venerdì 4 novembre 2011

Il camino di Pisa

Oggi tocca a Pisa. Una linea dell'inceneritore è stata chiusa per l'alto livello di diossina riscontrato nelle analisi. Un campionamento del 27 settembre scorso che ha messo in evidenza che i valori del pericoloso inquinante derivato dalla combustione dei rifiuti erano superiori ai livelli massimi consentiti.
E' passato quindi un mese, durante il quale il camino ha continuato ad eruttare la sua aria avvelenata come se niente fosse.
Questo è il destino dei territori che hanno a che fare con gli inceneritori.
Geofor è l'azienda che gestisce l'impianto, ovviamente riammodernato secondo le recenti Bat (Best Available Techincs) e “capace di trasformare i rifiuti in energia”.



Con un costo ambientale un po' elevato ci pare di capire.
Le diossine sono i veleni più pericolosi al mondo e si formano dalla combustione dei materiali plastici contenti cloro.
Giunti i risultati delle analisi la provincia di Pisa ha imposto con Arpa lo spegnimento della linea identificata come malfunzionante.
Anche Arpat ha ripetuto le operazioni di campionamento dei fumi mentre l'impianto veniva spento: i risultati di queste analisi saranno disponibili nei prossimi giorni.
Lo stop all'impianto sarà di circa un mese durante il quale il gestore Geofor provvederà ad una analisi della situazione per andare ad individuare le cause dell'anomalia.
Anche Arpat ha ripetuto le operazioni di campionamento dei fumi mentre l'impianto veniva spento: i risultati di queste analisi saranno disponibili nei prossimi giorni.
Lo stop all'impianto sarà di circa un mese durante il quale il gestore Geofor provvederà ad una analisi della situazione per andare ad individuare le cause dell'anomalia.
Molto probabilmente l'attenzione si concentrerà sull'impianto di abbattimento e trattamento dei fumi, ed in particolare sulla efficienza dei filtri a maniche, che da programma avrebbero dovuto essere sostituiti la prossima estate, data di sostituzione che probabilmente verrà anticipata.
Un campionamento dei fumi fatto da Arpat lo scorso maggio aveva dato esito negativo verificando “valori di emissioni delle diossine nella norma”.
Si capisce che la diossina è una delle emissioni tipiche degli inceneritori.
Solo a Parma abbiamo un assessore all'ambiente, Giancarlo Castellani, convinto del contrario, che sostiene in pubblico che “il processo di combustione degli inceneritori non produce diossina”.
Quei giocherelloni dei pisani, chissà perché non la pensano allo stesso modo mettendosi l'anima in pace.

Qui la notizia riportata dal sito della Nazione di Pisa:
http://www.lanazione.it/pisa/cronaca/2011/11/03/613115-paura_diossine.shtml

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 4 novembre 2011

-33 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+522 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Mancherebbero 184 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

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