Al via la cogenerazione da legna
Tanti saluti alla sostenibilità
Di fronte ad un pubblico di sindaci, amministratori e funzionari, il sindaco di Monchio Claudio Moretti ha annunciato il suo piano “Monchio? Una comunità sostenibile”, in un incontro in Provincia con la vice presidente della regione Simonetta Saliera.
In pratica la centrale termica a cippato, andata in funzione un anno fa, d'ora in poi farà anche cogenerazione, producendo energia elettrica e incamerando gli incentivi pubblici.
A benedire l'iniziativa il vicepresidente della Regione, Simonetta Saliera: “Un cerchio virtuoso si chiude, ha affermato. Dal fotovoltaico al teleriscaldamento per gli anziani, dai nuovi posti di lavoro creati con la cooperativa di taglio al cippato fornito da questa per la produzione di energia elettrica della centrale”.
Le centrali a cippato per i borghi dell'Appennino, propugnate da Dall'Olio e dalla Provincia, a sentir loro dovevano produrre solo calore e bruciare limitate quantità di legna, ma in un giro di valzer tutto è stato ribaltato, come già avevamo scritto in tempi non sospetti.
Si apprende infatti che il progetto conteneva, in caratteri lillipuziani, anche la cogenerazione, e che la decisione di Moretti sia semplicemente l'apripista della politica della Regione Emilia Romagna, che d'ora in poi considererà la montagna come una grande legnaia a cui approvvigionarsi per le nuove caldaie a cippato.
Non va però dimenticato che il rendimento di una centrale a legna è molto basso, e quindi per produrre anche energia elettrica occorrerà 10 volte più cippato che non per produrre solo calore.
Per intenderci, la centrale di Monchio l'anno scorso ha bruciato 3.000 quintali di cippato ma l'anno venturo, con la cogenerazione, ne brucerà 30.000 quintali.
Una quantità che corrisponde a 30 ettari di bosco.
A parte ogni considerazione sulle emissioni nocive, che assumeranno da ora in poi carattere industriale, ammorbando l'aria della fascia dei crinali, si deve aver ben chiaro che ogni anno si dovrà tagliare una bella fetta di boschi in più.
Alla faccia della sostenibilità, considerando che tali tagli si sommeranno a quelli già in atto per la speculazione sulla legna da ardere.
Ma ha senso finanziare una cooperativa di taglio industriale quando la montagna viene già predata selvaggiamente della sua risorsa legna?
Ha senso buttare più di un milione di euro di fondi europei, regionali e provinciali in un progetto che produce poca energia ad un costo altissimo di risorse naturali?
Non è forse più ragionevole investirli nel risparmio energetico, ristrutturando i borghi e creando immediato lavoro nell'edilizia, a sua volta volano dell'attività turistico-ricettiva?
Nell'assemblea questo discorso non abbiamo potuto farlo, ci è stato impedito.
La partecipazione e la pluralità delle voci non abitano più qui.
Da oggi via libera al sacco dei boschi.
Giuliano Serioli
Rete Ambiente Parma
27 novembre 2012
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