Stiamo assistendo da qualche tempo al tentativo di buttare in politica la lotta contro l'inceneritore di Parma.
Fin dal 2006, nel silenzio totale, abbiamo affrontato gli anni difficili in cui il tema dell'inceneritore praticamente non esisteva nel panorama del dibattito di Parma.
Non ci siamo arresi mai. Troppo importanti erano gli scenari futuri per lasciare tutto alla deriva.
In questi ultimi mesi siamo finalmente giunti al cuore.
La settimana scorsa il comune di Parma ha messo i sigilli al cantiere.
Per quanto tempo reggeranno all'onda d'urto dei poteri è difficile prevederlo.
Nel sabato del villaggio abbiamo messo in scena la nostra festa particolare, con tutti i simboli che meritava questo momento storico per il nostro percorso.
Il sigillo di ceralacca ai cancelli, l'ulivo piantato nella rotonda davanti al cantiere, le bandiere no inceneritore che garrivano al vento.
Una data che rimarrà negli annali della nostra agenda.
Sulla giornata è poi passata qualche nuvola.
Un signore ha sollevato le sue perplessità sul nostro grazie al sindaco Pietro Vignali e sulla presenza del delegato alla salute Fabrizio Pallini, con conseguente schermaglia verbale, sollevando la questione dell'imparzialità, peraltro negata da lui stesso alzando il pugno al cielo davanti al cantiere.
Come altre volte sottolineato Gcr riceve colpi sia da destra che da sinistra, ci abbiamo fatto il callo.
Ovviamente ora i fatti eclatanti ci espongono, anche al nostro interno, ad un forte dibattito, a cui non ci vogliamo sottrarre, nel tentativo che non viene mai meno di chiarire tutte le posizioni e tutte le scelte.
Oggi il comune di Parma si è messo clamorosamente di traverso al progetto dell'inceneritore e per noi è una vittoria importante, seppur parziale. Per noi significa che in piazza Garibaldi disconoscono i presupposti che hanno portato il nostro territorio a questa scelta sciagurata.
Dovrebbe essere ovvio a tutti che questo traguardo è stato da sempre il nostro obiettivo strategico, portare qualcuno dei contendenti di peso dalla nostra parte.
Non avendo bandiere partitiche da difendere a noi non importa quale schieramento abbia scelto la strada del no inceneritore. Ne prendiamo atto. E andiamo oltre. Ora è il momento di studiare l'alternativa nei minimi particolari, visto che non si può limitare la battaglia a stendere l'avversario, ma bisogna trovare anche gli schemi della ricostruzione.
Nel momento attuale vogliamo e dobbiamo sostenere la posizione del comune, che grazie alla segnalazione nostra ma prima ancora all'ago, trovato nel pagliaio dagli avvocati Allegri e De Angelis, ha saputo cogliere l'occasione, per dire al mondo che l'inceneritore appartiene al passato, alla preistoria della clava brutale.
Così non ci sentiamo di affidare ai pugni chiusi la bandiera del traguardo.
Fate pure nomi e cognomi di chi si è battuto su questo tema in questa città dando anima e corpo fin dal 2006.
Ritroverete solo persone che sono nell'orbita del Gcr, attivisti col cuore, liberi nelle tessere, ispirati dallo sguardo al futuro e dalla conoscenza del presente.
Non c'erano politici, non c'erano partiti.
C'erano i medici dell'Isde con Manrico Guerra in testa.
C'era il movimento delle 5 stelle, che nel 2006 fece da miccia e attivatore.
Poi troviamo movimenti, come il WWF, Liberacittadinanza, Greenpeace di Parma, i comitati del quartiere Colombo, sicuramente dimenticheremo qualcuno.
Non c'era Legambiente, che dice sì all'impianto, chiedendolo però piccolino, come se fosse la quantità a determinare la pericolosità di un veleno e non la sua qualità intrinseca. Mai si è posta questa associazione che dovrebbe essere ambientalista “contro” questa strategia.
Negli anni a seguire il no al forno è stato dato anche da Rifondazione e dai comunisti in genere, dalla Lega, dai repubblicani europei, da associazioni come Slow Food, Coldiretti, Terre Nostre.
L'obiettivo di Gcr rimane come sempre unico e irrinunciabile.
Spegnere il camino di Ugozzolo prima che sbuffi.
Chiunque sposi questa nostra missione avrà il nostro plauso e la nostra collaborazione, per andare anche oltre uno stop, per progettare e realizzare la gestione dei materiali post utilizzo in modo intelligente e senza ricadute negative per ambiente e persone.
Non ci interessa lo schieramento di appartenenza e non ci possiamo occupare di altri temi, che spesso ci viene chiesto di trattare. Siamo sollecitati da molti a non applaudire la scelta del comune del sospendere il cantiere, perché avalleremmo la sua linea anche sugli altri settori.
Non è così.
Come detto noi premiamo il gesto, la scelta, il singolo atto, non ci interessa ne possiamo andare oltre. Abbiamo detto sì alla chiusura come abbiamo detto no quando l'assessore Sassi ha malauguratamente affermato che le grigliate sono creature infernali a confronto con gli inceneritori.
Come è evidente giudichiamo i fatti.
Abbiamo detto sì a Bernazzoli quando ha sostenuto che il nostro territorio non va gravato di ulteriore inquinamento (si riferiva al nucleare), ma si prende tutti i nostri strali, quando si atteggia a strenuo difensore del forno, senza farci capire i motivi che stanno sotto.
Sosteniamo Iren nella raccolta differenziata ma non possiamo fare sconti se intende bruciare quella stessa plastica raccolta dai cittadini nel grande ventre dell'inceneritore.
Teniamo da sempre ed in modo particolare al dialogo con tutti.
Le nostre riunioni sono aperte ai cittadini per poter dare modo di approfondire questi importanti temi ed attraverso il confronto prendere la posizione che si ritiene più rispondente al vero, secondo la propria coscienza.
Abbiamo incontrato tutti i partiti che hanno voluto confrontarsi con noi e ancora li incontreremo, come lo stesso si è fatto con movimenti, associazioni, cittadini.
Se una cosa non manca in Gcr è la propensione al confronto, certo mantenendo fermo il tema, che anche nelle nostre mailing list è univoco, ed ogni altro altro argomento viene rigettato (spesso suscitando il timore di censure), ma il rispetto verso chi si iscrive e di quel tema vuole trattare deve essere il primo pensiero.
Chi vorrebbe condurre la nostra battaglia anche su altri fronti purtroppo sente la delusione dell'impossibilità a farlo, decisione sulla quale, anche a costo di perdere persone, non possiamo ritornare.
Questo lungo pensiero serve anche a noi stessi, per risentire i confini del nostro ambito ma anche per far prendere coscienza dello straordinario risultato che è stato raggiunto grazie alla nostra caparbietà e sacrificio.
E grazie a tanti altri fattori, tutti importanti, tutti meritevoli, tutti orientati a guardare oltre il forno, senza interesse per il merletti, senza timore per la zizzania.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 11 luglio 2011
+10 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+406 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
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