domenica 16 ottobre 2011

Ammalata di tumore a causa dell'inceneritore

Il processo all'inceneritore di Pietrasanta (Lucca), uno di quegli impianti di ultima generazione, che alcuni considerano sicuri, si è aperto con una testimonianza shock.
Una donna malata terminale di tumore si è costituita parte civile nel dibattimento penale a carico del direttore di Tev, gestore dell'impianto, e di un dipendente, colpevoli per l'accusa di aver avvelenato l'acqua di due torrenti che scorrono a fianco dell'impianto e di aver taroccato e nascosto i dati emissivi.



L'avvocato di A.H., Fabrizio Miracolo, porterà a testimonianza una consulenza scientifica del professor Stefano Montanari, direttore scientifico del laboratorio Nanodiagnostics di Modena.
L'analisi riguarderà i tessuti della malata e metterà in evidenza che il tumore contratto è stato proprio causato dall'impianto di Falascaia, al centro dello scandalo che ha scosso la Versilia.
A Viareggio sono giorni di grande tensione, mentre è sotto accusa la società che aveva in gestione l'impianto di incenerimento sequestrato lo scorso anno dai carabinieri.
Un impianto che vantava certificati ambientali sopraffini, garanzie apparentemente assolute di apporto nullo di inquinanti nell'ambiente, ma che si è rivelato come potente distruttore di salute e di benessere.
I due torrenti a fianco dell'inceneritore sono stati avvelenati dalle emissioni dell'impianto, acque che venivano utilizzate per annaffiare i molti orti e giardini che costeggiano i due torrentelli, acque che sfociano 3 km a valle sulla spiaggia di Pietrasanta, tra i piedi dei bagnanti, che a decine di migliaia ogni anni frequentano i lidi assolati della Versilia.
Erano le acque utilizzate per raffreddare le ceneri di risulta del processo di incenerimento, probabilmente immesse nei torrenti tal quali, e quindi contenenti quantità di diossine e metalli pesanti ingenti e pericolose.
Ora il primo riscontro sulla salute.
Una biopsia che getta macabre ombre anche sullo stato attuale della qualità ambientale della zona in cui ha operato per anni l'inceneritore targato Veolia.
75 pagine fitte di dati. Dalla perizia emerge una presenza insolitamente elevata di particelle di dimensioni al di sotto del micron. Una piccola frazione del particolato ha origine endogena ed è tipico delle patologie oncologiche. Dimensioni, forma e varietà dei 25 elementi chimici presenti fanno propendere per un’origine precisa, quella dell'inceneritore di rifiuti. In quegli impianti infatti la combustione porta al formarsi di particolato ultrafine che sfugge ai sistemi di cattura e viene immesso nell’atmosfera. Restando sospeso per lungo tempo può raggiungere l’albero respiratorio fino agli alveoli e ai polmoni, provocando forme infiammatorie cancerose.
Al presidente del tribunale è stato chiesto un accertamento tecnico preventivo per valutare lo stato attuale dei terreni e dell'atmosfera della Versilia.
Noi a Parma un inceneritore lo stiamo costruendo.
C'è infatti chi ancora afferma oggi che gli inceneritori siano necessari, quando già 57 comuni italiani hanno deliberato la strategia rifiuti zero e per il 2020 si apprestano ad arrivare a zero sprechi e un riciclo totale degli scarti.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 16 ottobre 2011

-52 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+503 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Dove c'è Barilla: il minisito con la foto panoramica dell'area intorno all'inceneritore
http://tinyurl.com/inceneritore-barilla

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

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