domenica 31 luglio 2011

Parma, pattumiera d'Italia

Finalmente i giochi sono venuti allo scoperto, quelli che prevedono di fare di Parma la pattumiera d'Italia. Con la cancellazione dell'inceneritore di Reggio Emilia cadono tutte le teorie sulla necessità di un impianto di incenerimento a Parma, ultimo baluardo di chi ancora sostiene il forno.



Se i cugini reggiani hanno invertito la rotta e abbandonano definitivamente la strada dell'inceneritore, non è che si sono presi una capocciata contro il ponte di Calatrava, ma semplicemente hanno compreso che le soluzioni alternative ci sono e del forno se ne può fare a meno, con grande vantaggio per la salute e per le tasche dei cittadini e dei contribuenti.
Chissà se per il nostro assessore all'inceneritore Castellani si tratta ancora di un fenomeno di nicchia e considererà i reggiano come un fenomeno da baraccone, o un insensato salto nel buio.
Siamo stati testimoni di un dialogo franco fra il sindaco di Reggio Emilia Delrio e quello di Parma Vignali. Delrio, parlando della questione rifiuti e inceneritore ha detto al primo cittadino della nostra città.
“Vedi Pietro, noi abbiamo fatto due conti. Costruire un inceneritore è antieconomico”.
Cinque parole che smontano un mito.
La Provincia ora sosterrà che Parma non ha discariche mentre Reggio sì.
Ma il forno inceneritore di Ugozzolo (a proposito oggi festeggiamo il primo mese di fermo cantiere) produce ogni anno 40 mila tonnellate di scorie, tra ceneri leggere altamente tossiche e ceneri pesanti che grondano diossina e metalli pesanti. Dove intende metterle la Provincia?
A Monte Ardone?
Intende forse farla ingurgitare da un cementificio, in modo da rendere i mattoni delle nostre case infarciti di tutta quella bellezza velenosa?
Siamo oggi in una situazione che prevede per Parma un forno inceneritore sovradimensionato.
Significa che già alla sua apertura, che speriamo non avvenga mai, ci sarà carenza di materiale.
Il forno dovrà bruciare per vent'anni almeno 130 mila tonnellate di rifiuti ogni anno per cercare di recuperare l'investimento (che supera già oggi i 200 milioni di euro).
Cosa metteranno dentro al forno.
Semplice, i rifiuti dell'Emilia Romagna, i rifiuti dell'Italia.
Abbiamo chiesto di modificare l'autorizzazione per rendere impraticabile il superamento del limite provinciale della provenienza dei rifiuti.
Ci hanno risposto picche.
L'Aia va benissimo così com'è, in modo che in qualunque momento basta una firma su un foglio e la bocca del forno si apre a nuovi arrivi chissà da dove.
Oggi che il cantiere è fermo sarebbe invece opportuno guardare alle alternative e cominciare a prepararci. C'è la proposta di van Gansewinkel che garantisce il percorso verso rifiuti zero a costi ridotti rispetto a quelli che paghiamo ora.
Sarebbe già possibile oggi risparmiare.
E' una rivoluzione di pensiero che porterebbe vantaggio a tutti gli attori, Iren inclusa.
Svoltare verso l'Europa virtuosa, che non è quella di nonno Allodi, ma quella di van Gansewinkel, che in dieci anni spegnerà tutti gli inceneritori. E' quella dei cugini reggiani, che ci bagnano il naso e ci lasciano ai blocchi di partenza con un palmo di naso.
Parma si avvia a diventare la pattumiera d'Italia.
E c'è chi ancora se ne vanta.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 31 luglio 2011

+30 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma

+426 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

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