domenica 24 luglio 2011

CiCCiolata di Parma

Mesi fa abbiamo denunciato la stranezza di un appalto europeo, da oltre 43 milioni di euro, a cui aveva partecipato una sola azienda, ovviamente vincendolo.
Ci avevano dato dei visionari: “Voi pensate sempre male, può capitare, che c'è di strano?”.
Eppure anche questo passaggio del claudicante iter dell'inceneritore di Parma ci aveva lasciati molto perplessi, al punto da segnalare la situazione in tutte le sedi opportune.



Ieri l'altro la notizia delle indagini su Filippo Penati, braccio destro del segretario del Pd Bersani, all'interno della quale sbuca la stessa azienda, la CCC di Bologna, aggiudicatrice delle opere edili dell'inceneritore in costruzione a Ugozzolo, per l'appunto l'appalto curioso e milionario di cui vi abbiamo parlato.
Il Consorzio Cooperative di Costruzioni di Bologna (CCC), un colosso delle cooperative rosse, è l’unico operatore sempre presente nell’affare immobiliare delle aree ex Falck di Sesto San Giovanni, al centro delle indagini della magistratura sul finanziamento illecito dei partiti.
Secondo gli inquirenti, si tratta di un sistema ben collaudato e noto fin dal periodo delle inchieste di Mani Pulite. Per i magistrati la presenza di una coop rossa in un grande affare garantisce la quota di interessi del Pci e dei suoi derivati, oggi quindi il Pd.
Nonostante i vari passaggi di proprietà dell’area ex Falck, la CCC di Bologna è sempre stata imposta come ditta edificatrice e si sospetta che Penati sia al centro di un sistema intrecciato con le esigenze di finanziamento del partito. I reati per i quali è indagato sono,oltre alla concussione e corruzione, anche l’illecito finanziamento verso i propri compagni.
Pare che decine di imprenditori abbiano ammesso di aver versato contributi al Partito Democratico, non registrati in bilancio, su sollecitazione di Penati o di uomini a lui vicini.
Giri d'affari di centinaia di milioni di euro, un gruzzolo non indifferente.
Quali le somiglianze con la gara europea per l’inceneritore di Parma?
Tante, a partire dal fatto che anche qui una sola è la ditta che si presenta e vince la gara di appalto. Non sarebbe la prima volta che si sente parlare di “cartelli” fra le ditte di un certo settore, che si spartiscono la torta, lasciando che solo una sigla si presenti alla gara, per poi regolare i conti con i subappalti.
Un'altra puntata della storia dell’inceneritore di Parma, che presenta non poche zone d’ombra, che la magistratura non ha ancora chiarito, anche se siamo certi che stiano fervendo le indagini opportune e gli approfondimenti del caso.
A 419 giorni dalla mancata consegna del piano economico finanziario, che consentirebbe di capire come Iren intende rientrare dal cospicuo investimento, a 23 giorni dallo stop del cantiere imposto dal comune di Parma su segnalazione della nostra associazione, ecco un altro degli infiniti tasselli che vanno a comporre questa tela dai mille stili, difficile da collocare e definire, se non con questo neologismo.
Una gran bella CiCCiolata di Parma, con tutti i gusti più uno.
Che per i cittadini, però, risulta alquanto indigesta e dispendiosa.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 24 luglio 2011

+23 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma

+419 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Nessun commento:

Posta un commento