venerdì 27 aprile 2012

La crociata contro le polveri sottili


Il grido d'allarme dei genetisti: ne va della nostra salute
e soprattutto di quella dei nostri figli

Grande risalto alla denuncia dell'esperta di Arpa Francesca Cassoni e del genetista dell'Università di Parma Carlo Rossi: le polveri sottili presenti nella nostra aria portano conseguenze, anche sulla salute a lungo termine, visto che mutageno e cancerogeno sono termini che spesso si sovrappongono.



Le polveri sottili sono le famigerate Pm10, che ci hanno accompagnato come ospiti indesiderate per tutto l'inverno, facendoci diventare una delle città più inquinate d'Italia.
Record che preferivamo evitare, ma che la prossima stagione torneremo a rincorrere.
Le PM10 sono solo l'indicatore dell'effetto nocivo delle emissioni da combustione nel periodo invernale, sostituite dalla produzione di Ozono nel periodo estivo: passato l'inverno non possiamo certo cantare vittoria, quindi.

Le emissioni restano, le sostanze emesse pure, e noi continuiamo ad inalarle a discapito della nostra salute. C'è da dire poi, come ci ricordano gli studi sull'epigenetica, che non dobbiamo temere solo il rischio mutageno e perciò cancerogeno di queste sostanze. Esse infatti sono in grado di portare all'interno del nostro organismo, e in special modo di quello del feto in accrescimento nell'utero materno, sostanze capaci di riprogrammare l'espressione genica anche senza alterare la struttura del nostro DNA e in tal modo essere responsabili di malattie nella fase adulta.
Infatti gli studi scientifici sull'epigenetica ci danno sempre più evidenza di come siano importanti i primi 9 mesi di vita intrauterina per l'effetto che le sostanze xenobiotiche hanno sulla possibilità di sviluppare poi malattie da adulti, risposta che si può trasferire anche alle generazioni future per via transgenerazionale.
Nell'intervista viene sottolineato come non ci siano valori limite per gli agenti mutageni, le sostanze che possono modificare il nostro patrimonio genetico, quindi non dovrebbero semplicemente essere in atmosfera, perché anche poche molecole sono potenzialmente dannose per il nostro organismo.
Il problema in un certo senso si complica perché l'inquinamento di questo genere provoca danni che si possono sviluppare negli organismi anche dopo lungo tempo.
Urgono provvedimenti drastici per ridurre le cause di questo forte inquinamento ambientale.
Riduzione drastica ovviamente del traffico veicolare che, naturalmente, essendo un processo di combustione, emette particolato fine.
Tutti i processi di combustione come quelli in atto nei motori delle automobili o nelle caldaie comportano questi effetti nefasti.
Nella trasformazione del carburante in energia termica, si verificano emissioni di scarto, fumi, nei quali sono contenute le sostanze responsabili dei rischi per la nostra salute, composti policiclici aromatici, benzene, metalli pesanti, furani, portati a spasso del particolato fine frutto delle combustioni ad alta temperatura.
Bisogna guardare alla prevenzione primaria e non accontentarci di gestire nel migliore dei modi il danno. Cura e prevenzione sono situazioni quasi agli antipodi e la seconda dovrebbe essere l'obiettivo a cui mirare.
Parlare di rischio Pm10 ovviamente ci porta a considerare anche un'altra prossima fonte emissiva: quella del camino dell'inceneritore di Ugozzolo.
Dai dati di progetto escono cifre preoccupanti. La stessa Iren dichiara una emissione di Pm10 di 3,2 tonnellate in più rispetto alla situazione senza inceneritore.
Un calcolo che tiene conto dello spegnimento di migliaia di caldaie, che non è certo, visto che si tratta di adesioni al sistema di teleriscaldamento che non è detto ci saranno, visti anche i conti salati che questo sistema presenta a chi ha deciso di aderire.
L'appello dei genetisti è rivolto contro tutti i sistemi emissivi di polveri sottili, ivi compreso quindi anche il forno, che, se mai verrà acceso, comporterà un ulteriore peggioramento della già grave situazione ambientale di Parma, situazione che ha oggi generato l'allarme di Arpa e Università.
Per prevenire bisogna ridurre gli agenti inquinanti, non incrementare le accensioni.
Ormai la scienza non ha dubbi.
Basta respirare l’aria delle città più inquinate del nostro Paese per una settimana per registrare uno sconvolgimento del nostro DNA e aumentare i rischi di ictus e infarto.
A rivelarlo uno studio italiano sulle conseguenze provocate dalle polveri sottili sull'organismo dell’uomo, condotto da ricercatori dell'Università Statale di Milano e dall’Harvard School of Public Health, che hanno analizzato le conseguenze dell'inquinamento atmosferico sugli agenti di polizia municipale della loro città, su un gruppo di anziani di Boston e sugli operai di un’acciaieria italiana.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 27 aprile 2012

Sono passati
697 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
9 giorni all'accensione del forno, se ancora lo si farà

Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI

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