere in atto serie misure di bonifica stiamo procedendo nella costruzione di un impianto che peggiorerà di molto la situazione. Andiamo nelle direzione contrario al buon senso.
Sul profilo economico
Un inceneritore non si regge economicamente senza gli incentivi statati, i cosiddetti certificati verdi. All'infuocata assemblea dell'aprile 2009 Emanuele Moruzzi, oggi nome conosciuto, allora oscuro dirigente dell'Ambiente, affermò che l'impianto di Ugozzolo non avrebbe goduto di tali incentivi. Ci sono le registrazioni. Bastano le bugie a sostenere un edificio intero?
I costi dell'inceneritore non consentono di farne a meno, perché svanirebbero gli utili necessari ad ammortizzare l'investimento da 200 milioni circa di euro, che da qualche parte, ed in un tempo certo, devono rientrare nelle casse di chi li ha spesi (le banche hanno una pazienza a tempo limitato).
Sulle alternative
Il progetto alternativo è pronto. 75% di raccolta differenziata, sistema domiciliare porta a porta, massimizzazione delle frazioni riciclate, tariffa puntuale, trattamento meccanico biologico del residuo, trattamento a freddo con impianto di riciclo e estrusione della plastica. Residuo finale inerte e stabile ridotto a poche migliaia di tonnellate, contro 40 mila tonnellate di scorie ricche di metalli pesanti e diossine che ogni anno uscirebbero dal forno. Perché non si fa? Questione di interessi, come sempre nella Penisola.

Sul fermo del forno
Ora è il momento propizio per affrontare il dopo inceneritore.
Abbiamo la disponibilità di una multiutility olandese a traghettare il nostro territorio verso rifiuti zero. E' una multinazionale che opera in diversi Paesi europei. Dal 2007 ha cambiato strategia e intende eliminare tutti gli inceneritori che possiede entro 10 anni. L'anno scorso ha chiuso quello di Rotterdam per mancanza di materia. L'Europa ci chiede di diventare una società del riciclaggio, di cambiare modo di produrre per rendere tutto riciclabile al cento per cento. E' un sogno possibile, bisogna iniziare ora. Il forno ingesserebbe il sistema per vent'anno. La van Gansewinkel ha incontrato Iren a maggio, si è capito che fa sul serio ed è una azienda molto avanzata, proiettata al futuro. VGW ha incontrato anche il comune di Parma ed ha invitato ad una visita di lavoro e di progettazione in Olanda sia Iren che l'amministrazione locale.
Sediamoci attorno ad un tavolo con tutti gli attori: Provincia, Comune, Iren: ci sono i numeri per riconvertire Il Pai in un centro riciclo avanzato dove tutti i materiali post utilizzo siano trattati per recuperarli e non sprecarli: l'organico, la carta, la plastica, il legno, i metalli.
Sulle collaborazioni scientifiche in atto
Il nostro camminare instancabile ha prodotto tanto. Abbiamo la disponibilità dei migliori tecnici di raccolte differenziate e migliori esperti nella gestione dei rifiuti d'Italia per fare di Parma un centro di eccellenza, un momento di svolta per l'Italia intera. Possiamo anche fare nomi, non sono ne terroristi ne sognatori. Enzo Favoino, Walter Ganapini, Rossano Ercolini, Massimo Cerani, Natale Belosi, Gialuigi Salvador, Marco Caldiroli, Carla Poli, ma non solo. Paul Connet, Michael Braungart, Frans Beckers, William McDonough, Joan Marc Simon, l'amministrazione di San Francisco, van Gansewinkel.
Ma non solo nella progettazione e la gestione delle raccolta ci sono persone ormai amiche che aspettano solo la chiamata per essere al nostro fianco.
Eminenti studiosi del Dna come Ernesto Burgio, oncologi come Dominique Belpomme, Patrizia Gentilini, Giuseppe Masera, medici come Manrico Guerra, chimici come Luigi Campanella, biologi come Gianni Tamino.
A Parma ingegneri, chimici ambientali, avvocati, aziende, tantissimi cittadini pronti a mettere il loro contributo a disposizione, amministratori virtuosi come Marco Boschini, Ezio Orzes, Alessio Ciacci.

Non manca nessuno elemento per poter lavorare da oggi ad una alternativa efficace e davvero rispettosa dell'ambiente e delle persone.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 3 luglio 2011

+ 2 giorni alla sospensione del cantiere dell'inceneritore di Parma, ora lo possiamo fermare!

+398 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

+66 giorni dal lancio di Boicottiren: http://tinyurl.com/boicottiren
Aderisci anche tu: boicotta Iren, digli che non finanzierai un euro dell'inceneritore di Parma

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