lunedì 23 gennaio 2012

Cave all'amianto. Bardi è ormai un caso nazionale.

Le cave all'amianto di Bardi hanno raggiunto l'agone dei media italiani, con articoli e servizi particolareggiati ed estesi.
A Bardi il consiglio comunale guidato da Giuseppe Conti, in spregio ad ogni cautela sanitaria, da il via libera alla riapertura delle cave ofiolitiche, mettendo di nuovo in moto un'attività estrattiva che causa la liberazione in atmosfera milioni di fibre di amianto, inalabili da chiunque abiti lungo il percorso degli autocarri in uscita dalle cave. Ma non solo. Il materiale viene poi lavorato, macinato, distribuito per l'utilizzo. Con il dilavamento le fibre vengono poi assorbite anche dai terreni.
L'inquinamento risulta così non confinato né confinabile, un'enorme bomba ecologica impossibile da controllare.



Il sindaco si è difeso con la stampa: “I dati escludono un problema di salute della popolazione legato al mesotelioma”. Una formulazione che non si ritrova nei documenti di Arpa, Ausl.
Anche le comunità montane non pongono problemi: se le valli del Taro e del Ceno sono diventate il polo estrattivo ofiolitico più importante d’Italia è proprio perché i sindaci dei comprensori vogliono sia così.
Un aspetto da tenere in doverosa considerazione, che non potrà essere ignorato in futuro.
Il sindaco di Bardi nel tentativo di giustificare una scelta che resta tutta nella sua responsabilità, finge di dimenticare che le nuove fibre di amianto che farà respirare ai cittadini alla ripresa dell’attività estrattiva, saranno la causa di malattie tumorali nei prossimi 15, 20 30, 40 anni.
Oggi mina la salute delle giovani generazioni e a nulla gli varranno, ai fini della responsabilità individuale e del rimorso, i pareri tranquillizzanti.
Lo svolgimento del consiglio comunale che ha approvato il piano estrattivo lascia diversi dubbi.
La procedura deliberativa potrebbe essere viziata da irregolarità: come il mancato esame in aula delle osservazioni presentate.
I consiglieri sono stati messi nelle condizioni di poter decidere con tutti gli elementi a disposizione?
Qualcuno forse ha delegato la funzione decisionale al progettista del Piano?
Il progettista sembrerebbe essere anche consulente delle ditte esercenti gli impianti estrattivi.
Anche in questo caso il parere di opportunità è stato lasciato al professionista?
I pareri di Arpa Ausl e Comunità Montana non possono sostituirsi all'esame assembleare.
Ai consiglieri è stato chiesto di votare un piano, senza che sia stata data loro la possibilità di entrare nel merito, facendo perdere alla ritualità dell’atto ogni significato.
Sul fronte regionale il comitato chiederà ancora un incontro con il Presidente, sostenuto dalle forze politiche presenti nell’assemblea regionale che hanno dichiarato di essere favorevoli alla messa al bando delle cave su matrice ofiolitica e comunque di negare il rinnovo alle concessioni nei siti già dichiarati contaminati da amianto, tra cui le due cave bardigiane.
Sarà anche chiesto un ulteriore intervento di ISDE, la prestigiosa associazione che sul tema ha già preso posizione a più riprese e che risulta anche tra gli osservanti del PAE di Bardi.

Fabio Paterniti
Rete Ambiente Parma

www.reteambienteparma.org - info@reteambienteparma.org
comitato pro valparma - circolo valbaganza - comitato ecologicamente - comitato rubbiano per la vita -
comitato cave all’amianto no grazie - associazione gestione corretta rifiuti e risorse - no cava le predelle -
associazione per l'informazione ambientale a san secondo parmense

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