Ogni mercoledì ed ogni sabato di tutte le settimane, ormai da almeno un anno e mezzo, si svolge lo stesso identico teatrino, ma è logico pensare che sia sempre stato così.
Da una parte lo spreco di risorse, materie prime che potrebbero essere recuperate, dall'altra parte le rassicurazioni vuote di “aver intrapreso”, “sollecitato”, “dato indicazioni”, “promosso”, una sequela di buone intenzioni che oggi assomigliano ad una vera e propria presa in giro dei cittadini.
Siamo invitati a fare la raccolta differenziata ma con i nostri occhi vediamo la celebrazione dell'
Ci sentiamo davvero molto delusi da come viene affrontata in città la gestione dei rifiuti.
Con un centro storico ancora mancante della raccolta separata dell'umido e questo sperpero di materiali ad ogni mercato che si svolga in città.
Ci sembra ovvia la strategia adottata.
Il tentativo, contro ogni indicazione legislativa, italiana e comunitaria, di mantenersi un gruzzolo cospicuo di rifiuto indifferenziato per alimentare il forno a venire.
Del resto la morte dell'inceneritore è proprio una raccolta differenziata porta a porta spinta, estesa non solo ai privati cittadini, ma anche alle aziende ed agli eventi come i mercati, dove è molto facile organizzare, se davvero lo si vuole, una raccolta separata dei materiali: organico da una parte, e poi in contenitori indipendenti, legno, plastica e carta-cartone.
Regole elementari ancora oggi disattese, noi ipotizziamo con nascosta soddisfazione, per ottenere alimento per gli impianti che bruciano e macinano quattrini a favore dei gestori.
Questa logica è a totale svantaggio dei contribuenti, cittadini o aziende che siano.
Produce un danno erariale che è presto spiegato.
Produrre maggiore indifferenziato significa incrementare i costi di smaltimento.
Non differenziare questi materiali significa rinunciare agli introiti che il Conai, il consorzio nazionale imballaggi, versa ai comuni in base ai quantitativi di raccolta dei singoli materiali (vetro, plastica, carta...).
Quindi un aumento dei costi a cui si somma un mancato guadagno: dalla stessa condotta un doppio svantaggio per gli enti locali.
Possiamo poi aggiungere altri due elementi non meno importanti.
L'incenerimento ha costi sanitari molto alti, in termini di peggioramento della qualità ambientale conseguente alla emissione in atmosfera di inquinanti molto pericolosi per la salute.
La gestione dei rifiuti finalizzata allo smaltimento è a bassa occupazione: significa che si perdono posti di lavoro che invece la raccolta differenziata garantirebbe (ad 1 occupato nell'incenerimento corrispondono 15 posti di lavoro nella raccolta porta a porta).
Bartolomeo rimane una figura leggendaria che guariva malati e ossessi, forse dovremmo davvero chiedere la grazia a Natanaele, affinché porti un po' di buon senso nel 21° secolo.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 27 novembre 2011
-10 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+545 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 161 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
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