giovedì 26 gennaio 2012

Ma il permesso a costruire non c'è

La sentenza del Tar non estrae dal cappello il sospirato documento

Il Tar di Parma mette la parola fine alla querelle sul permesso a costruire relativo all'inceneritore di Iren, dando ragione alla multiutility e alla Provincia, ma in modo molto maldestro.
Ecco più o meno la teoria espressa dai giudici, un attimo prima di lasciare la nostra città per altre sedi.



Il Tar aveva già deliberato la correttezza della Via (Valutazione di Impatto Ambientale) quando respinse il ricorso di WWF non trovando inciampi procedurali, quindi non ci si poteva aspettare grosse distanze.
Anche allora il Tar non era mai entrato nel merito delle questioni poste dall'associazione ambientalista, chiamandosi fuori da una analisi qualitativa dettagliata del progetto.
Nella Via gli enti erano tutti presenti e coscienti, tutti d'accordo e d'amore, tutti convinti della bontà dell'opera e dell'operazione. Era logico pensare quindi che tutto fosse a posto.
E fino ad un certo punto, addirittura a cantiere aperto, nessun ente che aveva partecipato alla Conferenza dei Servizi, che aveva a suo tempo autorizzato l'opera, ha avuto nulla da eccepire, un segnale di condivisione di tutto l'impianto deliberante.
Il Comune di Parma è arrivato quindi al no al forno in forte ritardo, fuori tempo massimo, e la sua rincorsa non è servita a recuperare la lepre inceneritore, troppo sospinta fino ad un attimo prima dai suoi sostenitori.
Non è stato nemmeno preso in considerazione dai giudici il fatto che Iren scrivesse l'intenzione di richiedere al Comune il permesso a costruire, per poi stranamente dimenticarsene.
Non viene considerato il fatto che nella stessa Via si scriva che il titolo edilizio non è compreso nell'atto ma va poi prodotto a seguito della conformità urbanistica.
Ma la cosa più incredibile è che si sostenga che la Via sostituisca il permesso a costruire. Viene infatti citato l'articolo 7 della legge regionale 9/2009, che riguarda però le opere pubbliche. Ma l'inceneritore è un'opera privata! Costruita da una azienda privata (Iren Spa), su terreni privati (di Iren).
Sembra quasi che il silenzio che era calato su tutta la vicenda fosse da considerarsi come una mano santa che fa le veci di qualunque documento eventualmente mancante.
Un silenzio come una unzione degli infermi che produce il miracolo.
Resta, alla fine della lettura della sentenza, una profonda amarezza.
La salute dei cittadini, ancora una volta, resta sullo sfondo, mantenuta al di fuori delle questioni procedurali, e mai nessuno se ne occupa sinceramente e concretamente
Resta un dato di fatto inoppugnabile. Il permesso a costruire, documento citato più volte nelle migliaia di pagine che compongono il piano del Paip, resta un documento fantasma, che nessuno è riuscito a produrre, eppur viene sostituito dalla teoria degli accordi e delle concordie reciproche, finalizzate ad un'opera che si aveva da fare e si farà.
Il permesso a costruire non trapela dalle pagine della sentenza perché non c'è.
Come dire: la pagella manca e nessuno l'ha mai vista, noi diamo lo stesso un voto di sufficienza.
Il ragazzo se lo merita.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 25 gennaio 2012

Sono passati
604 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
102 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà

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