domenica 21 ottobre 2012

Di biogas si può morire?


Helge Boehnel dalla Germania in Toscana per spiegare i rischi del biogas

di Michele Corti
http://www.ruralpini.it/Commenti21.12.11-Morte-dal-biogas.htm

La morte dal biogas?
In Germania a più riprese il biogas è stato indicato come la causa di infezioni botuliniche mortali nel bestiame domestico, negli ungulati selvatici, ma anche nell'uomo.



Il Prof. Boehnel dell'Università di Gottinga ha sollevato a più riprese l'esigenza di un approccio cautelativo.
Anche se non è stato ancora possibile dimostrare un rapporto diretto tra biogas e infezioni botuliniche lo scienziato tedesco ha mostrato la presenza di Clostridium botulinum (che può produrre le tossine botuliniche) e di altri patogeni nei digestati in quantità pericolose, sostenendo che mentre le condizioni (temperature, pH, ecc.) della massa del digestore possono essere note e controllate nulla si sa di quanto accade nel “cappellaccio” al d sopra della massa e sul fondo.
Ha poi presentato mappe inquietanti che mettono in evidenza la correlazione tra la presenza delle centrali a biogas e l'insorgenza di casi di botulismo (1000 in Germania, ma Boehnel ne stima 3000).



Bohnel ha dichiarato che se non si riesce ad assicurare che dai digestori non fuoriescano clostridi botulinici si dovrebbe abbandonate la tecnologia del biogas.
Ai margini del convegno interpellato da alcuni residenti avrebbe loro consigliato: “per la sicurezza delle vostre famiglie io se fossi in voi traslocherei altrove”.

La scorsa primavera, in Germania, è stato lanciato un allarme per la salute degli animali domestici e selvatici e si ritiene che la diffusione del botulismo cronico negli allevamenti bovini possa essere imputata alla diffusione degli impianti di biogas e allo spargimento dei digestati con spore di Clostridium botulinum.
Alcuni veterinari tendono anche ad attribuire alla stessa causa le morie di selvaggina osservate in alcune regioni e la più diffusa rivista faunistica e cinofila germanica ha dedicato al problema una inchiesta. Da noi la regione Emilia-Romagna per il rischio delle spore di Clostridi ha “esonerato” le aree del Parmigiano reggiano dalle centrali a biogas.
Precauzione. Ma allora conta più il Parmigiano della salute?
In Germania il Prof. Böhnel ha da tempo lanciato l'allarme: con il biogas stiamo diffondendo nell'ambiente pericolose spore di Clostridium botulinum con i residui degli impianti a biogas. Una cassandra?
La Germania è indicata come l'Eldorado del biogas. Il ministro dell'agricoltura lo scorso 27 aprile ha annunciato che si investiranno in coltivazioni da biogas 2 milioni di ettari ma già oggi sono ben 400mila gli ettari destinati ai digestori.
La lobby e i piazzisti nostrani del biogas indicano la Germania ad esempio e modello.
Ma i tedeschi andrebbero imitati su altre cose, sul terreno del biogas la disciplina e la poca flessibilità di quel popolo sta giocando un brutto scherzo. Da noi una innata diffidenza, un certo spirito di contraddizione, la voglia di pensarla diversamente in molti casi ci rovina, in altri ci salva.
I bravi tedeschi ci mettono un po' a realizzare che “energia rinnovabile”, pulita sulla carta è in realtà una delle peggiori porcherie mai inventate.
Fortunatamente da noi non è così. E se non fosse stato per il nostro spirito indisciplinato e ribelle e persino un po' da bastian contrari ci saremmo accorti chissà quando che il biogas è una follia pericolosa e dannosissima. Quando sarebbe stato tardi.
Negli ambienti dei veterinari che si occupano di fauna selvatica certe morie sono apparse sempre più sospette e si è finito per collegarle alle ipotesi di lavoro del prof. Böhnel. Così a maggio di quest'anno la più importante rivista germanica di fauna, caccia e cinofilia ha dedicato allo scottante problema un'inchiesta (link all'articolo originale) con il titolo shock: “Tod aus der biogasanlage”. Basta conoscere quattro parole di tedesco per capire: La morte dagli impianti a biogas.
Non si nega la preoccupazione per un fenomeno che potrebbe avere conseguenze devastanti per la fauna selvatica e si intervista il prof. Böhnel che ritiene che il caso di botulismo cronico riscontrato in 600 vacche della regione Vogtland in Sassonia (che ha colpito gravemente anche l'allevatore). Helge Böhnel sostiene che non è un caso isolato e che ci sono migliaia di animali ammalati. Per lui i digestati residui della produzione di biogas ed utilizzate come fertilizzante (bio-fertilizzante!) sono una causa altamente probabile dell'aumento di botulismo.
Il professore di Göttingen spiega anche il perché. Le condizioni di temperatura (40°C) dei digestori sono favorevoli alla moltiplicazione dei Clostridi.
Nei digestori i Clostridi arrivano per più vie. Se si trattasse di soli liquami i rischi sarebbero minori. Nei digestori arrivano scarti di macelli (anche in Italia!) persino ovaiole a fine carriera.
Ma c'è dell'altro: il mix di biomassa vegetale fresca e materiali organici contaminati da tossine. In primavera quando si raccoglie la segale verde per farne matrice da digestione le macchine operatrici uccidono i piccoli caprioli (che se ne stanno immobili senza fuggire perché quello è il loro istinto di difesa dai predatori). Se sono ammalati contaminano la massa raccolta e poi il digestore.
A parte questa via di contaminazione abbiamo già visto che vi sono forti indicazioni circa la maggior pericolosità (per mancato abbattimento dei patogeni) della digestione di un mix di biomasse vegetali e animali che di sole deiezioni animali. Con i digestati (il miglior concime è ammendante che ci sia secondo gli apologeti del biogas!) le spore tornano sul terreno.
Sia che contaminino foraggi raccolti e somministrati in mangiatoia o, direttamente,  animali domestici e selvatici al pascolo le spore arrivano nell'intestino, possono germinare e possono produrre tossine. Concludo per ora ricordando che il rischio sanitario del biogas non è legato solo ai clostridi o ad altri batteri patogeni.
La scorsa primavera autorevoli esperti hanno additato il biogas come probabile causa dell'epidemia di Escherichia coli E157:H7 che causò decine di morti.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 21 ottobre 2012

Sono passati
18 giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren

58 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
http://www.facebook.com/QuandoTeNeVai
Sono passati
874 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
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168 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
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153 giorni dal voto amministrativo-referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno (60%)

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