lunedì 5 dicembre 2011

Gestione dei rifiuti e salute, un binomio inscindibile

E' apparsa sulla stampa locale, qualche giorno fa, l'opinione di Maura Franchi sulla gestione della raccolta differenziata in alcuni quartieri della città.
La gestione dei rifiuti è uno dei problemi di maggiore impatto sulla qualità ambientale ed ha dirette conseguenze sulla nostra salute, di oggi e di domani, come si è evinto dai risultati dello studio Moniter, appena pubblicati.



I piccoli gesti quotidiani, che in questo caso si moltiplicano per i milioni che siamo, modificano concretamente la qualità dei nostri suoli, della nostra aria, del nostro mondo.
Un oggetto riciclato torna a nuova vita senza far danno.
Un oggetto bruciato, o messo in discarica, oltre a non essere più utile alla comunità, crea una emissione inquinante più o meno dannosa, con una perdita definitiva del suo valore intrinseco (non è possibile rigenerare un oggetto partendo dal fumo di un camino)
Così non dobbiamo e non possiamo permetterci di ridurre a fenomeno quasi folcloristico e di colore uno dei temi più scottanti nei paesi sviluppati, ed in particolare in quelli con il più alto tasso di ricchezza.
La corretta gestione dei rifiuti è fondamentale.
Non esiste una tecnologia che permetta di gestire gli scarti in modo automatizzato, senza l'intervento delle nostre mani e dei nostri comportamenti.
Ma fa abbastanza tenerezza leggere che in un mondo complesso come il nostro, dove ogni giorno abbiamo a che fare con sistemi che richiedono competenze multiple, ci si trovi in difficoltà di fronte a materiali come la carta, solo perché a volte è cartone e a volte è foglio.
La raccolta differenziata porta a porta con tariffazione puntuale è la modalità più efficace finora elaborata per l'ottimale separazione dei materiali, con l'obiettivo di evitare sprechi ma anche salvaguardare la nostra economia e la nostra salute.
Certo è fondamentale che la sua adozione diventi una azione condivisa con la popolazione, anticipata e posticipate nel tempo con adeguata informazione e formazione.
Il dialogo tra il gestore e i cittadini deve essere costante e reciproco, il confronto sui dettagli la costante tensione verso il miglioramento, per affrontare proprio i dubbi e le difficoltà che possono nascere nella pratica quotidiana.
Un approccio che sicuramente non è stato ottimale nei quartieri dove è stata introdotta la raccolta spinta. Non si spiegano altrimenti le segnalazioni ripetute di difficoltà operative.
Detto questo anche alcuni passaggi della lettera di Maria Franchi non ci possono sfuggire.
Si lamenta la presenza in casa di mucchi di materiali in attesa di espulsione.
Questi materiali siamo noi ad averli acquistati e fino ad un attimo prima non erano rifiuti e non si notava il loro ingombro. Utili per un certo lasso temporale, ingombranti appena dopo.
Certamente ancora tanti passi vanno compiuti, ad esempio sul fronte della produzione degli imballaggi.
Che sono spesso ridondanti, eccessivi, composti di materiali eterogenei che creano la difficoltà di un loro riciclo. In questo settore è necessario un passo avanti normativo che conduca l'industria verso una produzione riciclabile in origine, che riduca al minimo gli imballi e che questi ultimi siano non solo riciclabili al 100% ma anche in un modo pratico.
Il nostro rapporto con i materiali post utilizzo è proprio sbagliato nell'approccio.
Solo togliendo il cordone sanitario tra noi e loro possiamo vederli sotto una nuova luce.
I rifiuti sono miniere di materiali, e come tali vanno trattati.
La gestione dei rifiuti non si riduce a dove mettere un materiale rispetto ad un altro.
E' un mondo ben più strutturato, che può essere un problema o una risorsa, secondo il modo in cui noi lo affrontiamo.
Ogni piccola frazione di questo puzzle può essere positiva o negativa, dipende del nostro modo di utilizzare la singola tessera.
Gli scarti organici possono diventare prezioso humus per le nostre terre, un valido concime che ha un costo irrisorio, visto che la materia prima la mettiamo noi, gratuitamente.
Ma se mal-trattati perdono una parte cospicua del loro potenziale: usare sacchetti di plastica per la raccolta, gettarli nell'indifferenziato, mischiarli a materiali non organici, sono tutti esempi di cattiva gestione.
Il “rifiutologo”, peraltro incompleto, ma anche errato perché le plastiche non Conai possono essere tranquillamente recuperate come materia prima secondo con un un impianto ad estrusione, è solo un vocabolario a cui riferirci solo nei casi di dubbio, che dopo una minima esperienza si riducono fino a raggiungere quasi lo zero.
Pur parlando tutta la lingua nazionale, capita ogni tanto di dover imbracciare il tomo di riferimento per sciogliere alcune incertezze, ma con questo non lo indichiamo con acredine, rimane uno strumento di ulteriore approfondimento, quando proprio serve.
Infine dobbiamo anche comprendere che dalla qualità del nostro agire dipendono i risultati complessivi della gestione: che significa in soldoni anche maggiori risorse per i comuni, che a loro volta possono sostenere servizi in più.
E' la qualità della raccolta differenziata che fa la differenza. Una Rd fatta male comporta un tasso di scarti alto, che si traduce in un calo dei contributi dei consorzi di filiera, che ovviamente non pagano i comuni per gli scarti, ma solo per materiale realmente utilizzabile.
Sono dati questi che vanno anche comunicati alla cittadinanza, che deve essere partecipe anche delle dinamiche che accadono prima e dopo il loro gesto singolo.
Alla fine, in un certo senso, sono i cittadini i responsabili primi della gestione degli scarti, a loro va data competenza, responsabilità, ed anche coscienza sulle conseguenze, positive ma anche negative, dei loro gesti.
Noi pensiamo ne valga davvero la pena.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 5 dicembre 2011

-2 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+553 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Mancherebbero 153 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

Nessun commento:

Posta un commento