E' andata in onda ieri su Rai 3 la puntata di Ambiente Italia, diretto da Beppe Rovera, focalizzata sulla gestione dei rifiuti e i metodi di trattamento.
Titolo della puntata “Rifiuti, che fare?”, al centro dell'attenzione dopo il voto referendario della Valle d'Aosta, che ha escluso l'utilizzo di un pirogassificatore per smaltire la frazione residua e nel bel mezzo della settimana europea per la riduzione dei rifiuti.
Durante la trasmissione, che ospitava anche gli esperti Walter Ganapini, Roberto Cavallo e Fabrizio Roscio, promotore del referendum valdostano, un servizio da Parma per districare la vicenda dell'inceneritore.
L'inviata Rai Claudia Apostolo ha intervistato le parti in causa, nella non facile impresa di fare luce sull'intricata matassa, un tipico caso di mancato coinvolgimento dei cittadini nella procedura decisionale che ha portato quasi al traguardo un impianto che nessuno vuole.
La giornalista della Rai ha intervistato il sindaco Federico Pizzarotti, “davanti a tutto la difesa della salute”, l'assessore all'Ambiente Gabriele Folli, “al 2020 mancherà il carburante all'inceneritore”, Andrea Marsiletti, direttore di Parmadaily, “il guadagno di Iren derivato dalla gestione dell'impianto è stratosferico”, l'associazione Gcr, “il cantiere non ha il permesso a costruire e per noi è abusivo”.
E' emerso un quadro chiaro della situazione, da un parte il business, dall'altra i diritti dei cittadini alla salute ed a un ambiente pulito.
Iren ha confermato che l'impianto dovrebbe partire a pieno regime in aprile, dopo le fasi di collaudo, che nella prima parte verranno condotte senza apportare rifiuti ai forni.
Walter Ganapini ha però gelato da studio l'entusiasmo di Iren, “i collaudi a volte durano anche degli anni”, facendo anche emergere l'incredibile assenza dalla commissione di collaudo del comune di Parma, che ospita sul proprio territorio l'inceneritore e non può verificare direttamente la fase di avvio, facendo così sfumare la sbandierata trasparenza dell'iter procedurale.
Una richiesta già depositata agli atti ma alla quale la Provincia su rifiuta di rispondere motivando il ritardo della decisione dell'ente locale rispetto alla commissione già deliberata (che però ha fatto solo due riunioni e quindi ha il lavoro tutto davanti).
Il “collaudo al buio” è l'ennesima segnalazione di scarsa trasparenza legata alla vicenda dell'inceneritore di Parma, le quali procedure progettuali sono oggi al vaglio della magistratura.
L'amministrazione di Parma ha ribadito la centralità del pubblico rispetto agli interessi di società quotate in Borsa e lontane dai territori, rivendicando la necessità di riportare nell'ambito degli enti locali la gestione dei beni comuni.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 25 novembre 2012
Sono passati
53
Giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren
93
Giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani
909
Giorni dalla richiesta del piano economico finanziario dell'inceneritore
203
Giorni dalla data prevista di accensione dell'inceneritore di Parma
188
Giorni dal voto amministrativo che ha fatto vincere il no all'inceneritore
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