martedì 30 ottobre 2012

Caro inceneritore di Trento, già ci manchi


Speriamo però di non rivederti più, né qui né mascherato da cementifici e simili

Abbandonare l'inceneritore, un’altra decisiva tappa verso miglioramento gestionale, su cui lo stesso vicepresidente della provincia di Trento, Alberto Pacher, insiste da parecchi mesi.
E' l’inevitabile cambio di passo che mancava.
Ventidue mesi dopo il primo bando di gara, andato deserto, il progetto era proprio quello di costruire un nuovo inceneritore a Trento, non bisogna condizionare l’intero sistema alla rigidità di una tecnologia complessa e molto rigida, anche se si è letto molte volte di “impianto flessibile-elastico” per gestire i rifiuti residui delle valli.



Un mezzo capitolo si sta chiudendo e ci si può concentrare alla riapertura di quello più meritevole e ambizioso, stavolta ritrovandoci tutti più liberi nel merito di come vogliamo continuare per evolvere e migliorare, senza il peggiore “ricatto” tecnologico.
Riaffermare che comunque una parte della frazione residua va bruciata qui o altrove, stride con le sbandierate prerogative da parte del sindaco Andreatta e del presidente Dellai sull’autosufficienza del Trentino. Al di là di cosa prevede il decreto Clini, e alla luce di cosa prevede lo strumento legislativo in vigore oggi.

Non si capisce, però, perché se fino a ieri ci si sarebbe dovuti “accontentare” di gestire lo smaltimento di almeno 24.500 tonnellate (di cui 4.500 tossiche) prodotte da un inceneritore da 103.000 tonnellate, per quale ragione non ci si dovrebbe porre l’obiettivo (su 5-10 anni) di produrre un quantitativo di analogo tonnellaggio, ma non immutabile, di rifiuto non pericoloso e men che meno tossico.
Se vogliamo andare verso il miglioramento della gestione dei rifiuti, come appare da tutte le recenti dichiarazioni pubbliche, nulla ci vieta di immaginare e ri-pianificare una gestione che investa sulla progressiva riduzione e riciclaggio della frazione residua; in particolare sulle sue sottofrazioni della carta, della plastica e dei pannolini, che sommano intorno al 60-70% della frazione secca.
Si può continuare a migliorare, insistendo su organizzazione e metodo, dotandosi di adeguati strumenti, nel nome della vera sostenibilità; ed è proprio in questa direzione che dovrà investire il Quarto aggiornamento provinciale del Piano rifiuti della provincia di Trento.
Prevenire, ridurre, riciclare.
Tre azioni sulle quali siamo convinti sia in sintonia anche Laura Puppato, candidata alle primarie del PD. Al Trentino del 25 ottobre ha dichiarto: “… A Trento… da una decina d’anni si discute di realizzare un inceneritore: scelta che Laura Puppato giudica assurda: «In Trentino avete tutte le caratteristiche sociali, culturali e demografiche per attuare una politica spinta di raccolta differenziata e di costruire un impianto di compostaggio come quello da anni in uso a Treviso. A Montebelluna abbiamo superato l’80% della differenziata. I vostri amministratori sono sordi da quest’orecchio. Senza offendere nessuno, spesso i cittadini sono più avanti dei loro governanti».”

Direttivo Nimby trentino Onlus

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 30 ottobre 2012

Sono passati
27 giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren

67 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
http://www.facebook.com/QuandoTeNeVai
Sono passati
883 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
177 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
162 giorni dal voto amministrativo-referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno (60%)

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