mercoledì 4 aprile 2012

A Parma tutti bene?


A Venezia chi ha lavorato nell'inceneritore si è ammalato
Condannato l'Inail

di Giorgio Cecchetti – Nuova Venezia
http://tinyurl.com/tumori

Per la prima volta un giudice del lavoro ha riconosciuto la malattia professionale di un lavoratore che ha operato per anni all’inceneritore di Sacca Fisola, Venezia, ormai chiuso da oltre vent’anni.
Il veneziano F.G. adesso ha 78 anni e ha lavorato dal 1970 al 1981 come fuochista all’inceneritore, quindi ha operato per altri dieci anni nell’officina dell’Amiu a Sacca San Biagio.



Nel 2007 gli è stata asportata una parte del polmone perché colpito da un adenocarcinoma, un grave tumore. L’avvocato Enrico Cornelio ha chiesto per conto del pensionato il riconoscimento da parte dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail) che a colpire F.G. sia stata una malattia professionale.
Il giudice Anna Menegazzo ha accolto il ricorso e ha condannato l’Inail a pagare una rendita correlata all’inabilità del 35 per cento, oltre alla corresponsione degli arretrati.

L’avvocato Cornelio, nel suo ricorso, ha spiegato che la mansione del suo cliente all’inceneritore era quella di manovrare i meccanismi che trasportavano i rifiuti urbani raccolti in centro storico alla zona di combustione. Inoltre, doveva controllare i fumi e soprattutto lo smaltimento delle scorie di bruciatura. Allora tutta la coibentazione era in amianto. Il fuochista doveva anche ripulire, una volta al mese, i filtri.
Oltre ad essere esposto all’amianto, scrive il giudice del lavoro. in quei dieci anni, F.G. è rimasto anche esposto ai fumi derivanti dall’incenerimento dei rifiuti, fumi che contenevano stando ai controlli fenoli, idrocarburi aromatici, nichel, cadmio, cobalto ed altro. Infine, dal 1982 al 1991 ha operato nell’officina dell’Amiu in qualità di tornitore, eseguendo lavori di manutenzione su motori e tubi delle barche, componenti che contenevano amianto.
L’Inail, con i suoi avvocati, si è opposto alla richiesta, ricordando da un lato che F.G. aveva ammesso di aver fumato per alcuni anni circa 10 sigarette al giorno, dall’altro che la sua esposizione a fibre di amianto non sarebbe stata sufficiente a produrre la malattia. Il giudice Menegazzo, invece, sostiene che è stato “accertato che la patologia contratta dal ricorrente trovi con elevata probabilità concausa nell’attività lavorativa svolta, attesa l’esposizione di F.G. ai fumi derivanti dall’incenerimento dei rifiuti”.
Nei documenti della causa, viene sottolineato che in una vasta zona di Sacca Fisola ci sono almeno 4-5 metri di ceneri provenienti dall’impianto, visto che gli addetti ogni giorno scaricavano i resti dei rifiuti bruciati attorno all’inceneritore.
A Parma come stanno i lavoratori che hanno operato al Cornocchio.
Avevamo chiesto chiarezza a Usl e Iren, ma a quell'appello il solito silenzio.
La sentenza afferma che fumi e ceneri sono ricche di sostanze pericolose.
Lo dice un tribunale, non dei terroristi ecologisti.
Perché non vengono rese note le condizioni di salute dei lavoratori dl Cornocchio?
Ci sono forse situazioni da celare all'opinione pubblica?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 4 aprile 2012

Sono passati
674 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
32 giorni all'accensione del forno, se ancora lo si farà

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