http://www.lospiffero.com/buco-della-serratura/fassino-stacca-la-spina-a-iren-9575.html
Il Comune di Torino risolve
il contratto con la sua multiutility per la fornitura dell'energia
elettrica. Un paradosso reso possibile (e vantaggioso) dal decreto
spending review.
E c'è chi paventa rapporti
tesi con gli altri soci anche per il forte indebitamento
Il Comune di Torino spegne
l’interruttore a Iren.
Dal 1° marzo Palazzo Civico
non compra più l’energia elettrica dalla multiservizi di cui è
proprietario per una quota di poco superiore al 24% e con la quale ha
contratto negli anni un debito superiore ai 300 milioni di euro,
abbattuto di circa la metà in occasione della cessione dell’80%
dell’inceneritore del Gerbido. La notizia clamorosa è rimbalzata
in rete da LaPresse, autrice di un report dettagliato, confermato
anche dal Comune. Il nuovo fornitore è Gala Spa, società privata
naturalmente in concorrenza con Iren.
Il paradosso, come spiega
LaPresse, nasce dal decreto legge 95/2012, meglio noto come spending
review. Convertito e modificato con la legge 7 agosto 2012 n. 135,
all'articolo 1 comma 7, prevede “specifici obblighi per le
amministrazioni pubbliche, compresi gli enti locali, relativamente
alla fornitura di alcune categorie merceologiche, tra le quali
energia elettrica, gas, carburanti”.
In particolare si stabilisce
che per tali generi “gli enti siano tenuti, in alternativa a
procedure di evidenza pubblica direttamente gestite, ad
approvvigionarsi attraverso gli strumenti messi a disposizione di
Consip S.p.A e delle centrali di committenza regionali”.
Consip è una società per
azioni del ministero dell'Economia e delle Finanze, che ne è
l'azionista unico, che punta alla “razionalizzazione della spesa
pubblica per beni e servizi, attraverso l'utilizzo di tecnologie
informatiche e di modalità innovative per gli acquisti”.
Il Comune di Torino in
applicazione alla spending review “ha aderito, con efficacia a
partire dal 1 marzo 2013, alla convenzione per la fornitura di
energia elettrica stipulata dalla Società di committenza regionale
del Piemonte con la società Gala, alle condizioni tutte da essa
previste”.
Solo a febbraio Iren chiese
un prestito da 100 milioni di euro alla Cassa depositi e prestiti per
realizzare il piano industriale 2013-2015, che prevede di rafforzare
gli impianti di distribuzione di luce e gas. Soldi pubblici, chiesti
da una società a maggioranza pubblica i cui asset sono stati in
larga parte furono pagati dai contribuenti, quando le società di
distribuzione di elettricità erano comunali. Poi venne l'epoca delle
multiutility e della quotazione in Borsa con relativi crolli di
valore dei titoli. Ora con la spending review società come Iren
vengono private dei loro clienti più importanti, i Comuni stessi da
cui erano nate. I cittadini non ne vengono informati, né possono
avvalersi degli eventuali benefici, non potendo godere
delle stesse condizioni.
Iren rimarrà, invece,
fornitore del Comune di Torino per quanto riguarda il gas e il
teleriscaldamento. Alla base di questa decisione, secondo
indiscrezioni, ci sarebbe anche la non disponibilità di Iren ad
accettare nuovi ritardi nei pagamenti, con conseguente accumulo di
debiti, come già capitato finora, mentre i nuovi fornitori
potrebbero dimostrarsi meno intransigenti. Inoltre c’è chi parla
di un raffreddamento dei rapporti tra il Comune e la sua multiutility
(e in particolare con gli altri soci), dopo le condizioni di sfavore
imposte per l’acquisizione di Trm.
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
Nessun commento:
Posta un commento