domenica 28 ottobre 2012

Citterio, il camino fa la differenza


Urge un comitato locale contro il progetto di bruciare olii di scarto

All'incontro con la cittadinanza doveva essere presente l'ingegnere della Termoindustriale, la ditta costruttrice del cogeneratore targato Citterio, invece c'era solo l'ingegner Petronio, della Citterio stessa, che avevamo già ascoltato il mercoledì precedente nell'assemblea pubblica a S. Ilario Baganza.



Petronio ha spiegato che gli scarti trattati per produrre olio animale derivano della disossatura e dalla lavorazione per l'imbustamento delle fette.
Lo scarto costituisce circa il 45% di ogni prosciutto. Di circa 2.000 prosciutti al giorno, ci sono 9 tonnellate di prodotto da smaltire, di cui solo il 40% diventa olio animale, cioè circa 3,5-4 tonnellate.
La ditta comincerà bruciando quella quantità, sottintendendo che, avuta l'autorizzazione, niente impedirà loro di fare arrivare altri scarti da fuori per massimizzare la combustione di olio e
soprattutto la produzione di energia elettrica da cui ricavare gli incentivi pubblici.
Cosa che faranno senz'altro, essendo il loro intento unicamente speculativo.
Poi la solita filastrocca sull'inquinamento, che se non nullo, sarà minimo.
Perché? Abbiamo chiesto.
Perché tutto l'azoto che sarà emesso dal cogeneratore sarà compensato dall'abbattimento del consumo di metano, in quanto in gran parte verrà sostituito dall'energia termica prodotta.
Questo è impossibile? La combustione del metano produce solo il 10% degli ossidi di azoto
prodotti dalla combustione del gasolio.  Come tutti sanno è molto meno inquinante.
L'olio di grasso animale, al contrario, che è molto più viscoso del gasolio, produce una quantità di ossidi di azoto  molto maggiore del gasolio stesso.
Insomma, i conti non tornano in alcun modo.

Gli ossidi di azoto emessi dalla combustione del grasso saranno in quantità molto maggiore di quelli non emessi dalla mancata combustione del metano.
Se Citterio pensa di abbattere gli ossidi di azoto (NO e NO2) solo con un artificio contabile, sbaglia di molto tale contabilità.
Un'altra domanda era sul filtro per abbattere le emissioni di azoto. E' previsto?
Petronio ha ammesso di non saperlo. Come non sa se ci sia un filtro per le emissioni dal postcombustore, verso cui sono convogliate per aspirazione le emissioni odorigene dell'impianto di
rendering, dove gli scarti vengono tritati e separati per bollitura.
Da quel che si è capito, pare proprio che tutto quel discorso dell'energia termica che fa risparmiare il 70% del consumo di metano, che a sua volta compensa le emissioni di azoto, sia tutto quel che hanno da proporre.
E per le emissioni di particolato?
Il particolato, cioè le emissioni di polveri, verranno abbattute dallo "scrubber".
Lo scrubber è una torre di lavaggio in cui l'acqua incontra i gas di scarico del cogeneratore per depurarli. Una pompa nebulizza l'acqua in finissime goccioline, le quali dovrebbero inglobare le
polveri. L'acqua con le polveri dovrebbe poi decantare e passare in un contenitore apposito.
Questo procedimento, dice la pubblicistica scientifica, serve ad eliminare solo in parte le polveri, cioè solo i PM10.
Non elimina invece i PM2,5 né, tantomeno, i PM1, né i PM 0,1.
In pratica non elimina affatto le polveri sottili.
Per eliminarle occorrerebbero filtri a carboni attivi,  filtri a ceramica con resistenze ossidanti, ma soprattutto occorrerebbe alternare la combustione di olio da grassi animali con la combustione di olio vegetale allungato con acqua, per abbassare temperatura e rendimento e quindi le emissioni.
Quindi le polveri sottili, come gli ossidi di azoto, stazioneranno sul Poggio e dintorni.
Prendendo atto di tali affermazioni, pensiamo sia assolutamente necessario costituire un comitato che si opponga a tale scempio che, tra l'altro, sarebbe il primo in Regione e per di più in una zona vocata all'agroalimentare di pregio.
Pensiamo altresì che l'amministrazione comunale debba fare un passo indietro e negare ogni autorizzazione al progetto.
Siamo di fronte ad una attività che comporta grande rischio per l'ambiente.
Ecco cosa scrive Citterio nel suo codice di condotta, nel capitolo dedicato ai valori etici fondamentali: “La Società promuove la conduzione delle proprie attività incentrata sul corretto utilizzo delle risorse e sul rispetto dell'ambiente”.
Ecco, Citterio applichi il suo codice anche a S.Ilario Baganza. Concretamente e senza paraventi.

Giuliano Serioli

Rete Ambiente Parma
28 ottobre 2012

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