La gestione del ciclo fondata sulla trasformazione dei rifiuti solidi urbani in combustibile da rifiuti. La differenziata è ferma al 18%.
Un'inchiesta di Altreconomia.
La Puglia ha scelto di “investire” sul ciclo dei rifiuti, non per ridurli ma per bruciarli.
Mentre la raccolta differenziata langue sotto il 20 per cento (18,01% il dato medio nel 2011), sono quasi ultimati i lavori per la realizzazione dei 6 impianti che trasformeranno i rifiuti solidi urbani in combustibile da rifiuti (Cdr).
Sono tutti realizzati da Cogeam, società partecipata dal gruppo Marcegaglia, e saranno in grado di trattare quasi 900mila tonnellate di rifiuti, trasformati in circa 400mila tonnellate di Cdr.
Tra i rifiuti solidi urbani e il combustibile da rifiuti, però, una differenza sostanziale: il Cdr, a differenza dei rifiuti urbani, è un rifiuto speciale, con codice Cer 191210, da “valorizzare” all'interno di un impianto di incenerimento.
In Puglia, però, l'unico inceneritore adatto attivo è a Massafra (in provincia di Taranto), ed è gestito da Appia Energy, gruppo Marcegaglia. Può accogliere un massimo di 25mila tonnellate.
Altre 98mila finiranno nell'inceneritore che Eta spa (sempre gruppo Marcegaglia) sta costruendo nelle campagna tra Manfredonia e Cerignola (Fg), in mezzo ai campi di carciofi, grazie anche ad un contributo pubblico di 15 milioni di euro.
Ma questi due impianti non bastano. Il cantiere del terzo, a Modugno (Ba), è sotto sequestro giudiziario.
Lo smaltimento del Cdr, così, chiama in causa anche i cementifici, nei cui forni -come raccontiamo nel libro Le conseguenze del cemento (Luca Martinelli, Altreconomia, 2011)- il Cdr prende il posto del carbone o del pet-coke.
Questi impianti si trasformano, secondo la definizione di legge, in co-inceneritori. Lo è già quello di Barletta (Bat), gestito da Buzzi Unicem. A Taranto, invece, lo sta diventando l'impianto Cementir (gruppo Caltagirone), che grazie anche a fondi Bei (Banca europea d'investimenti) sta trasformando l'impianto per renderlo in grado di “accogliere” i rifiuti.
Questo “sistema”, frutto di una gestione commissariale iniziata nel 1994, funziona solo se i cittadini pugliesi continuano a produrre rifiuti: per questo siamo stati a Conversano e Mola di Bari, due dei 21 Comuni del bacino BA5. Obbligati, per legge, a conferire a Cogeam almeno 470 tonnellate di rifiuti al giorno. Ogni tonnellata frutterà 125,76 euro a Cogeam, 21,5 milioni di euro all'anno.
Qui i cittadini, il 19 agosto scorso, sono scesi in piazza portando cartelli che dicevano: “Contro l'obbligo di produrre rifiuti”.
Luca Martinelli - Altreconomia
www.altreconomia.it
Per interviste con l'autore, potete contattare: Luca Martinelli - redazione Altreconomia - tel: 02-89.91.98.90 - Cell.: 349-86.86.815
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 28 novembre 2011
-9 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+546 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 160 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
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