Nulla di fatto ieri al Tar di Parma, dove si aspettava con ansia di conoscere il risultato finale della partita Iren vs Comune, con in palio il cantiere dell'inceneritore di Ugozzolo.
Al fotofinish i giudici hanno comunicato l'inutilità di una ulteriore discussione, visto che tutta la documentazione pervenuta è stata giudicata sufficiente a prendere la decisione finale, che conosceremo tra qualche settimana, ferie di Natale permettendo.
Dunque i giochi sono fatti e non ci resta che attendere la stesura finale della sentenza, per sapere se il cantiere dell'inceneritore contestato possedeva tutti i requisiti edilizi o meno.
Dalle carte emerse fino a qui ci pare incontestabile che il titolo edilizio obbligatorio mancasse, come è emerso anche dal fraseggio tra Iren e le amministrazioni locali, dove abbiamo letto che fino ad una certa data (giugno 2009), la società che costruisce l'inceneritore era ben conscia della necessità di richiedere il titolo prima dell'inizio dei lavori.
Cosa sia accaduto dopo quel giugno non lo sappiamo.
Certo è che ci pare davvero non credibile che ci sia una semplice dimenticanza alla base della mancata richiesta del permesso a costruire.
La difesa ondivaga di Iren si è spostata anche sul sostenere che tale nulla osta fosse già ricompreso nella Via dell'ottobre 2008, come anche sostiene la Provincia nel suo affiancardi ad adiuvandum alle tesi di Iren.
Una tesi questa smentita dalla documentazione di Iren e dallo stesso dispositivo di valutazione di impatto ambientale, dove chiaramente era evidenziata la necessità di ottenere la concessione edilizia.
I giudici, per capirci, non hanno trovato, fra le carte, il documento necessario all'avvio del cantiere e la conclusione più logica è quella di dare atto al comune di Parma di avere agito secondo le norme, sanzionando, con la sospensione del cantiere, la società che non era in possesso di tutti i requisiti per poter proseguire i lavori (e nemmeno per avviarli).
L'eventuale soccombenza di Iren non significa però che i lavori a Ugozzolo si fermeranno.
E' molto probabile che ci si indirizzi verso una sanatoria dell'abuso con il pagamento degli oneri di urbanizzazione che avrebbero dovuto far parte dell'iter del titolo edilizio.
Un importo non piccolo che si aggirerà sul mezzo milione di euro, una cifra che però non può certo spaventare un progetto che di milioni ne accumula un paio di centinaia.
Nemmeno la sanatoria edilizia però sarà utile a spianare la strada all'inceneritore.
Ci sono ancora diversi punti importanti ed oscuri tuttora irrisolti.
Ne ricordiamo i 5 principali.
1. Come è stato possibile affidare a Iren senza gara un progetto che riguarda un servizio di pubblica utilità.
2. L'Antitrust ha segnalato la distorsione del mercato e la necessità di una nuova gara entro il 19 dicembre di quest'anno.
3. Nello svolgersi del progetto sono stati apportati cambiamenti sostanziali senza l'avvallo della conferenza dei servizi.
4. Il piano economico finanziario, che dovrebbe essere il documento principale con il quale poter valutare tutto il progetto, rimane un mistero super segreto celato in qualche segreta di strada Santa Margherita.
5. Dalla documentazione emersa si evidenzia un coinvolgimento di Hera, la multi utility romagnola che dovrebbe in teoria rappresentate una concorrente di Iren e non una compagna di merende.
Intanto il fascicolo in Procura, una massa imponente di esposti e documentazione, prosegue il suo iter di verifica, con la Guardia di Finanza impegnata nei riscontri.
Il voto dell'urna insomma non è per niente scontato.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 8 dicembre 2011
+556 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 150 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
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