C'è preoccupazione in quel di Pedrignano.
La si tocca con mano, osservando le ultime uscite sulla stampa.
La preoccupazione, che è di tutti noi, un territorio intero che si mantiene in stand-by, è rivolta ad un cantiere, in quel di Ugozzolo.
Un inceneritore da 130 mila tonnellate di rifiuti bruciati all'anno, 8 mila ore di funzionamento 24 ore al giorno, 144 mila metri cubi di emissioni orarie di aria che definirla sporchetta è un complimento.
Un inceneritore che distribuirà sul territorio le sue emissioni, secondo un preciso modello matematico, certamente peggiorando la qualità dell'aria e dei suoli, in un'area considerata già oggi, senza impianto, la quarta più inquinata al mondo.
Un rebus, perché il cantiere è già in stato avanzato e le spese sono già state in parte sostenute.
Ma vale la pena mettere a rischio la salute di cittadini e di un intero comparto economico per una questione di soldi?
Difficile risposta.
Ci vorrebbe la terza via, quella che come dice un motto, salvasse capra e cavoli.
Una terza via che esiste, oggi, pronta, attivabile.
La terza via ha un nome ed un cognome, Van Gansewinkel.
Si tratta di un colosso europeo dei rifiuti che dal 2007 ha deciso di modificare il core business aziendale per spostare l'attenzione dallo smaltimento (in inceneritori) al recupero di materia (attraverso trattamenti meccanici a freddo).
Ma la questione centrale oggi, quella che ci sta più a cuore, è che VGW abbia proposto al comune di Parma ed a Iren una soluzione praticabile, per uscire dall'impasse.
Una soluzione nero su bianco, un invito formale in Olanda a tradurre in pratica il piano di dismissione del Paip e la trasformazione dello stesso in area di recupero e riciclo dei materiali, includendo nel progetto anche la patata bollente del cantiere, con la soluzione di vendere su altri mercati i “pezzi” del Paip già acquistati e montati.
La multiutility olandese, che opera in diversi Paesi europei, è giunta a questa proposta dopo aver incontrato a Parma Iren e Comune ed aver visitato i centri di riciclo già attivi sul nostro territorio.
Una proposta quindi soppesata, meditata, studiata nei particolari.
Una soluzione che non porterebbe danno a nessuno e vantaggio a tanti o, meglio, a tutti.
Una soluzione che ha ora bisogno di verifica sul posto.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 18 ottobre 2011
-50 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+505 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
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