mercoledì 24 ottobre 2012

A Treviso cittadini ricicloni e tariffa congelata


Diminuisce la spazzatura e diminuisce, di pari passo, il numero di ritiri per la raccolta.
Di conseguenza calano i costi per i comuni, che congelano le tariffe.



Con una percentuale di differenziazione che ormai ha stabilmente superato l'80%, nei comuni dei consorzi Priula e Tv3 (Veneto) la produzione di rifiuto secco non riciclabile, il più inquinante e il più costoso da smaltire, è ormai ai minimi storici.
Tanto che da marzo 2013 verrà raccolto porta a porta ogni quindici giorni e non più una volta alla settimana. La decisione è stata ratificata dalle due assemblee dei sindaci a seguito della presentazione di uno studio sul servizio degli ultimi due anni.
I numeri parlano chiaro: la produzione pro capite di rifiuto secco non riciclabile è scesa sino a 51 chilogrammi per abitante nel territorio del Priula (-11% rispetto al 2009) e sino a 47 chilogrammi in quello del Tv3 (-32% sul 2009).
“Di conseguenza la quasi la totalità delle utenze domestiche, precisamente il 99% delle 5.527 famiglie per Tv3 e il 98% per Priula, espone il contenitore del secco meno di 26 volte all'anno; per i due consorzi ben il 77% e il 65% meno di 5 volte l'anno - snocciolano Giuliano Pavanetto e Franco Bonesso, rispettivamente presidenti del Priula e del Tv3 - guardando più da vicino i dati sono 5.295 i contenitori da 120 litri mediamente esposti per ogni giro di raccolta ordinaria sui 61.088 in uso alle utenze domestiche nel territorio del Tv3 e 9.466 sugli 82.703 in uso nel territorio del Priula. In particolare, sono i Comuni Tv3 di Caerano, Pederobba e Cavaso del Tomba che hanno la media più bassa registrata nel 2011, mentre per quanto riguarda i Comuni del Priula i livelli più bassi si registrano a Monastier, Volpago e Preganziol”.

I dati veneti ci portano a fare un semplice calcolo matematico.
Se applicassimo al nostro territorio i “numeri” raggiungi dal consorzio Priula, l'ammontare del rifiuto residuo da gestire nel nostro territorio ammonterebbe a 50 kg pro capite per 440 mila abitanti: il risultato di questa moltiplicazione è 21mila tonnellate di residuo, a monte di un ulteriore trattamento che potrebbe subire con il Tmb.
Mal si accompagna un dato del genere, 20 mila tonnellate circa di rifiuto residuo con un inceneritore che ne deve trattare all'anno 130 mila.
I numeri sono evidenti anche ai cittadini meno attrezzati sull'argomento.
Non si costruisce un inceneritore per 20 mila tonnellate di rifiuto secco residuo.
Non ha alcun senso economico.
A Parma invece lo stiamo ultimando: un mostro enorme che non sappiamo cosa mangerà.
O meglio lo intuiamo, i rifiuti di tutta la regione.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 24 ottobre 2012

Sono passati
21 giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren

61 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
http://www.facebook.com/QuandoTeNeVai
Sono passati
877 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
171 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
156 giorni dal voto amministrativo-referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno (60%)

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