304
neonati con correlazione certa tra emissioni e malattia
Uno studio scientifico
francese, “Maternal residence near municipal waste incinerators and
the risk of urinary tract birth defects”, realizzato
dall’Università di Lione, quella di Rennes e dal Registro delle
Malformazioni del Rhone-Alpesdimostra, dimostra la correlazione tra
gli inceneritori di rifiuti e le malformazioni fetali.
Nove scienziate hanno
analizzato 304 neonati con malformazioni all’apparato uro-genitale,
correlandole all’esposizione delle madri alle emissioni degli
inceneritori durante la gravidanza. Inquietante, tra l’altro,
l’allarme lanciato dalle scienziate.
I risultati suggeriscono che
il consumo di prodotti locali modifica il rischio, comparato con
quello di chi non li consuma, aumentandolo nelle aree esposte alle
emissioni e diminuendolo nelle aree non esposte.
In altre parole: furani,
diossine e metalli pesanti immessi nell’atmosfera dagli
inceneritori entrano nella catena alimentare e aumentano i rischi per
il feto se la madre ingerisce prodotti agricoli coltivati all’ombra
del camino o carne di animali allevati nella zona.
E la zona a cui si riferisce
lo studio si estende fino a dieci chilometri dal termovalorizzatore.
Due affermazioni
significative presenti nello studio: “Gli inceneritori dei rifiuti
rilasciano una miscela di sostanze chimiche persistenti con un forte
potenziale tossico per l’embrione, inclusi metalli pesanti e
diossine/furani, nell’atmosfera” … “Abbiamo trovato una
associazione tra il vivere in prossimità di un inceneritore e il
rischio di difetti all’apparato urinario dei nuovi nati”.
Per quanto la politica, in
accordo con l’economia, neghi l’evidenza, questo studio conferma
che gli inceneritori sono i massimi responsabili dell’emissione di
diossine nell’ambiente.
La Francia detiene il
primato con il 52% delle emissioni totali, ovvero 202 grammi di dosi
tossiche equivalenti (I-TEQ) all’anno. Inoltre, è risaputo che
oltre alle diossine l’incenerimento produce diversi altri di
composti estremamente pericolosi: policlorobifenili, idrocarburi
policiclici aromatici, metalli pesanti come cadmio, arsenico, cromo,
mercurio, particolati volanti come PM10, ossidi di zolfo, fina a
conteggiare 250 composti chimici in uscita al camino.
Lo studio completo, in
inglese, è disponibile a questo link.
http://gestionecorrettarifiuti.it/pdf/maternal.pdf
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
Parma,
12 settembre 2013
L'inceneritore
di
Parma
è stato acceso
15
giorni
fa
Nessun commento:
Posta un commento