domenica 16 ottobre 2011

Speranza e dannazione

La chiesa italiana tra green washing e coraggio dell'azione

La moda di fingersi verdi ha contagiato anche madre chiesa.
La diocesi si è cimentata per rispondere ad un nostro articolo sui terreni di Ugozzolo, dove cresce il mostro inceneritore.
“Caro Enrico ti scrivo”
http://gestionecorrettarifiuti.it/sito/modules/news/article.php?storyid=790
La parte più cospicua dell'area del Paip (20 ettari su 44) apparteneva all'Ordine Costantiniano di San Giorgio, dove il vescovo siede nel consiglio generale.



E' stato venduto tutto quanto a Iren (tra l'altro socio fondatore del Centro Etica Ambientale della Diocesi), se non fosse stato per la loro solerzia, saremmo ancora al palo e senza terre dove costruire.
Nel comunicato il vescovo ha rinnovato la fiducia in don Pietro Ferri, colto, apprezzato, competente, generoso: la stessa persona che ha telefonato sul posto di lavoro ad un membro del Gcr, riempiendogli l'orecchio, per venti minuti buoni, di espressioni irripetibili, in modo effettivamente molto generoso.
Ma la diocesi ha intenzione o meno di parlare di ambiente? Non si capisce.
Afferma di avere un interesse alto per l'ambiente e per il creato, ma forse non sufficientemente in quota da toccare il camino.
Intanto il buon monsignor Pietro, con un fratello ai piani alti di Iren, ha affermato che se il forno è garantito tutto va bene e possiamo porgere l'anima in pace, senza specificare chi ha firmato la garanzia.
Il popolo che segue la chiesa è perplesso.
Gli argomenti su cui si può discutere sono inseriti in una lista rigida.
Di ambiente si può parlare solo fino a un certo punto, oltre c'è Belzebù.
Ci si domanda se anche in piazza Duomo si tenga più ai buoni rapporti di vicinato con chi di dovere che alla verità nuda, cruda, scomoda, che purtroppo non è facile da affrontare a muso duro, specie quando ci si scortica un po' il naso.
Eppure, eppure, non tutta la chiesa finge di non vedere.
Ci sono i missionari, che nel mondo portano testimonianze forti, abnegazione, sacrificio.
Alla Comunità Betania, la scorsa estate, è passato padre Alex Zanotelli, una bandiera dell'essere missionari e testimoni sul campo. Una grande persona.
Zanotelli non si è sottratto al confronto.
Al nostro appello a fermare l'inceneritore ha risposto con generosità: “La politica degli ultimi venti anni non ha cambiato l'approccio ai rifiuti. A Napoli dieci commissari straordinari hanno emesso una sola identica ricetta, decisioni gravissime: inceneritori e mega discariche. Il profitto è alla base delle scelte di gestione: bruciare fa guadagnare. I potentati economici ci guadagnano. E' il profitto il movente”.
A Napoli per fortuna hanno svoltato.
Per Parma padre Alex ha parole di forte sostegno e di speranza: “Avete fatto bene ad interpellare il vescovo. Gestire i rifiuti è un problema etico e morale, incenerendo e mettendo in discarica stiamo ammazzando gente. Come Chiesa non possiamo far i duri solo per eutanasia e aborto. Bruciare è un'altra maniera per uccidere le persone. Dobbiamo batterci”.
Motivi di speranza.
Noi ci batteremo Alex, lo stiamo già facendo.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 16 ottobre 2011

-52 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+503 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Dove c'è Barilla: il minisito con la foto panoramica dell'area intorno all'inceneritore
http://tinyurl.com/inceneritore-barilla

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

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